BCE, le decisioni del board e le parole di Mario Draghi
Il consiglio direttivo della Banca centrale europea ha deciso di confermare la propria politica dei tassi. Cosa ha detto Mario Draghi nella successiva conferenza stampa
di Redazione Soldionline 25 lug 2019 ore 15:39 Il consiglio direttivo della Banca centrale europea ha deciso di confermare la propria politica dei tassi. Grande attenzione è, come al solito, riposta sulla conferenza stampa di Mario Draghi, con inizio alle 14.30.
SoldiOnline.it ha seguito in diretta la conferenza stampa di Draghi.
Cosa aveva detto Mario Draghi a margine della riunione del 6 giugno 2019
IL DISCORSO DI MARIO DRAGHI IN DIRETTA
15.28 - Si chiude la conferenza stampa di Mario Draghi. Appuntamento per il 12 settembre (Calendario 2019 BCE).
15.20 - Draghi ha ricordato che non è mandato della BCE tenere sotto controllo il livello dei cambi.
15.12 - Draghi ha parole di elogio per il suo successore, Christine Lagarde, che conosce da tempo e farà un lavoro egregio.
15.07 - Draghi ha commentato una dichiarazioni secondo cui 4 anni di quantitative easing non avrebbe portato agli effetti sperati. Il numero uno della BCE ha invece messo in evidenza alcuni risultati importanti, tutti positivi. Sull'inflazione bisogna probabilmente essere ancora più pazienti.
15.05 - Su una domanda relativa a un rischio di recessione (visto che Draghi ha parlato anche di scarsa probabilità di rimbalzo dell'economia a fine 2019) il banchiere ha detto che lo vede molto limitato. In molto settori ci sono segnali di resilienza.
14.53 - Secondo Draghi uno degli aspetti più importanti dell'attuale visione di Francoforte è che alla BCE non piace l'attuale situazione sul fronte dei tassi di inflazione. All'istituto non piace un cap fisso limitato al 2%. Questo ha introdotto la spiegazione di simmetria: la BCE agisce ed agirà sia che l'inflazione sia sopra che sotto il limite del 2%.
14.50 - Draghi ha confermato quanto indicato qualche settimana fa a Sintra: la BCE è pronta ad adeguare tutti i propri strumenti per sostenere l'inflazione. Il numero uno di Francoforte ha confermato che sono stati incaricati i comitati dell'Eurosistema di esaminare tutte le opzioni possibili, incluse quelle per rafforzare la forward guidance sui tassi.
14.46 - Rispondendo a una domanda sulla questione Draghi ha detto che il board ha mostrato ampio consenso sulle prospettive attuali.
14.45 - Finisce il discorso di Draghi, spazio alle domande dei giornalisti.
14.44 - Come al solito l'implementazione di riforme strutturali, per ridurre disoccupazione e aumentare resilienza a tutto tondo, è uno dei mantra di Mario Draghi. Specie per i paesi che hanno indebitamenti molto accentuati.
14.43 - Ennesima conferma da Draghi che un ampio grado di accomodamento monetario "resta necessario".
14.40 - Sulle prospettive sul livello dei prezzi al consumo, Draghi ha detto che le pressioni inflazionistiche rimangono attenuate.
14.37 - Draghi ha commentato la situazione economica dell'area euro e le sue prosettive. Il futuro è condizionato da alcuni rischi, come quelle legato alle tensioni commerciali o alla situazione dei paesi emergenti.
14.36 - Come conferma spesso, Mario Draghi ha messo in evidenza che un significativo livello di stimolo monetario continua a essere necessario per sostenere l'espansione dell'area dell'euro.
14.35 - Il presidente ha dichiarato che il board è pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti per garantire che l'inflazione si muova verso il suo obiettivo in modo strutturale.
14.32 - Secondo il numero uno BCE, se le prospettive non arriveranno vicine agli obiettivi della BCE il consiglio direttivo dovrà agire, con qualsiasi strumento a sua disposizione.
14.31 - Draghi inizia confermando quanto riportato nel comunicato dell'istituto: politica monetaria confermata, tassi bassi a lungo e continuo reinvestimento delle risorse rinvenienti dalle operazioni di acquisto titoli.
14.30 - Inizia a Francoforte il discorso di Mario Draghi. Al suo fianco Luis de Guindos, il vicepresidente della Banca Centrale Europea. Si tratta del suo terz'ultimo discorso da capo dell'istituto.
BCE, DECISIONI DI POLITICA MONETARIA DEL 25 LUGLIO 2019
Nel board di oggi la BCE ha deciso che i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno invariati rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al −0,40%. Il Consiglio direttivo si attende ora che i tassi di interesse di riferimento della BCE si mantengano su livelli pari o inferiori a quelli attuali fino almeno a tutta la prima metà del 2020 e in ogni caso finché sarà necessario per assicurare che l’inflazione continui stabilmente a convergere su livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine.
Inoltre, il Consiglio direttivo intende continuare a reinvestire, integralmente, il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma di acquisto di attività per un prolungato periodo di tempo successivamente alla data in cui inizierà a innalzare i tassi di interesse di riferimento della BCE, e in ogni caso finché sarà necessario per mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario.
Il Consiglio direttivo ha anche aperto alla possibilità di procedere con nuove misure di stimolo monetario, tra cui un "tiering system" del tasso sui depositi oppure un nuovo programma di acquisti di titoli.
Infine, il Consiglio direttivo non ha sollevato obiezioni in merito alla designazione della candidata proposta, Christine Lagarde, in sostituzoione di Mario Draghi.
