Istat, l'inflazione ad aprile accelera a +0,4% su mese e +1,1% su anno
Ma pesa il dato dei Beni energetici, condizionato dal confronto con il 2020 in piena crisi Covid
di Redazione Soldionline 17 mag 2021 ore 14:35A cura di Labitalia/Adnkronos
Per aprile l'Istat conferma la stima preliminare di una accelerazione dell'inflazione con un indice nazionale dei prezzi al consumo, al lordo dei tabacchi, in aumento dello 0,4% su base mensile e dell’1,1% su base annua (da +0,8% di marzo). L’accelerazione tendenziale dell’inflazione - spiega l'istituto di statistica - "si deve essenzialmente ai prezzi dei Beni energetici, la cui crescita passa da +0,4% di marzo a +9,8% a causa sia dei prezzi della componente regolamentata (che invertono la tendenza da -2,2% a +16,8%) sia di quelli della componente non regolamentata (che accelerano da +1,7% a +6,6%)".
Questa crescita "è solo in parte compensata dall’inversione di tendenza dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (da +1,0% a -0,3%) e di quelli dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,2% a -0,7%)". Invece rallentano l'inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici portandosi entrambe a +0,3% (da +0,8% di marzo): si tratta - sottolinea l'Istat - di una discesa a un valore prossimo a quello di settembre 2020 (+0,2%, ma con un’inflazione generale negativa e pari a -0,6%).
Su base mensile l’aumento dell’indice generale - continua l'Istat - è dovuto prevalentemente alla crescita dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (+3,6%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,4%), degli Energetici non regolamentati e degli Alimentari non lavorati (+1,0% per entrambi), solo in parte compensata dalla diminuzione dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-1,2%). Commentando i risultati di aprile l'Istat sottolinea come l’accelerazione dei prezzi dei beni energetici - che traina l'indice generale - "è dovuta, però, in buona misura, al confronto con aprile 2020, quando i prezzi di questa tipologia di prodotti, anche a causa dell’emergenza sanitaria, avevano subito una diminuzione marcata rispetto al mese precedente".
Aumenta dello 0,4% su base mensile e dell’1,1% su base annua, il cosiddetto 'carrello della spesa' - che comprende i beni alimentari, per la cura della casa e della persona - amplifica la sua flessione (da -0,1% a -0,7%), portandosi a livelli che non si registravano da agosto 1997 (quando diminuirono su base annua dello 0,8%). L'Istat che evidenzia come i prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto accelerano (da +0,7% a +1,0%).
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) registra invece un aumento su base mensile dello 0,9% e dell’1,0% su base annua (da +0,6% di marzo), confermando la stima preliminare. L’aumento congiunturale dell’Ipca, più marcato rispetto a quello del Nic, è spiegato - osserva l'istituto di statistica - dalla fine dei saldi stagionali prolungatisi anche a marzo e di cui il Nic non tiene conto; i prezzi di Abbigliamento e calzature registrano infatti un aumento congiunturale pari a +5,1% e una flessione meno marcata su base annua (da -0,7% a -0,2%). L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (Foi), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,4% su base mensile e dell’1,2% su base annua.