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BCE, cosa ha detto Christine Lagarde

La BCE ha ricalibrato i propri strumenti di politica monetaria, in seguito alle ricadute economiche derivanti dalla recrudescenza della pandemia dal Covid-19

di Redazione Soldionline 10 dic 2020 ore 15:35

bce-buildingNella riunione del 10 dicembre 2020 la BCE ha ricalibrato i propri strumenti di politica monetaria, in seguito alle ricadute economiche derivanti dalla recrudescenza della pandemia dal Covid-19.

Nel dettaglio, la banca centrale ha confermato i tassi di interesse: il saggio di riferimento resta fermo allo zero mentre quello sui depositi è negativo e pari al -0,5%. Inoltre, la BCE ha incrementato l'ammontare del pandemic emergency purchase programme (PEPP) portandolo da 1.350 miliardi di euro a 1.850 miliardi di euro.

Nel corso della successiva conferenza stampa, Christine Lagarde ha fornito le nuove stime sul Pil e inflazione in Europa per il triennio 2020/2022 e ha fornito alcune precisazioni sull'utilizzo del PEPP.

 

Ore 14.30: la conferenza stampa di Christine Lagarde

Ore 15.33 - Si è conclusa la conferenza stampa di Christine Lagarde. Prossimo appuntamento il 21 gennaio 2021, sempre a Francoforte.

Ore 15.19 - La numero uno della BCE ha sottolineato che negli ultimi mesi l'inflazione nell'area euro è stata eccezionalmente bassa, ma non esclude un miglioramento a breve, in seguito a diversi fattori, tra cui la ripresa della domanda.

Ore 15.15 - Christine Lagarde ha spiegato che, nel caso in cui l'andamento dell'economia fosse più favorevoli del previsto, gli acquisti di titoli nell'ambito del PEPP saranno ricalibrati.

Ore 15.12 - Christine Lagarde ha ribadito che la durata del PEPP è stata calibrata sulla durata della pandemia.

Ore 15.04 - Christine Lagarde ha ribadito che la possibilità di agire sui tassi di interesse resta una delle misure su cui la BCE può agire.

Ore 15.01 - La numero uno della BCE ha evidenziato che i rischi per l'economia non sono completamente spariti.

Ore 14.59 - Christine Lagarde ha segnalato che la BCE continurà a monitorare l'apprezzamento dell'euro, in quanto l'andamento della moneta unica influisce sull'andamento dei prezzi.

Ore 14.58 - Christine Lagarde ritiene che entro la fine del 2021 l'economia ritornerà su binari normali, per tornare ai livelli pre Covid a inizio 2022. Per questo motivo è stato rivisto il periodo in cui le nuove misure saranno adottate.

Ore 14.55 - Christine Lagarde sta spiegando i motivi che hanno portato il consiglio direttivo a ricalibrare gli strumenti di politica monetaria.

Ore 14.53 - Inizia la sessione di domande e risposte.

Ore 14.51 - Il consiglio direttivo della BCE ha rimarcato l'importanza del programma Next Generation UE per accelerare i progetti di crescita green e nel settore digitale.

Ore 14.47 - Le nuove stime sull'inflazione, nello scenario base, sono ora indicate allo 0,2% per il 2020, all'1% per l'esercizio successivo e all'1,1% e all'1,4% rispettivamente per il 2022 e il 2023.

Ore 14.45 - Christine Lagarde ha segnalato che l'inflazione resterà negativa fino a inizio 2021.

Ore 14.44 - La numero uno della BCE ha fornito le nuove indicazioni macroconomiche per il triennio 2020/2022. Nel dettaglio, il Pil europeo dovrebbe calare del 7,3% nel 2020, per poi rimbalzare del 3,9% nell'anno successivo e crescere del 4,2% nel 2022.

Ore 14.42 - Christine Lagarde ha puntualizzato che la riduzione delle misure adottate per contenere la pandemia dovrebbero far aumentare la fiducia.

