NAVIGA IL SITO

Rassegna stampa economica del 14 aprile 2016

di Mauro Introzzi 14 apr 2016 ore 07:04 Le news sul tuo Smartphone

Ariston Thermo, pressing per l’Ipo (Il Sole24Ore)

Secondo il quotidiano economico le banche starebbero studiando il dossier per lo sbarco in borsa di Ariston Thermo. Il gruppo, definito “la multinazionale del riscaldamento”, è una costola della vecchia Ariston e fa quasi 1,5 miliardi di euro di giro d’affari, quasi tutto fuori d’Italia (che pesa appena per l’11%). L’azienda della famiglia Merloni, arrivata alla terza generazione con Paolo (nipote del fondatore Aristide) è un esportatore netto, cosa rara per l'Italia. Così, nonostante il 2015 sia stato un anno turbolento sui mercati è stato l'ennesimo anno record in casa Merloni: per il quinto anno di fila ricavi e utili hanno toccato il massimo storico. 

Ora, dopo aver ricomprato un pacchetto del 30% dalle banche che erano entrate anni fa, oggi l’azienda è tornata tutta in mano alla famiglia, tramite la cassaforte Merloni Holding. E, con una posizione finanziaria netta positiva per 7 milioni, Ariston Thermo ha tutti i numeri per candidarsi a matricola di Borsa.

 

Il Banco Popolare apre il cantiere aumento (MF)

Secondo il quotidiano finanziario il Banco Popolare starebbe iniziando a organizzare il suo aumento di capitale da un miliardo di euro che apporterà le risorse necessarie per le nozze con la Popolare di Milano. L’organizzazione dell’operazione. Il cantiere procederà in parallelo a quello sul piano industriale che i due istituti dovranno definire entro la fine del mese. Per quanto riguarda il Banco, l'intenzione sarebbe quella di irrobustire il capitale unicamente attraverso l'aumento, senza procedere a dismissioni. Le condizioni dell’operazione dovrebbero essere comunicate dopo l'assemblea straordinaria di sabato 7 maggio, l'intenzione sarebbe quella di equilibrare la componente con diritto di opzione con quella senza. Se non si dovesse raggiungere una parità perfetta, si può insomma ipotizzare un 40% senza diritto e un 60% con. 

Di certo il Banco non intende ricorrere alla garanzia del fondo Atlante per quanto riguarda l'inoptato.


Il Fmi: sì ad Atlante, ma troppe sofferenze (Corriere della Sera)

Il quotidiano riporta il parere del Fondo Monetario Internazionale sulla creazione del Fondo Atlante, il nuovo veicolo messo in cantiere dalle banche per sostenere le ricapitalizzazioni del settore e l’enorme stock di crediti deteriorati del comparto. Nell’ambito del Global Financial Stability Report presentato dal direttore finanziario del Fondo Monetario Josè Vinals, viene messo in luce che negli ultimi mesi i rischi di instabilità finanziaria sono cresciuti sul piano globale a causa di un deterioramento verificatosi, per motivi diversi, in ogni parte del mondo. Se i Paesi emergenti soffrono per il crollo dei prezzi del petrolio e delle altre materie prime, in Europa i rischi vengono principalmente dai crediti deteriorati, che ammontano ormai a ben 900 miliardi di dollari. L’Italia è il Paese più esposto su questo fronte con le sofferenze» bancarie che hanno raggiunto l’11,2% di tutti gli impieghi rispetto, ad esempio, al 2,8% della Gran Bretagna, al 6,7% della Spagna, e al 4,3% della media Ue.

In Italia Unicredit e Intesa sono rispettivamente al 10,8% e 10,7%, mentre altri istituti più deboli sono a livelli molto più elevati. Una situazione preoccupante.


Il cda di RcsMediagroup boccia l’offerta. Messina e Tamburi con Cairo (La Repubblica)

Il quotidiano scrive che il board di RcsMediagroup ha bocciato l’offerta di scambio di Cairo Communication. Secondo il consiglio di amministrazione la proposta di Urbano Cairo sarebbe troppo bassa.

Il cda ha innanzitutto confermato che l’offerta non è stata concordata né preventivamente comunicata alla società e che quindi “non è da considerarsi amichevole”. Il suo valore, che quantifica ogni azione 0,551 euro prima dello stacco del dividendo e 0,527 euro dopo lo stacco, sarebbe decisamente inferiore rispetto alla media delle valutazioni degli analisti (a 0,81 euro lo scorso 8 aprile).

L’azione di risanamento avviata dall’amministratrice delegata Laura Cioli, però, rischia di congelarsi per effetto delle condizioni che Cairo ha sottoposto nella sua offerta, che escludono rimborsi dei crediti fino all’approvazione del bilancio 2017.

Questo scritto è redatto a solo scopo informativo, può essere modificato in qualsiasi momento e NON può essere considerato sollecitazione al pubblico risparmio. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità in merito all’uso delle informazioni ivi riportate.
Tutte le ultime su: rassegna stampa