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Rassegna stampa economica del 28 gennaio 2016

di Mauro Introzzi 28 gen 2016 ore 07:26 Le news sul tuo Smartphone

Generali, Greco verso l’uscita anticipata (Il Sole24Ore)
Il quotidiano economico scrive che la prossima settimana il consiglio di amministrazione delle Generali cercherà di capire quale strada percorrere per sciogliere ogni legame con l’attuale amministratore delegato, Mario Greco. Si tratta di capire quale sia la soluzione migliore per l’azienda: la prima opzione è di concordare un’uscita amichevole con modalità e tempistiche da definire mentre la seconda, ma solo come estrema ratio, quella di procedere alla revoca dei poteri. 
Nella missiva inviata al presidente Galateri per chiarire il perché ha deciso di non proseguire la propria avventura alle Generali, l’ad ha spiegato che dopo «diversi incontri con alcuni azionisti la difficoltà ad arrivare a una visione condivisa del mio ruolo in azienda nei prossimi anni è emersa in modo molto chiaro». 

Le bcc verso una riforma soft (MF)

Il quotidiano finanziario mette sotto i riflettori le banche cooperative, la cui riforma sarebbe slittata alla prossima settimana. Secondo l’articolo, comunque, il governo potrebbe fornire soltanto delle linee guida, sul solco del progetto varato da Federcasse. La sensazione diffusa in ambienti finanziari è comunque che, rispetto alla riforma popolari, dovrebbe trattarsi di un intervento soft che, fissate alcune linee guida generali, lasci al sistema spazi di autonomia per assumere il nuovo assetto nell'arco di 18-24 mesi. Con ogni probabilità il governo Renzi intende concentrare le nuove misure sul credito in un unico decreto legge che, oltre alla riforma del credito cooperativo, dovrebbe contenere anche le misure sugli npl e le nuove norme sulle procedure concorsuali. Poi la palla passerà a Bankitalia, per il regolamento attuativo che dovrebbe arrivare entro l'estate.

La Cina mette nel mirino Soros: ‘Ha dichiarato guerra allo yuan’ (Corriere della Sera)

Dal «Quotidiano del Popolo», il giornale cinese più legato alla nomenklatura comunista, arriva l’accusa, formulata al finanziere George Soros, di aver “aggredito” il renminbi, il cui valore — da agosto 2015 ad oggi — è sceso del 5%. 
Il miliardario di origini ungherese ha una lunga storia di operazioni nel campo valutario: nel 1992 fu tacciato di aver speculato sulle difficoltà della lira (e della sterlina) costringendo il governo Amato ad una manovra lacrime e sangue (compreso un mini-prelievo sui conti correnti degli italiani) per difendersi dalla crisi del debito sovrano. Una speculazione che secondo alcune ricostruzioni gli valse un assegno da un miliardo di dollari. 
Secondo il quotidiano l’intento dell’editoriale — considerando il controllo sulla stampa del partito comunista — è di attenuare le critiche internazionali sulle difficoltà di tenuta dello yuan.

La Finanza contro Google: ‘Ora pagate 300 milioni’ (La Repubblica)

Il quotidiano scrive che la procura di Milano e la Guardia di finanza stanno presentano il conto a Google. Dal 2008 al 2013, il motore di ricerca di Mountain View avrebbe evaso il fisco italiano per circa 300 milioni di euro. Dopo l’apertura dell’inchiesta penale per «dichiarazione fraudolenta» a Google viene imputato di aver evaso le tasse per una cifra pari a 800 milioni, facendo risultare sede fiscale della società l’Irlanda e non l’Italia. Dopo mesi di trattative tra le parti — accordi trapelati ma poi smentiti, offerte che si aggiravano tra i 150 e i 200 milioni fino a poche settimane fa — l’atto formale firmato dalla Guardia di finanza, mette sostanzialmente Google con le spalle al muro. Se Google deciderà di chiudere la partita, potrebbe «accontentarsi » di versare una cifra che si aggira tra i 220 e i 270 milioni.

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