Consigliabile investire in Europa. Per diversi motivi
Guardando ai fondamentali delle aziende, Herro si dichiara piuttosto positivo riguardo alle azioni internazionali per la seconda metà del 2014
di Redazione Soldionline 14 lug 2014 ore 11:11
David Herro, Chief Investment Officer, International Equities (Harris Associates)
Guardando ai fondamentali delle aziende, Herro si dichiara piuttosto positivo riguardo alle azioni internazionali per la seconda metà del 2014.
"Siamo reduci da un 2013 molto positivo, caratterizzato da un aumento generalizzato nei titoli dal 15% al 30%, a seconda dell’area geografica. Naturalmente, i mercati emergenti non sono andati così bene. Ma quest'anno prevediamo comunque di vedere buoni guadagni, considerata la crescita degli utili aziendali in tutto il mondo e il fatto che le valutazioni sono ancora piuttosto interessanti", afferma Herro.
Herro individua opportunità su quasi tutti i mercati sviluppati, mentre vi è ancora qualche difficoltà ad individuare società di qualità sottovalutate nei mercati emergenti.
"Troviamo valore in società multinazionali con sede in Europa, negli Stati Uniti e in Giappone e che operano nei mercati emergenti. Alcuni prezzi azionari sono stati lievemente condizionati nel breve termine dai deboli tassi di cambio dei mercati emergenti e dall’inversione del ciclo economico. Tali titoli, rappresentano opportunità interessanti".
Inoltre, Herro ritiene che alcune di tali multinazionali che si rivolgono ai consumatori dei mercati emergenti, potranno beneficiare dalla crescita di tali aree nei prossimi anni.
INDIVIDUARE TITOLI DI QUALITA' IN EUROPA
Secondo Herro, oggi è consigliabile investire in Europa per diversi motivi. Ad esempio, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) prevede una crescita globale superiore al 3% nel 2014, contesto nel quale le imprese europee possono operare con profitto. “Il 45% del reddito operativo di aziende come Diageo e Nestlè proviene da paesi che alimentano tale prevista crescita globale, in particolare i mercati emergenti. I produttori di automobili di lusso come Daimler e BMW hanno potenzialmente davanti a sé due tipi di percorso di crescita: da un lato, il settore sta strutturalmente prendendo quota all'interno del comparto nel suo insieme e, dall'altro, si ravvisano notevoli opportunità di crescita nei mercati emergenti" afferma Herro. (Le opinioni espresse su determinate società non equivalgono a consigli di acquisto o vendita di alcun titolo). Inoltre, molte società europee di qualità elevata hanno approfittato della situazione di crisi per ripulire i propri bilanci, tagliare i costi, ridurre le spese in conto capitale ed accumulare liquidità. In particolare, Herro continua ad individuare valore nelle banche europee.
LE PROSPETTIVE PER IL GIAPPONE
Secondo Herro, l’Abenomics è stata piuttosto positiva per i mercati azionari giapponesi. Tuttavia, egli ritiene che il governo debba completare tale processo con l'attuazione di riforme strutturali solide. "Se le riforme saranno attuate e continueremo a vedere progressi sul fronte deflazionistico, vedremo emergere uno scenario molto positivo per il prezzo dei titoli giapponesi", afferma Herro. Egli sottolinea come il prezzo delle azioni giapponesi si sia indebolito lievemente a partire da inizio anno, mentre i rendimenti aziendali hanno continuato a rafforzarsi. "Un buon completamento dell'iniziativa Abenomics, specialmente in termini di riforme strutturali, avrà un impatto molto positivo sul prezzo dei titoli giapponesi", sostiene Herro.
I PRINCIPALI RISCHI MACROECONOMICI
Secondo Herro, uno dei maggiori rischi a livello macroeconomico è rappresentato da una possibile inversione di tendenza della crescita europea. "L'Europa è attualmente in una fase di ripresa. L'inversione di questo processo per qualsiasi ragione, sarebbe dannosa per i mercati azionari". Inoltre, negli ultimi mesi il rischio politico è aumentato in molte parti del mondo, come in Russia ed Ucraina, per non dimenticare le tensioni nella regione asiatica tra la Cina e i paesi limitrofi. "Tali rischi sembrano essere sempre presenti, e riteniamo che, in ultima istanza, il mercato sia in grado di farsi strada tra tali macro fattori e prendano piede i fondamentali economici e di business", sostiene Herro,
Guardando ai fondamentali delle aziende, Herro si dichiara piuttosto positivo riguardo alle azioni internazionali per la seconda metà del 2014.
