NAVIGA IL SITO

L'assetto proprietario di Bankitalia

Nei giorni scorsi la Banca d'Italia ha pubblicato sul suo sito un documento per specificare il suo assetto proprietario. Ma una legge del 2005 non obbligava le banche a vendere le quote?

di Redazione Soldionline 11 giu 2013 ore 14:31
A cura di Maurizio Bertoncello

Il 29 maggio 2013, due giorni prima dell’Assemblea della Banca d’Italia del 31.05.13,  è apparso sulla destra dell’home page del sito ufficiale della Banca d’Italia, nella sezione chiarimenti ed approfondimenti, un testo dal titolo:
Assetto proprietario della Banca d’Italia

banca_italia_3In questo documento vengono sintetizzate le caratteristiche dell’assetto proprietario e della governance dell’Istituto.
Nella terza riga del documento viene fatto riferimento alla legge n. 262 del 2005, ma solo per questo aspetto art. 19 comma 2: La Banca d’Italia è Istituto di diritto pubblico.

Non si fa menzione a quanto legiferato all’art. 19 comma 10 della stessa:
Con regolamento da adottare ai sensi dell’articolo 17 della legge 23 agosto 1988, n. 400, è ridefinito l’assetto proprietario della Banca d’Italia, e sono disciplinate le modalità di trasferimento, entro tre anni dalla data di entrata in vigore della presente legge, delle quote di partecipazione al capitale della Banca d’Italia in possesso di soggetti diversi dallo Stato o da altri enti pubblici.

Il Parlamento Italiano e l’allora Presidente della Repubblica Dott. Azeglio Ciampi (che forse conosce meglio di tutti il problema) approvò, firmò e promulgò la legge 262 del 28.12.2005 che all’art. 9 comma 10 che sanciva la vendita da parte degli Istituti di credito delle quote delle Banca d’Italia allo Stato.

La legge alla fine recita:
La  presente  legge,  munita del sigillo di Stato, sarà inserita nella  Raccolta  ufficiale  degli  atti  normativi  della  Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato.
In data 05.05.2013 ho avuto una iniziativa personale ed a pagamento ed ho voluto formulare una mia proposta  sono uscito con una inserzione sul Sole 24 Ore:
LEGGI: Una proposta, sull’oro di Bankitalia, per il premier Letta


Tenuto conto che sono trascorsi circa 4 anni e mezzo dal termine del 28.12.2008 mi chiedo chi deve osservarla o farla osservare.

Analizziamo i vari soggetti.

Lo Stato e/o Organi dello Stato.
Nel caso di approvazione di una legge che impone-obbliga lo stesso Stato e/o Organi dello Stato di adempiere alla stessa probabilmente sarà la Corte dei Conti che è l’organo di rilievo costituzionale, autonomo ed indipendente da altri poteri dello Stato. La Costituzione le affida importanti funzioni di controllo (art. 100 Costituzione) e giurisdizionali (art. 103 Costituzione) definendola “organo ausiliario”.

Gli Istituti di Credito
Gli Istituti di Credito che sono i principali detentori delle quote Bankitalia avrebbero il diritto–dovere di ricordare allo Stato Italiano ed ai Suoi Organi di adempiere ad una legge dallo stesso promulgata ed i cui termini sono scaduti da molto tempo.
Il danno che stanno subendo da anni è incalcolabile ed in particolare modo, in questo momento di crisi economica-finanziaria.
Gli Istituti di credito avrebbero la necessità di smobilizzare una partecipazione che, essendosi rivalutata moltissimo e che non gli ha mai reso niente, darebbe in caso di cessione, un notevole introito finanziario ed economico.
A questo punto se non hanno intenzione di muoversi singolarmente potrebbero delegare la loro associazione di categoria ( A.B.I. ) a ricordare sistematicamente allo Stato il mancato rispetto di una legge.

Gli Azionisti degli Istituti di Credito

Gli azionisti degli Istituti di Credito, che hanno subito notevoli perdite a causa della enorme riduzione del valore delle azioni, dovrebbero sistematicamente ricordare il dovere ai loro Amministratori e cioè quello di sollecitare sistematicamente allo Stato il mancato rispetto di una legge.

In sintesi più il tempo passa più stiamo perdendo una Occasione d’ORO.
Tutte le ultime su: bankitalia
Questo scritto è redatto a solo scopo informativo, può essere modificato in qualsiasi momento e NON può essere considerato sollecitazione al pubblico risparmio. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità in merito all’uso delle informazioni ivi riportate.