BCE 25 LUGLIO 2019: COSA PREVEDEVANO GLI ANALISTI
Secondo gli analisti di IntesaSanpaolo il Consiglio potrebbe annunciare nuove misure espansive, se non vi saranno stati miglioramenti significativi delle prospettive economiche.
La situazione economica non sembrerebbe richiedere un ulteriore allentamento della politica monetaria. Si sono visti i primi segnali coerenti con un superamento del minimo di attività reale dal terzo trimestre, e la crescita del PIL coerente con le indagini congiunturali resta positiva. La stessa BCE valuta basso il rischio di recessione. L’export si sta riprendendo, la dinamica occupazionale rimane positiva. Sul fronte dell’inflazione, il costo del lavoro sta aumentando, anche se la trasmissione ai prezzi è annullata dall’aumento della produttività e dalle pressioni competitive sui margini delle imprese. La dinamica del credito è stabile e positiva. Non c’è evidenza di restrizione delle condizioni del credito, e le condizioni finanziarie si sono allentate rispetto al 6 giugno. Tuttavia, non c’è neppure il miglioramento significativo richiesto per evitare nuove azioni: quindi, la BCE dovrà sicuramente annunciare qualcosa.
Ma che cosa? Riteniamo probabile l’adozione di un orientamento espansivo nella forward guidance, che potrebbe preludere a un taglio del tasso sui depositi a -0,5% a settembre. Un taglio immediato è possibile, ma potrebbe avere ripercussioni negative sulla credibilità della Banca centrale. Una parte del consiglio direttivo sta iniziando a preoccuparsi per il rischio di apparire al traino delle valutazioni di mercato.
Probabili, e auspicabili, anche misure sull’APP (programma di acquisto di titoli). In particolare, un allontanamento dal principio di neutralità nei reinvestimenti e forse un aumento dei limiti per emittente.
Anche Quentin Fitzsimmons – gestore obbligazionario di T. Rowe Price – ritiene che nella riunione del 25 luglio la BCE possa limitarsi ad annunciare un ulteriore allentamento quantitativo, rinviando il taglio dei tassi alla riunione di settembre.
C’è un certo dibattito su cosa ci dovremmo aspettare dalla BCE, data la sua storia fatta di sorprese nel corso del mandato dell’attuale Presidente Mario Draghi, che dovrebbe finire il 31 ottobre. Con l’inflazione a livelli minimi sin dall’introduzione dell’euro, il regalo di dipartita di Mario Draghi potrebbe essere un taglio del tasso di deposito a settembre, aprendo le porte a potenziali ulteriori allentamenti da parte del suo successore.
Non a caso i mercati stanno prezzando sia i tagli dei tassi che il potenziale per un ulteriore allentamento quantitativo, il che sta spingendo i tassi dei mercati periferici dell’Eurozona al ribasso, indipendentemente dai fondamentali. Il mercato si sta solo focalizzando sugli aspetti tecnici positivi derivanti da un altro quantitative easing. L’indebolimento del quadro fiscale dell’Italia, ad esempio, attualmente viene sottovalutato. Le discussioni sull’imminente bilancio 2020 potrebbero reindirizzare l’attenzione degli investitori sul deterioramento dei fondamentali italiani, rimettendo i bond del Paese al centro del mirino.
Gero Jung – Chief Economist di Mirabaud AM – si allinea alle indicazioni dei colleghi e ritiene che l’appuntamento con un taglio dei tassi di interesse sia rinviato alla riunione di settembre.
Anche se non prevediamo alcun annuncio significativo al meeting di politica monetaria della BCE di questo giovedì, ci aspettiamo che la Banca centrale europea fissi attentamente le aspettative per un pacchetto di misure da annunciare nella riunione di settembre. È allora che ci aspettiamo una riduzione del tasso sui depositi di 10 punti base, nonché l'introduzione di un sistema di riserve differenziate per il settore bancario.
L'annuncio di un altro programma di acquisto di attività è previsto solo per il primo trimestre del prossimo anno. Nel complesso, riteniamo che sebbene dall'ultima riunione BCE la situazione economica non sia migliorata, non sia neppure così catastroficamente negativa, con il settore dei servizi che resta solido e il mercato del lavoro in continuo miglioramento.
Tuttavia l'inflazione non si muove, con la lettura della scorsa settimana dell'1,1% relativa all’inflazione core che non mostra alcun segnale di rafforzamento sottostante. Nel complesso, l'inflazione resta a livelli molto vicini a quelli del 2015, quando la BCE aveva lanciato il suo programma di QE.
Patrick Moonen – Principal Strategist Multi Asset di NN Investment Partners – invece, non esclude a priori un taglio dei tassi nella riunione del 25 luglio.
A nostro avviso, la Banca Centrale Europea potrebbe ridurre i tassi già a partire da domani, anche se è più probabile che ciò avvenga da settembre.
Ci aspettiamo che il Consiglio direttivo della BCE adatti i suoi orientamenti futuri sui tassi della politica monetaria e rafforzi le indicazioni della propria disponibilità ad allentare ulteriormente la politica nel caso in cui le prospettive economiche non migliorino.
Ulteriori segnali accomodanti dalle banche centrali, la mancanza di progressi nei negoziati commerciali USA-Cina e dati di crescita leggermente migliori provenienti dall'Europa e dai mercati emergenti sono tutti fattori emersi di recente, anche se il contesto per i mercati finanziari ha subito pochi cambiamenti materiali.
VIDEO CONFERENZA STAMPA DRAGHI