Il mio gestore? E' un computer
Ecco perché le macchine in Borsa, se impostate a dovere, possono far meglio dei gestori. Un’inchiesta a 360° dedicata alle gestioni automatizzate su MoneyReport.it di questo mese
di Redazione Soldionline 16 mar 2010 ore 13:48
A cura di Salvatore Gaziano Borsaexpert.it
Estratto dall’inchiesta di copertina del n. 12 di MoneyReport
Ecco perché le macchine in Borsa, se impostate a dovere, possono far meglio dei gestori. Un’inchiesta a 360° dedicata alle gestioni automatizzate su MoneyReport.it di questo mese. Ne parliamo con Daniele Bernardi di Diaman Sim e Giuseppe Belfiori di Ft Support , due dei massimi esperti in Italia. E presentiamo in anteprima uno studio sui fondi azionari e obbligazionari mettendo a confronto più strategie attive e passive. E il risultato dice che…
I computer e le macchine hanno oramai sostituito le funzioni svolte dagli uomini in moltissime applicazioni. Ci sono robot che si sostituiscono agli operai; basta pigiare un tasto del telefonino per attivare col telecontrollo una caldaia a centinaia di chilometri di distanza. Da tempo anche nelle banche i computer hanno sostituito moltissimi bancari, tutto è automatizzato e l’intervento “umano” ridotto al minimo indispensabile. Per comprare o vendere un titolo in Borsa bastano oggi pochi clic sul proprio computer mentre solo una ventina d’anni fa c’erano anche gli operatori alle grida, gli agenti di cambio, i borsini…. Tutto è cambiato.
E se i computer sostituissero anche i banchieri e i gestori? Ovvero coloro che gestiscono i soldi? Di chi vi fidereste di più? Di un gestore esperto vestito impeccabilmente circondato da esperti, analisti e un comitato di gestione o di qualcuno che vi propone la gestione del vostro patrimonio tramite segnali di acquisto e di vendita generati da un software? Non stiamo parlando di nulla di futuribile visto che le gestioni automatizzate degli investimenti (compresi i fondi d’investimento rivolti ai risparmiatori) sono una realtà fortemente consolidata negli Stati Uniti dove più di tutto è sviluppato questo approccio.
Ma anche in Italia da qualche anno questa tendenza ha preso piede e lo scorso mese a Milano si è svolto “Quant”, uno degli appuntamenti più importanti in Italia dove si parla di metodologia “quantitativa”. Due giorni di convegni, incontri e formazione rivolti a consulenti finanziari indipendenti, promotori finanziari, gestori. Fra i promotori principali di questa manifestazione Daniele Bernardi, amministratore e fondatore di Diaman Sim nonchè gestore di fondi italiani e stranieri. Un ingegnere veneto che ha mollato 10 anni fa il lavoro di progettista di moto per l’Aprilia per seguire la passione per la Borsa, portandosi dietro un approccio basato sui numeri e la matematica. All’inizio molto ostracismo e diffidenza, poi col tempo un crescente interesse verso questo approccio come ci racconta nell’intervista pubblicata su MoneyReport.it
Un percorso particolare anche quello di Giuseppe Belfiori, co-fondatore di
Ft Support srl società dedicata allo sviluppo di software finanziari e all’erogazione di servizi e consulenza a trader privati e istituzionali, approdato alla carriera di consulente nello sviluppo di trading system dopo una laurea in ingegneria meccanica ed esperienze lavorative in settori differenti.
La conferma a una tesi che ha bene espresso molto bene il collega e libero analista finanziario Paolo Sassetti in un bell'articolo pubblicato qualche tempo fa su Soldionline dove si spiega qualcosa che accade non solo nel risparmio gestito: “gli outsider riescono ad interpretare e ad affrontare i mercati finanziari in maniera originale in quanto, non avendo l'imprinting di alcuna scuola di formazione, non hanno sedimentato modelli operativi dai quali non riescono a svincolarsi”.
Insomma chi è un habituè di un settore o si sente far parte della nomenclatura alla fine tende ad avere un approccio conservatore o al massimo furbescamente adotta la strategia gattopardesca del “cambiare tutto per cambiare nulla”. E anzi cerca in ogni modo di ostacolare e impedire la diffusione di nuove idee e nuova linfa che invece potrebbe far progredire tutto quel settore. La storia delle innovazioni e delle invenzioni è piena di questi casi.
L'occasione fornita da questa inchiesta è anche quella di presentare alcuni studi recenti realizzati in questi mesi dall'ufficio studi di BorsaExpert.it in collaborazione con Roberta Rossi, consulente finanziario indipendente e titolare del sito MoneyExpert.it che hanno condotto un'analisi a ritroso decennale delle strategie già applicate con successo da alcuni anni nei portafogli azionari, di Etf e fondi per valutare alcune possibili implementazioni e migliorie e testarne i risultati alla “macchina del tempo”.
Uno studio molto interessante che confronta strategie attive, passive e semi-passive che...
L’intera inchiesta è disponibile agli abbonati a MoneyReport.it Per scaricare l’anteprima del numero di MoneyReport di gennaio e uno Speciale estratto dell’inchiesta di copertina riservato ai lettori di Soldionline.it clicca: http://www.mediafire.com/file/mqvdth2xgyw/estrattoMoney-Report12.pdf
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Estratto dall’inchiesta di copertina del n. 12 di MoneyReport
Ecco perché le macchine in Borsa, se impostate a dovere, possono far meglio dei gestori. Un’inchiesta a 360° dedicata alle gestioni automatizzate su MoneyReport.it di questo mese. Ne parliamo con Daniele Bernardi di Diaman Sim e Giuseppe Belfiori di Ft Support , due dei massimi esperti in Italia. E presentiamo in anteprima uno studio sui fondi azionari e obbligazionari mettendo a confronto più strategie attive e passive. E il risultato dice che…

E se i computer sostituissero anche i banchieri e i gestori? Ovvero coloro che gestiscono i soldi? Di chi vi fidereste di più? Di un gestore esperto vestito impeccabilmente circondato da esperti, analisti e un comitato di gestione o di qualcuno che vi propone la gestione del vostro patrimonio tramite segnali di acquisto e di vendita generati da un software? Non stiamo parlando di nulla di futuribile visto che le gestioni automatizzate degli investimenti (compresi i fondi d’investimento rivolti ai risparmiatori) sono una realtà fortemente consolidata negli Stati Uniti dove più di tutto è sviluppato questo approccio.

Un percorso particolare anche quello di Giuseppe Belfiori, co-fondatore di

La conferma a una tesi che ha bene espresso molto bene il collega e libero analista finanziario Paolo Sassetti in un bell'articolo pubblicato qualche tempo fa su Soldionline dove si spiega qualcosa che accade non solo nel risparmio gestito: “gli outsider riescono ad interpretare e ad affrontare i mercati finanziari in maniera originale in quanto, non avendo l'imprinting di alcuna scuola di formazione, non hanno sedimentato modelli operativi dai quali non riescono a svincolarsi”.
Insomma chi è un habituè di un settore o si sente far parte della nomenclatura alla fine tende ad avere un approccio conservatore o al massimo furbescamente adotta la strategia gattopardesca del “cambiare tutto per cambiare nulla”. E anzi cerca in ogni modo di ostacolare e impedire la diffusione di nuove idee e nuova linfa che invece potrebbe far progredire tutto quel settore. La storia delle innovazioni e delle invenzioni è piena di questi casi.

Uno studio molto interessante che confronta strategie attive, passive e semi-passive che...
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