FOMC – Riduzione degli acquisti: se non ora, quando?
La riunione del FOMC di dicembre, con le nuove previsioni macroeconomiche e l’ultima conferenza stampa di Bernanke, potrebbe segnare la svolta su QE3
di Redazione Soldionline 18 dic 2013 ore 13:43
Articolo a cura di IntesaSanpaolo
La riunione del FOMC di dicembre, con le nuove previsioni macroeconomiche e l’ultima conferenza stampa di Bernanke, potrebbe segnare la svolta su QE3. Prevediamo per la prossima riunione un annuncio dell’inizio della riduzione degli acquisti, con un calo di circa 5-10 mld di dollari di Treasuries a gennaio. Alla riduzione degli acquisti probabilmente il FOMC assocerà un aumento di stimolo attraverso un rafforzamento della forward guidance, con riferimenti all’inflazione e una comunicazione più esplicita che separi interventi su QE3 dallo scenario dei tassi. Lo sforzo della Fed nel 2014 sarà mirato a controllare la curva dei rendimenti mentre riduce gradualmente gli acquisti di titoli. I tassi saranno fermi molto a lungo, almeno fino a metà 2015.
L’esito della riunione del FOMC del 17-18 dicembre è avvolto nell’incertezza, con poche dichiarazioni da parte dei membri “centristi” del Comitato. Dopo la delusione delle aspettative di riduzione di settembre, il FOMC ha scelto un quasi totale silenzio stampa per dicembre. Le informazioni “ufficiali” in circolazione sono quelle dei verbali di ottobre, secondo cui la riduzione degli acquisti potrebbe avvenire “a una delle prossime riunioni”. All’ultimo momento, appena prima dell’inizio dell’embargo delle dichiarazioni una settimana prima della riunione, Bullard (St Louis, votante 2013) ha detto che il miglioramento del mercato del lavoro ha aumentato le probabilità di una riduzione degli acquisti.
Bullard ha aggiunto che in ogni caso la riduzione sarebbe molto contenuta alla luce del livello ancora estremamente basso dell’inflazione, ben al di sotto dell’obiettivo della Fed. Con una diminuzione molto modesta, secondo il Presidente della St Louis Fed, la Banca centrale avrebbe “la possibilità di valutare attentamente l’andamento dell’inflazione nella prima metà del 2014 (…): se non si materializzasse il ritorno verso l’obiettivo, il Comitato potrebbe mettere in pausa la riduzione”. Il commento di Bullard, che è tipicamente un “centrista” nel Comitato, conferma l’aumento della probabilità di una riduzione degli acquisti già a dicembre.
I principali ostacoli alla riduzione di QE3 sono eliminati: le informazioni congiunturali dell’autunno sono state omogeneamente (e sorprendentemente) positive, anche nei mesi della crisi fiscale, lo scenario fiscale si è chiarito e la restrizione sarà minore del previsto, le condizioni finanziarie restano ampiamente espansive e le aspettative sui tassi sono in linea con le proiezioni della Fed, pur in presenza di probabilità crescenti di “tapering”. Aspettare ancora potrebbe aumentare la volatilità sul mercato, senza dare grandi vantaggi.
Riteniamo che una svolta su QE3 sia più probabile con una conferenza stampa, anche perché la Fed vorrà forse associare all’inizio della riduzione degli acquisti nuove forme di condizionalità, legate anche all’inflazione e mirate a rendere più credibile l’impegno a mantenere i tassi fermi anche dopo il raggiungimento della soglia del 6,5% per il tasso di disoccupazione. Per rendere più efficace lo stimolo verbale della comunicazione, la conferenza stampa è importante. Inoltre, a dicembre verranno pubblicate le proiezioni macroeconomiche e dei tassi. Queste dovrebbero confermare una crescita in accelerazione, al di sopra del potenziale su tutto l’orizzonte previsivo, una graduale ripresa dell’inflazione e un tasso di disoccupazione al livello di equilibrio nel 2016. Le indicazioni sui tassi dovrebbero essere simili a quelle di settembre, con la previsione mediana all’1% a fine 2015 e al 2% a fine 2016, ben al di sotto del livello di lungo termine (indicato al 4% dalla maggioranza dei partecipanti al FOMC). La conferenza stampa sottolineerà queste indicazioni come il segnale esplicito che la Fed intende mantenere un atteggiamento di politica monetaria straordinariamente accomodante molto oltre il consolidamento della ripresa.
Se la svolta non fosse annunciata a dicembre, si dovrebbe aspettare o fine gennaio (senza conferenza stampa) o metà marzo (con conferenza stampa). Considerando che verrà comunque ribadita la condizionalità della riduzione all’evoluzione congiunturale, il FOMC dovrebbe ritenere più prudente un inizio ravvicinato, che permette un ritmo di riduzione molto graduale, rispetto a una nuova dilazione che, in caso di consolidamento della ripresa, potrebbe determinare interventi più bruschi e rischiosi per i mercati e per l’economia. La nostra previsione è quindi che alla riunione della prossima settimana il Comitato annunci la riduzione degli acquisti di Treasuries, per un ammontare compreso fra 5 e 10 mld di dollari da attuare a gennaio, lasciando invariati per ora gli MBS.
