Il debt ceiling degli Usa
Gli Stati Uniti si trovano ad affrontare, una volta ancora, un difficile ostacolo, con le problematiche connesse all’innalzamento del tetto del debito pubblico (il cosiddetto debt ceiling)
di Redazione Soldionline 10 ott 2013 ore 14:21Articolo a cura di Column di Willem Verhagen, senior economist di Ing Investment Management
Gli Stati Uniti si trovano ad affrontare, una volta ancora, un difficile ostacolo, con le problematiche connesse all’innalzamento del tetto del debito pubblico (il cosiddetto debt ceiling). La sceneggiatura di questo dramma è ormai nota: all’avvicinarsi della scadenza il dibattito si scalda e le due parti sembrano su posizioni inamovibili. Alla fine, si trova sempre un compromesso dell’ultimo minuto perché un mancato accordo avrebbe conseguenze pesanti per l’economia. Lo scenario alternativo, infatti, prevede un default tecnico del debito Usa con impatti gravi e di lungo periodo.
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Se così fosse, infatti, il più importante “porto sicuro” a livello mondiale non sarebbe più tale e questo porterebbe a un aumento del premio per il rischio diffuso e strutturale. In aggiunta a ciò, un default potrebbe dare avvio a una serie incredibilmente complessa di eventi pressoché impossibile da prevedere. Sul sistema incombe quindi Il rischio di un “arresto cardiaco” finanziario, simile a quello legato al crack di Lehman, con una possibilità però molto minore di riportare in vita il paziente a causa dello spazio limitato per ricorrere a ulteriori manovre monetarie e fiscali.
Proprio perché le conseguenze sarebbero inimmaginabili, il mercato nel suo complesso si aspetta che i giocatori agiscano ancora in modo razionale. E questo è anche il nostro scenario base. Sembra che questa volta Obama abbia in mano le carte migliori, dato che non dovrà più confrontarsi con l’elettorato ed è quindi disposto a difendere le proprie posizioni (nello specifico l’Obamacare) a qualsiasi costo. Nel frattempo, secondo quanto emerge dai sondaggi, i Repubblicani saranno la parte maggiormente biasimata in caso di fall-out conseguente al mancato raggiungimento dell’accordo, con gravi ripercussioni a livello politico per le elezioni al Congresso del 2014. Un certo numero di deputati moderati Repubblicani ha già dichiarato la propria volontà di votare con i Democratici per salvaguardare l’interesse nazionale, e anche il proprio, in ultima analisi. Infine vi sono segnali secondo cui l’attenzione si starebbe spostando dall’Obamacare verso il programma assistenziale e la riforma fiscale, dove un compromesso potrebbe essere raggiunto con maggiore facilità grazie a un’estensione di breve periodo del tetto sul debito.
Ciò detto, riconosciamo che vi sia un rischio non trascurabile di calcoli politici errati che potrebbero portare a un grave incidente. Sapendo di avere la mano migliore, i Democratici potrebbero essere meno propensi a un compromesso e quindi a concedere ai Repubblicani un’onorevole ritirata. Al tempo stesso, per i Repubblicani questa rappresenta l’ultima chance per modificare o addirittura abolire l’Obamacare. Dal loro punto di vista si tratta di una questione fondamentale e potrebbero anche decidere che il fine giustifica i mezzi. Nello specifico, su questo punto il leader repubblicano Boehner si gioca la propria carriera politica.
Per rendere le cose ancora più complesse, la data in cui le casse del Tesoro saranno vuote non è certa, vista l’imprevedibilità dei pagamenti e degli incassi. Consapevoli di questo, i politici potrebbero continuare a tergiversare anche dopo il 17 ottobre (data in cui gli Usa saranno formalmente insolvibili) nella speranza che lo schieramento opposto prenda l’iniziativa. E’ come se due macchine stessero gareggiando dirette verso la scogliera ma nessuno dei due piloti conoscesse l’esatta distanza dal ciglio. Per fortuna vi sono alcuni sistemi di protezione in caso di superamento del limite, ma non vi è la certezza che nella pratica possano essere sufficientemente solidi. E comunque, anche un loro azionamento richiederebbe difficili decisioni politiche.
Il primo livello di sicurezza si sostanzia nel dare priorità ai debiti e al pagamento degli interessi e potrebbe portare a una diminuzione dell’onere in scia a una contrazione fiscale del 4% da un giorno con l’altro. Questa opzione, se protratta troppo a lungo, provocherebbe certamente una grave recessione, pur evitando la peggiore opzione di un default. Il problema è che la settimana scorsa il Tesoro ha dichiarato che questa soluzione non è tecnicamente possibile. Ovviamente una tale dichiarazione potrebbe essere una scusa per mantenere elevata la pressione, ma nessuno può contare con sicurezza sul fatto che una tale strada possa prevenire la catastrofe al 100%.
In alternativa, il Tesoro avrebbe la possibilità di violare la legge sul debt ceiling continuando semplicemente a emettere debito. Questa opzione potrebbe essere giustificata dal fatto che un default violerebbe il 14° Emendamento della Costituzione il quale sancisce che “non si potrà contestare la validità dei titoli del debito pubblico degli Stati Uniti, legalmente emessi…”. Per inciso, obbligazioni emesse nel corso del periodo di rottura del tetto sul debito potrebbero andare incontro a un elevato rischio di default in quanto “non legalmente” emesse. Ironicamente, gli Stati Uniti avrebbero una versione delle obbligazioni “blu e rosse” ben prima dell’Europa!
In aggiunta, il tetto sul debito potrebbe essere aggirato coinvolgendo la Fed, anche se questo potrebbe richiedere una violazione del Federal Reserve Act. Il Tesoro non solo può battere ampie quantità di moneta e depositarle presso la Fed, ma la Fed può anche permettere uno scoperto sul “conto” detenuto dal Tesoro, nella forma di un finanziamento diretto del deficit di bilancio, un peccato mortale nei circoli della finanza. Maggiore indulgenza si potrebbe avere con riguardo a un finanziamento indiretto attraverso una riduzione del costo del denaro rispetto al normale. Agendo in questo modo, Bernanke avrebbe un posto nei libri di storia in quanto salvatore degli Stati Uniti e dell’economia mondiale. Anche il fatto di poter essere licenziato non sarebbe un ostacolo per lui, visto che il suo mandato è comunque prossimo alla scadenza. Un’azione simile, però, con la decisione di isolare ulteriormente i politici Repubblicani, avrebbe conseguenze sulla futura indipendenza della Fed, dove alcuni repubblicani sono già molto critici per le politiche di quantitative easing.
Per concludere, non ci aspettiamo che i limiti sul tetto del debito possano diventare inderogabili e se anche così fosse c’è una discreta chance che possano essere adottate una o più opzioni di sicurezza per prevenire il default. Nel caso di dovesse far ricorso all’ultima menzionata qua sopra, questo avrebbe sicuramente un costo in termini di ulteriore polarizzazione e acredine politica, incertezza e, in ultima analisi, di aumento del premio per il rischio. Nonostante tutte le possibili riflessioni, vi è sempre la possibilità che qualcosa vada storto e che si debbano affrontare momenti drammatici fino al via libera da Capitol Hill.