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Rassegna stampa economica del 1° marzo 2017

di Edoardo Fagnani 1 mar 2017 ore 08:00 Le news sul tuo Smartphone

Mini-Bond, in quattro anni emissioni per 11,5 miliardi (Il Sole24Ore)

Il Sole24Ore ha ripreso i risultati del terzo rapporto realizzato dall’Osservatorio Mini-Bond della School of Management del Politecnico di Milano. L’analisi ha evidenziato che, a quattro anni dall’approvazione della legge che ha permesso anche alle piccole aziende non quotate in Borsa di raccogliere finanziamenti tramite l’emissione di bond, ben 222 società hanno collocato complessivamente 292 obbligazioni, riuscendo a raccogliere 11,5 miliardi di euro. Il quotidiano finanziario ha evidenziato che si è allargato il numero di investitori focalizzato su questa tipologia di titoli. Molto elevata la presenza di investitori istituzionali, che coprono il 28% del mercato italiano dei minibond, appena dietro ai fondi di private debt, che possono contare sul 31% del mercato. “La terza categoria di investitori attiva sul mercato è composta dalle assicurazioni (11%), che in buona parte sono estere”, ha precisato Il Sole24Ore.

 

Donnet: nessuna fretta su Intesa (MF)

MF ha riportato la notizia che la partecipazione detenuta da Generali in IntesaSanpaolo è pari al 3,4% del capitale. Il quotidiano finanziario ha evidenziato che la compagnia assicurativa potrebbe decidere di cedere questa partecipazione, dopo che IntesaSanpaolo ha chiuso definitivamente le porte a un possibile progetto di integrazione con il Leone di Triste. Tuttavia, il numero uno di Generali, Philippe Donnet, sembra prendere tempo. "La partecipazione in Intesa è un valore. In prospettiva non so che cosa Generali deciderà in merito", ha dichiarato il manager, che ha poi aggiunto "abbiamo questa partecipazione e vedremo che cosa ne faremo". Donnet ha anche ricordato la vocazione internazionale di Generali, ribandendo la volontà di crescere fuori dai confini italiani, in modo da ridurre il rischio operativo del gruppo.

 

Più tecnologia, contenuti e prodotti. Tim cambia e investe 11 miliardi (Corriere della Sera)

Il Corriere della Sera ha intervistato Flavio Cattaneo, numero uno di Tim. Il manager fatto il punto della situazione sul presente e sul futuro della compagnia a una decina di mesi dal suo insediamento. Secondo il manager Tim deve cambiare mentalità, riducendo e semplificando i processi per rendere più efficace ed efficiente l’azienda e per poter dare un servizio migliore ai clienti.
Tim deve poi puntare all’allargamento dell’offerta, che va dai contenuti ad altri prodotti nei mercati “adiacenti”.
Cattaneo intende fornire al cliente qualsiasi oggetto di alta qualità che sia collegato alla rete, al prezzo più conveniente e alla velocità massima possibile.
Il gruppo - secondo le parole di Cattaneo - pensa poi a un nuovo marchio “no frills”, che avrà offerte semplici, pochissime tariffe per un cliente attento al prezzo e all’essenzialità piuttosto che a servizi aggiuntivi.

 

Un 2016 in retromarcia per il gruppo Bolloré (La Repubblica)

La Repubblica ha fatto il punto della situazione sui conti della galassia del finanziere bretone Vincent Bolloré. Mentre il colosso della pubblicità Havas regala ancora delle soddisfazioni al suo maggior azionista, il gruppo della famiglia che controlla le attività nella logistica in Africa, nelle batterie per le macchine e il 20% di Vivendi, ha chiuso il 2016 in retromarcia.
Secondo La Repubblica stando ai preliminari Groupe Bolloré ha chiuso l’anno con ricavi in calo del 7% a 10,07 miliardi di euro rispetto ai 10,82 del 2015. Colpa dell’effetto negativo dei cambi, che da solo ha pesato per 252 milioni di euro sul fatturato della holding francese. A tassi di cambio costanti, la flessione sarebbe stata limitata al 5%.

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