Ore 14.39 - Christine Lagarde ha segnalato che il consiglio direttivo rivaluterà alcune misure di allentamento prima di giugno 2022.

Ore 14.33 - La numero uno della banca centrale sta illustrando le nuove misure deliberate dal Consiglio Direttivo.

Ore 14.30 - A Francoforte ha preso il via la conferenza stampa di Christine Lagarde.

 

Ore 13.45: le decisioni sulla politica monetaria

Nella riunione del 10 dicembre 2020 la BCE ha ricalibrato i propri strumenti di politica monetaria, in seguito alle ricadute economiche derivanti dalla recrudescenza della pandemia dal Covid-19.

Nel dettaglio, la banca centrale ha confermato i tassi di interesse: il saggio di riferimento resta fermo allo zero mentre quello sui depositi è negativo e pari al -0,5%. La banca centrale ha ribadito che i tassi resteranno a questi livelli almeno fino a quando l'inflazione convergerà saldamente su un livello sufficientemente prossimo ma inferiore al 2% nel suo orizzonte di proiezione e tale convergenza non si rifletterà in maniera coerente nelle dinamiche dell’inflazione di fondo.

Inoltre, la BCE ha incrementato l'ammontare del pandemic emergency purchase programme (PEPP) portandolo da 1.350 miliardi di euro a 1.850 miliardi di euro. L'orizzonte temporale resta esteso almeno fino alla alla fine di marzo 2022, mentre i proventi saranno reinvestiti almeno fino alla fine del 202. La BCE ha precisato che gli acquisti continueranno a essere condotti in maniera flessibile, fino a quando giudicherà superata la fase di crisi dovuta all'epidemia da coronavirus.

La BCE ha deciso anche di ricalibrare ulteriormente le condizioni applicate alla terza serie di operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (OMRLT-III). In particolare, la banca centrale ha deciso di estendere di 12 mesi, fino a giugno 2022, il periodo nel quale si applicheranno condizioni considerevolmente più favorevoli. Tre operazioni aggiuntive saranno altresì condotte fra giugno e dicembre 2021.

Parallelamente il Consiglio direttivo ha deciso di offrire quattro ulteriori operazioni di rifinanziamento a più lungo termine per l’emergenza pandemica (ORLTEP) nel 2021, che seguiteranno a fornire un efficace supporto di liquidità.

La BCE ha confermato che gli acquisti nell'ambito dell'asset purchase programme (APP) continueranno a un ritmo mensile di 20 miliardi di euro. Gli acquisti proseguiranno fino quando la BCE inzierà ad alzare i tassi di interesse di riferimento. Il Consiglio direttivo intende inoltre continuare a reinvestire, integralmente, il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del PAA per un prolungato periodo di tempo successivamente alla data in cui inizierà a innalzare i tassi di interesse di riferimento della BCE, e in ogni caso finché sarà necessario per mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario.

Infine, il Consiglio direttivo ha deciso di continuare a condurre le regolari operazioni di rifinanziamento mediante aste a tasso fisso con piena aggiudicazione dell’importo richiesto alle condizioni vigenti finché ciò sarà necessario.

Il Consiglio direttivo ha segnalato che le misure di politica monetaria assunte contribuiranno a preservare condizioni di finanziamento favorevoli nel periodo della pandemia, sostenendo il flusso del credito a tutti i settori dell’economia, sorreggendo l’attività economica e salvaguardando la stabilità dei prezzi nel medio termine. Nello stesso tempo l’incertezza rimane elevata, anche per quanto riguarda la dinamica della pandemia e la tempistica relativa ai vaccini. Di conseguenza, la BCE continuerà a seguire l’andamento del tasso di cambio in relazione alle sue possibili implicazioni per le prospettive di inflazione a medio termine. Il Consiglio direttivo resta quindi pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti, ove opportuno.

 

Ore 11.30: cosa prevedono gli analisti dalla BCE del 10 dicembre 2020

Annalisa Piazza - Fixed-Income Research Analyst di MFS IM – prevede un'espansione del programma PEPP in corso di 300-400 miliardi di euro e una proroga fino alla fine del 2021.