La riunione del FOMC di dicembre, con le nuove previsioni macroeconomiche e l’ultima conferenza stampa di Bernanke, potrebbe segnare la svolta su QE3. Prevediamo per la prossima riunione un annuncio dell’inizio della riduzione degli acquisti, con un calo di circa 5-10 mld di dollari di Treasuries a gennaio. Alla riduzione degli acquisti probabilmente il FOMC assocerà un aumento di stimolo attraverso un rafforzamento della forward guidance, con riferimenti all’inflazione e una comunicazione più esplicita che separi interventi su QE3 dallo scenario dei tassi. Lo sforzo della Fed nel 2014 sarà mirato a controllare la curva dei rendimenti mentre riduce gradualmente gli acquisti di titoli. I tassi saranno fermi molto a lungo, almeno fino a metà 2015.
L’esito della riunione del FOMC del 17-18 dicembre è avvolto nell’incertezza, con poche dichiarazioni da parte dei membri “centristi” del Comitato. Dopo la delusione delle aspettative di riduzione di settembre, il FOMC ha scelto un quasi totale silenzio stampa per dicembre. Le informazioni “ufficiali” in circolazione sono quelle dei verbali di ottobre, secondo cui la riduzione degli acquisti potrebbe avvenire “a una delle prossime riunioni”. All’ultimo momento, appena prima dell’inizio dell’embargo delle dichiarazioni una settimana prima della riunione, Bullard (St Louis, votante 2013) ha detto che il miglioramento del mercato del lavoro ha aumentato le probabilità di una riduzione degli acquisti.
Bullard ha aggiunto che in ogni caso la riduzione sarebbe molto contenuta alla luce del livello ancora estremamente basso dell’inflazione, ben al di sotto dell’obiettivo della Fed. Con una diminuzione molto modesta, secondo il Presidente della St Louis Fed, la Banca centrale avrebbe “la possibilità di valutare attentamente l’andamento dell’inflazione nella prima metà del 2014 (…): se non si materializzasse il ritorno verso l’obiettivo, il Comitato potrebbe mettere in pausa la riduzione”. Il commento di Bullard, che è tipicamente un “centrista” nel Comitato, conferma l’aumento della probabilità di una riduzione degli acquisti già a dicembre.
I principali ostacoli alla riduzione di QE3 sono eliminati: le informazioni congiunturali dell’autunno sono state omogeneamente (e sorprendentemente) positive, anche nei mesi della crisi fiscale, lo scenario fiscale si è chiarito e la restrizione sarà minore del previsto, le condizioni finanziarie restano ampiamente espansive e le aspettative sui tassi sono in linea con le proiezioni della Fed, pur in presenza di probabilità crescenti di “tapering”. Aspettare ancora potrebbe aumentare la volatilità sul mercato, senza dare grandi vantaggi.
Riteniamo che una svolta su QE3 sia più probabile con una conferenza stampa, anche perché la Fed vorrà forse associare all’inizio della riduzione degli acquisti nuove forme di condizionalità, legate anche all’inflazione e mirate a rendere più credibile l’impegno a mantenere i tassi fermi anche dopo il raggiungimento della soglia del 6,5% per il tasso di disoccupazione. Per rendere più efficace lo stimolo verbale della comunicazione, la conferenza stampa è importante. Inoltre, a dicembre verranno pubblicate le proiezioni macroeconomiche e dei tassi. Queste dovrebbero confermare una crescita in accelerazione, al di sopra del potenziale su tutto l’orizzonte previsivo, una graduale ripresa dell’inflazione e un tasso di disoccupazione al livello di equilibrio nel 2016. Le indicazioni sui tassi dovrebbero essere simili a quelle di settembre, con la previsione mediana all’1% a fine 2015 e al 2% a fine 2016, ben al di sotto del livello di lungo termine (indicato al 4% dalla maggioranza dei partecipanti al FOMC). La conferenza stampa sottolineerà queste indicazioni come il segnale esplicito che la Fed intende mantenere un atteggiamento di politica monetaria straordinariamente accomodante molto oltre il consolidamento della ripresa.
Se la svolta non fosse annunciata a dicembre, si dovrebbe aspettare o fine gennaio (senza conferenza stampa) o metà marzo (con conferenza stampa). Considerando che verrà comunque ribadita la condizionalità della riduzione all’evoluzione congiunturale, il FOMC dovrebbe ritenere più prudente un inizio ravvicinato, che permette un ritmo di riduzione molto graduale, rispetto a una nuova dilazione che, in caso di consolidamento della ripresa, potrebbe determinare interventi più bruschi e rischiosi per i mercati e per l’economia. La nostra previsione è quindi che alla riunione della prossima settimana il Comitato annunci la riduzione degli acquisti di Treasuries, per un ammontare compreso fra 5 e 10 mld di dollari da attuare a gennaio, lasciando invariati per ora gli MBS.
Tutte le ultime su:
fomc
, quantitative easing
Questo scritto è redatto a solo scopo informativo, può essere modificato in qualsiasi momento e NON può essere considerato sollecitazione al pubblico risparmio.
Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità in merito all’uso delle informazioni ivi riportate.