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Rassegna stampa economica del 15 maggio 2015

di Mauro Introzzi 15 mag 2015 ore 07:11 Le news sul tuo Smartphone

Poste rivede al rialzo le stime del piano (Il Sole24Ore)
Il quotidiano economico ha messo sotto la lente Poste Italiane, il cui consiglio di amministrazione dovrebbe approvare l’aggiornamento del documento di programmazione al 2020 annunciato a metà dicembre. Un documento che era parso molto scarno di numeri dato che molte partite restavano ancora da chiudere. Una carenza che era diventato uno dei problemi aperti sul quale hanno puntato l’attenzione le banche del consorzio di collocamento chiamate a preparare l'operazione di Ipo del gruppo di Caio attesa per ottobre-novembre. Ma ora gli aggiornamenti sono stati implementati e la tabella di marcia è stata confermata.
Il riserbo sui numeri è massimo, ma da quanto par di capire Caio dovrebbe annunciare un miglioramento dei numeri previsti a dicembre: un’indicazione più precisa arriverà sui ricavi, che nel 2019 potrebbero essere ben superiori a 30 miliardi ventilati cinque mesi fa.
Nel frattempo ieri l’agenzia Fitch ha confermato a "BBB+" il rating di Poste.

Draghi: l’acquisto dei titoli di Stato? Resta in piedi finché sarà necessario (Corriere della Sera)
Il quotidiano riporta le parole pronunciate da Mario Draghi durante la sua visita al Fondo Monetario Internazionale a Washington. Il governatore della Banca Centrale Europea ha dichiarato che, sul quantitative easing "serve del tempo prima di poter cantare vittoria".
Il programma di acquisto di titoli "resterà in piedi per il tempo necessario affinché gli obiettivi siano pienamente centrati su una base veramente sostenibile". Questo perché dopo tutti questi anni di debilitante crisi le famiglie e le aziende "esitano ad assumere rischi economici".
Per vedere gli effetti dello stimolo di politica monetaria messo in campo dalla Bce a sostegno della stabilità dei prezzi e dell’economia serve dunque tempo, anche se le misure non convenzionali si sono dimostrate "potenti".

Autogrill, Benetton verso l’alleggerimento (La Repubblica)
Il quotidiano scrive che dopo quelle di World Duty Free di fine 2013, la famiglia Benetton pensa a scorporare altre attività da Autogrill, magari quelle statunitensi. L'eventualità sarebbe stata confermata dallo stesso Gilberto Benetton, presidente di Edizione (la holding che controlla il 50,1% di Autogrill). Il manager, sul tema di un possibile alleggerimento della quota, ha dichiarato che non succederà prima del 2016 perché ci vogliono tempi lunghi. Benetton ha poi aggiunto che potrebbero esserci degli scorpori come fatto con Autogrill e World Duty Free. Un'ipotesi potrebbe essere quindi quella di dividere la parte americana, che incidono per quasi la metà sui ricavi di Autogrill, nel 2014 pari a 3,93 miliardi.
Secondo il presidente di Edizione Holding l’importante sarà valutare le varie opportunità di aggregazioni, che sono difficili da trovare.

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