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La scure di Moody's su Seat

Gli analisti hanno deciso di declassare da "Ca" a "C" il rating nei confronti di Seat Pagine Gialle. L'agenzia ha anche comunicato che ritirerà tutti i rating sulla società

di Edoardo Fagnani 6 dic 2013 ore 13:30

Seat Pagine Gialle
Gli analisti di Moody's hanno deciso di declassare da "Ca" a "C" il rating nei confronti di Seat Pagine Gialle. L'agenzia ha anche comunicato che ritirerà tutti i rating sulla società. Secondo Moody's dopo il recente deterioramento nella performance operativa ci sono probabilità di perdite superiori al 70% per i creditori. La scelta di Moody's arriva dopo che il Tribunale di Torino ha disposto di rinviare l'adunanza dei creditori del gruppo dal 30 gennaio 2014 al 15 luglio 2014. Secondo l'agenzia di rating non è detto che questo rinvio sarà mantenuto. La società è appesantita da un debito pari a 1,4 miliardi e un patrimonio netto negativo pari a 1,1 miliardi di euro.
MF di martedì 3 dicembre ha scritto che, secondo i soci di minoranza di Seat Pagine Gialle, la banca britannica RBS non avrebbe vigilato in maniera adeguata sul merito di credito della società editoriale. Il quotidiano finanziario ha ricordato che l’istituto nel 2003 era stato uno dei principali finanziatori del leverage buyout, mentre l’anno successivo stipulò il finanziamento da 2,75 miliardi di euro che consentì la distribuzione del maxidividendo della società.

Alitalia
Il Sole24Ore di sabato 30 novembre ha scritto che una delegazione di Alitalia sarebbe volata a Mosca per sondare l’interesse di Aeroflot a investire nella compagnia aerea italiana. Il quotidiano finanziario ha aggiunto che ci sarebbero altri soggetti interessati a investire in Alitalia, quando potranno intervenire nuovi soci disposti a sottoscrivere l’inoptato. Tuttavia, alcuni quotidiani russi hanno scritto che Aeroflot non sarebbe intenzionata a entrare nel capitale di Alitalia.
Anche Ferrovie dello Stato ha dichiarato che al momento non è interessata a entrare nel capitale di Alitalia.
Pure Ryanair ha puntualizzato che non parteciperà all’aumento di capitale della compagnia aerea italiana.
Il Sole24Ore di mercoledì 4 dicembre ha evidenziato che mentre sono svanite le speranze sull'arrivo dei cavalieri bianchi del Medio Oriente, entro 5 giorni i soci italiani di Alitalia dovranno versare 38,5 milioni di euro se vogliono che il piano di salvataggio della compagnia vada in porto. L'ultima candidata all'ingresso nel capitale di Alitalia che ha mollato il colpo è stata Qatar Airways, che ha negato ogni interesse per Alitalia.
Il Messaggero di martedì 3 dicembre ha riportato le dichiarazioni del numero uno di Poste Italiane, Massimo Sarmi. Il manager ha ribadito che l’azienda interverrà solo con la sottoscrizione dell’aumento di capitale della compagnia aerea e prevede un ritorno all’utile di Alitalia nel 2016.
Secondo quanto riportato da alcune agenzie stampa, è stata chiesta la condanna a quattro anni di reclusione per l'ex presidente della Corte costituzionale, Antonio Baldassarre, e per l'ex numero uno di Autostrade, Giancarlo Elia Valori, nell’ambito del processo relativo alla tentata scalata di Alitalia nel 2007. I due manager sono accusati di manipolazione del mercato e aggiotaggio.

Portogallo
Il Portogallo ha perfezionato un'operazione di concambio di titoli di stato. Nel dettaglio, lo stato ha riacquistato 837 milioni di euro di obbligazioni con scadenza a giugno 2014 (cedola 4,375%), 1,64 miliardi di euro di titoli in scadenza nell'ottobre 2014 (cedola 3,36%) e oltre 4,16 miliardi di euro del titolo con scadenza a giugno 2015 (cedola 3,35%). In cambio, il Portogallo ha emesso 2,68 miliardi di euro di bond con scadenza ottobre 2017 (cedola 4,35%) e 4 miliardi di euro del titolo con scadenza a giugno 2018 (cedola 4,45%).       


Lehman Brothers
Plus, l’inserto del sabato del quotidiano Il Sole24Ore, ha pubblicato due lettere di altrettanti risparmiatori che faticano a trasferire su diversi conti correnti i titoli di Lehman Brothers andati in default.

Grecia
L’agenzia Moody’s ha migliorato di due livelli il rating sul debito sovrano della Grecia, portandolo da “C” a “Caa3”, sulla possibilità che lo stato possa raggiungere l’obiettivo del saldo primario alla fine dell’esercizio. Tuttavia, il rating continua a classificare il paese ellenico tra gli emittenti speculativi. Le prospettive sul rating per i prossimi trimestri sono “stabili”.

Wind
L’agenzia S&P ha migliorato di un livello il rating sul debito a lungo termine di Wind, portandolo da “B+” a “BB-”, segnalando la forte importanza strategica dell’azienda per la controllante Vimpelcom. Tuttavia, il giudizio classifica ancora Wind tra gli emittenti speculativi. Le prospettive sul rating per i prossimi trimestri sono “stabili”.

Parmalat
Il Corriere della Sera di giovedì 5 dicembre ha ricordato che in questi giorni ricorre il decennale del default di Parmalat. Il quotidiano di via Solferino lo ha definito come il “più grande crac della storia europea”, avendo coinvolto 200mila risparmiatori tra azionisti e obbligazionisti. Il vecchio gruppo di Collecchio ha lasciato un buco di 14 miliardi di euro, a cui si aggiungo i 2 miliardi di euro di capitalizzazione di borsa andati in fumo.

General Motors – Ford
Secondo quanto riportato da alcune agenzie stampa, General Motors sarebbe intenzionata ad abbandonare il marchio Chevrolet in Europa entro la fine del 2015. Il colosso statunitense concentrerà le forze sui marchi Opel e Vauxhall, ultima possibilità per rilanciare il business del gruppo in Europa.
Il Corriere della Sera di venerdì 6 dicembre ha riportato le indicazioni di Ford. Il colosso statunitense è intenzionato a incrementare gli investimenti del gruppo in Europa, con l’obiettivo di tornare in utile in quest’area nel 2015.

Risanamento
Secondo quanto scritto su Il Messaggero di venerdì 6 dicembre, Luigi Zunino avrebbe lanciato una nuova proposta alle banche azioniste di Risanamento in partnership con un importante soggetto internazionale. L’ex numero uno della società immobiliare avrebbe presentato un'offerta alle banche e a Sistema Holding delle azioni possedute al prezzo unitario di 0,19 euro. In seguito Zunino lancerebbe un’OPA sulle restanti azioni al prezzo unitario di 0,25 euro.


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