Inps, a dicembre persi 660.000 posti su anno
Il Covid 19 ha determinato anche la contrazione dei lavoratori impiegati con contratti di prestazione occasionale
di Redazione Soldionline 18 mar 2021 ore 16:18A cura di Labitalia/Adnkronos
A dicembre 2020 l'Inps registra una perdita di posti di lavoro rispetto al medesimo periodo 2019 pari a 660.000 unità, a esito di un risultato positivo per i rapporti a tempo indeterminato (+259.000, dato di nuovo in crescita a dicembre per effetto del consistente volume di trasformazioni) e di un risultato nettamente negativo (-919.000, dato di nuovo in peggioramento a dicembre) per l’insieme delle restanti tipologie contrattuali, tra le quali si distingue l’intensa contrazione dei rapporti di lavoro a termine (-493.000). Sono i dati diffusi dall’Inps.
Il saldo annualizzato, vale a dire la differenza tra i flussi di assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi, risulta in progressiva flessione già nel corso della seconda metà del 2019, è divenuto negativo a febbraio (-27.000) ed è peggiorato a causa della caduta dell’attività produttiva conseguente all’emergenza sanitaria a marzo (-283.000) e ancor di più ad aprile (-623.000). La dinamica negativa è proseguita, seppur con un ritmo in progressivo rallentamento, raggiungendo il valore massimo a giugno (-812.000). A luglio si è avviata un’inversione di tendenza (– 758.000) proseguita lentamente fino a fine anno.
Il Covid 19 ha determinato anche la contrazione dei lavoratori impiegati con contratti di prestazione occasionale (Cpo): ad aprile 2020 essa risultava pari al – 78%; nei mesi successivi si è progressivamente attenuata fino al -10% di agosto, ed è progressivamente peggiorata nei mesi successivi fino a raggiungere il -40% a dicembre (12.000 lavoratori impegnati contro 19.900 a dicembre 2019). L’importo medio mensile lordo della remunerazione effettiva risulta a dicembre pari a 291 euro, in crescita rispetto all’anno precedente. Per quanto attiene ai lavoratori pagati con i titoli del Libretto Famiglia, a dicembre 2020 essi risultano circa 12.000, in crescita (+45%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente quando erano poco più di 8.000. Tra marzo e agosto 2020 si era registrato uno sviluppo enorme dell’utilizzo del Libretto Famiglia (a giugno i lavoratori interessati erano stati più di 300.000) da ricondurre all’introduzione del bonus per l’acquisto di servizi di baby-sitting previsto dal decreto “Cura Italia” e dal decreto “Rilancio”, pagati con titoli del libretto famiglia. Anche l’importo medio mensile lordo della remunerazione di questi lavoratori è tornato ai livelli precedenti la pandemia (172 euro a dicembre 2020 contro 161 a dicembre 2019) mentre nel periodo tra marzo e agosto oscillava tra i 500-600 euro.