Gas russo ed export in Cina la crisi tedesca viene da Est (La Repubblica)
di Redazione Lapenna del Web 25 ago 2022 ore 08:01 Le news sul tuo SmartphoneRobert Habeck, primo misitro dell'economia sostenibile in Germania, aveva immaginato un "superdicastero" che potesse scortare il suo Paese verso una nuova era a emissioni zero. I piani sono stati disattesi, come spiega Tonia Mastrobuoni nel suo articolo per La Repubblica: crisi energetica e conflitto in Ucraina hanno obbligato il leader dei “Gruenen” a diventare meno “verde”.
Fino a sei mesi fa, la Germania importava il 55% del gas e un terzo del petrolio dalla Russia. Adesso, con l'affrancamento sempre più pressante dalle forniture russe, Habeck ha dovuto rimangiarsi la promessa sull'uscita dal carbone. Ha inoltre annunciato la costruzione di due rigassificatori che importeranno anche l'"affatto verde" metano americano ricavato dal fracking. Scholz si prepara dunque a un "inverno molto critico", a causa dei decenni di mancata diversificazione del mix energetico del Paese.
Anche la Cina è fonte di preoccupazione per Berlino: la globalizzazione ha da sempre sostenuto le attività dell'export tedesco, e il Paese per anni ha "fatto finta di non vedere l’involuzione autocratica di Pechino", scrive Repubblica. Dal 2016 la Cina è il primo partner commerciale della Germania, con un export che vale il 7% del totale. Tuttavia, le mire geopolitiche su Taiwan del "partner strategico" preoccupano non poco. Il caso Russia, spiega Mastrobuoni, ha dimostrato quanto sia vulnerabile la Germania agli shock geopolitici, "ma non è nulla in confronto a quanto potrebbe accadere nel caso di una rottura con la Cina".
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