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Rassegna stampa economica del 3 febbraio 2016

di Mauro Introzzi 3 feb 2016 ore 06:48 Le news sul tuo Smartphone

Bpm-Banco Popolare, fusione in stallo (Il Sole24Ore)
Secondo il quotidiano economico la fusione tra la Popolare di Milano e il Banco Popolare sarebbe in una situazione di stallo: nonostante l’esito della trattativa appaia per molti come scontato, la partita non può dirsi infatti ancora del tutto conclusa.
L’amministratore delegato di Bpm, Giuseppe Castagna, ha dichiarato come, al momento, tutte le ipotesi siano ancora in piedi: dalla fusione con il Banco Popolare, all’integrazione con UBI Banca, fino al mantenimento dell’autonomia. E se Milano mostra freddezza, anche il Banco esprime cautela. Nei corridoi della banca veronese si fa notare come le incognite dell’assemblea dei soci di Piazza Meda non siano trascurabili, e che nulla, di fatto, sia ancora deciso.
Se è vero che ci sono da colmare divergenze sul tema della definizione dei concambi, è però sulla governance che le due banche devono trovare il vero punto di equilibrio. Milano, in nome di un’operazione che prenderebbe la forma della fusione alla pari, chiede più componenti in consiglio.

Ed è in arrivo un'altra bad bank (MF)
Secondo quanto riporta il quotidiano finanziario alcune banche, IntesaSanpaolo, Monte dei Paschi di Siena, Banco Popolare, UBI banca e Cariparma, starebbero ragionando con Banca Imi per cedere i propri crediti non performanti a un veicolo. Si tratta di un'iniziativa di piattaforma di securitization multi-originator, perché compra da più banche vari portafogli di crediti in sofferenza, li cartolarizza e li colloca presso investitori specializzati.
In questo modo le banche si libererebbero dei non performing load che gravano sui loro bilanci.

Etruria, il giallo dei conti svuotati alla vigilia del decreto salvabanche (Corriere della Sera)
Secondo il Corriere della Sera per i clienti più in vista di Banca Etruria sarebbe arrivata una soffiata qualche settimana prima del decreto salvabanche che li avrebbe spinti a svuotare i propri conti correnti. Il sospetto è che qualcuno possa aver avvisato alcuni clienti privilegiati del rischio di perdere i propri risparmi. E adesso i magistrati vogliono conoscere l’identità dei titolari proprio per verificare se abbiano goduto di un trattamento di favore in violazione della legge. 

I 50 mila dei tango bond risarciti con il 150% accordo con l’Argentina (La Repubblica)
Il quotidiano scrive che dopo quattordici anni è arrivata l’intesa tra il governo argentino e la task force degli investitori italiani. Così gli ultimi investitori italiani sui bond argentini hanno vinto la loro battaglia e presto saranno rimborsati in contanti del valore totale delle loro obbligazioni, pari a 900 milioni di dollari, più un 50% che costituisce un forfait per gli interessi. La Task Force Argentina - che aveva riunito i piccoli investitori italiani scottati dal default del paese sudamericano nel 2001 - festeggia, dopo 14 anni di battaglie.
Molti risparmiatori si sono persi per strada: nel 2002 la Tfa rappresentava 14 miliardi di euro di bond e 450 mila soggetti, oggi siamo a poco più di un decimo, e nemmeno un miliardo di bond. In molto infatti si sono accontentati delle offerte al ribasso venute dai governi di Buenos Aires nel 2005 e nel 2010. In entrambi i casi, il debito sovrano argentino fu stralciato di circa il 70%, e nel secondo furono ridotti anche gli interessi cedolari.

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