"Siamo reduci da un 2013 molto positivo, caratterizzato da un aumento generalizzato nei titoli dal 15% al 30%, a seconda dell’area geografica. Naturalmente, i mercati emergenti non sono andati così bene. Ma quest'anno prevediamo comunque di vedere buoni guadagni, considerata la crescita degli utili aziendali in tutto il mondo e il fatto che le valutazioni sono ancora piuttosto interessanti", afferma Herro.
Herro individua opportunità su quasi tutti i mercati sviluppati, mentre vi è ancora qualche difficoltà ad individuare società di qualità sottovalutate nei mercati emergenti.
"Troviamo valore in società multinazionali con sede in Europa, negli Stati Uniti e in Giappone e che operano nei mercati emergenti. Alcuni prezzi azionari sono stati lievemente condizionati nel breve termine dai deboli tassi di cambio dei mercati emergenti e dall’inversione del ciclo economico. Tali titoli, rappresentano opportunità interessanti".
Inoltre, Herro ritiene che alcune di tali multinazionali che si rivolgono ai consumatori dei mercati emergenti, potranno beneficiare dalla crescita di tali aree nei prossimi anni.

Secondo Herro, oggi è consigliabile investire in Europa per diversi motivi. Ad esempio, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) prevede una crescita globale superiore al 3% nel 2014, contesto nel quale le imprese europee possono operare con profitto. “Il 45% del reddito operativo di aziende come Diageo e Nestlè proviene da paesi che alimentano tale prevista crescita globale, in particolare i mercati emergenti. I produttori di automobili di lusso come Daimler e BMW hanno potenzialmente davanti a sé due tipi di percorso di crescita: da un lato, il settore sta strutturalmente prendendo quota all'interno del comparto nel suo insieme e, dall'altro, si ravvisano notevoli opportunità di crescita nei mercati emergenti" afferma Herro. (Le opinioni espresse su determinate società non equivalgono a consigli di acquisto o vendita di alcun titolo). Inoltre, molte società europee di qualità elevata hanno approfittato della situazione di crisi per ripulire i propri bilanci, tagliare i costi, ridurre le spese in conto capitale ed accumulare liquidità. In particolare, Herro continua ad individuare valore nelle banche europee.
LE PROSPETTIVE PER IL GIAPPONE
Secondo Herro, l’Abenomics è stata piuttosto positiva per i mercati azionari giapponesi. Tuttavia, egli ritiene che il governo debba completare tale processo con l'attuazione di riforme strutturali solide. "Se le riforme saranno attuate e continueremo a vedere progressi sul fronte deflazionistico, vedremo emergere uno scenario molto positivo per il prezzo dei titoli giapponesi", afferma Herro. Egli sottolinea come il prezzo delle azioni giapponesi si sia indebolito lievemente a partire da inizio anno, mentre i rendimenti aziendali hanno continuato a rafforzarsi. "Un buon completamento dell'iniziativa Abenomics, specialmente in termini di riforme strutturali, avrà un impatto molto positivo sul prezzo dei titoli giapponesi", sostiene Herro.
I PRINCIPALI RISCHI MACROECONOMICI
Secondo Herro, uno dei maggiori rischi a livello macroeconomico è rappresentato da una possibile inversione di tendenza della crescita europea. "L'Europa è attualmente in una fase di ripresa. L'inversione di questo processo per qualsiasi ragione, sarebbe dannosa per i mercati azionari". Inoltre, negli ultimi mesi il rischio politico è aumentato in molte parti del mondo, come in Russia ed Ucraina, per non dimenticare le tensioni nella regione asiatica tra la Cina e i paesi limitrofi. "Tali rischi sembrano essere sempre presenti, e riteniamo che, in ultima istanza, il mercato sia in grado di farsi strada tra tali macro fattori e prendano piede i fondamentali economici e di business", sostiene Herro,