La BCE ha chiaramente due obiettivi in mente al momento, oltre a quello relativo all'inflazione a lungo termine: mantenere le attuali condizioni di finanziamenti agevolati ed evitare l'inasprimento delle condizioni di credito. In tale ottica, si prevede che annuncerà una "ricalibrazione" delle misure di politica monetaria in corso.

Prevediamo un'espansione del programma PEPP in corso di 300-400 miliardi di euro e una proroga fino alla fine del 2021. Sul fronte delle condizioni di credito, le generose TLTRO saranno ulteriormente estese e potrebbero essere aggiunte alcune correzioni per incentivare ulteriormente i prestiti del settore bancario. Dal punto di vista della comunicazione, sarà confermata l'attuale posizione colomba. Ci aspettiamo che il Presidente della BCE Lagarde sottolinei la necessità di mantenere l'attuale "flessibilità" nell'uso degli strumenti di intervento come il modo più efficiente per raggiungere i propri obiettivi.

Questo sarà probabilmente sufficiente ad evitare che si crei una pressione sui finanziamenti. I rappresentanti della BCE sembrano essere più o meno allineati sul fatto che un QE ulteriore sia uno degli strumenti migliori di cui la BCE dispone per sostenere una graduale passaggio dalla pandemia a una fase di ripresa. Le banche dovranno inevitabilmente affrontare un numero crescente di NPL nei prossimi mesi e la BCE deve assicurarsi che il canale del credito rimanga funzionante. L'Eurozona non può semplicemente affrontare un'altra crisi del credito.

Se la BCE dovesse effettuare la sua ricalibrazione senza alcuna significativa sorpresa al ribasso (cioè un PEPP aggiuntivo inferiore a 200 miliardi di euro), ci aspettiamo che i rendimenti dell'UEM abbiano poco margine di variazione rispetto ai livelli attuali. Crediamo che ora il prezzo sia molto più alto.

 

Sulla stessa lunghezza d’onda Gero Jung - Chief Economist di Mirabaud AM – che si focalizza anche su quale strategia comunicativa sarà adottata dalla BCE.

A nostro avviso la BCE annuncerà un aumento significativo del PEPP, il programma di acquisto di asset, di almeno 400 miliardi di euro e offrirà alle banche nuovi programmi di supporto al credito a basso costo. È improbabile che il tasso negativo sui depositi venga modificato, mentre le nuove proiezioni interne includeranno probabilmente una significativa revisione al ribasso dell’attività economica attuale, in quanto i sondaggi di novembre indicano che nel quarto trimestre l'economia si sta nuovamente contraendo. Una grande sfida riguarderà la comunicazione.

In primo luogo, saranno fatte delle osservazioni precise sulla forza dell’euro, che penalizza ulteriormente i prezzi delle merci importate e di conseguenza l'inflazione?

Un secondo punto riguarda il fatto che lo stimolo monetario è più efficace in una situazione di crisi acuta, ma meno nel rilanciare l'attività - ed eventualmente l'inflazione - quando è già estremamente accomodante. Sarà quindi importante il modo in cui la BCE comunicherà la strategia con cui intende procedere per aumentare gradualmente l'inflazione, anche se mancherà il target di "vicino ma inferiore al 2%" in un orizzonte di lungo periodo.

 

Konstantin Veit - Senior Portfolio Manager Euro Rates Desk di PIMCO – non esclude una politica monetaria più espansiva.

Ci attendiamo che la BCE aumenti e possa estendere il programma di acquisto per l’emergenza pandemica (PEPP).  Appaiono ragionevoli ulteriori 600 miliardi di euro di acquisti, portando il PEPP vicino a 2 trilioni di euro e al 17% del PIL dell'area euro e prolungando gli acquisti di sei mesi fino alla fine del 2021.

Inoltre, attendiamo ulteriori operazioni TLTRO oltre marzo 2021 e l’estensione del periodo di tasso di interesse preferenziale -1% nell'ambito del programma TLTRO-III da giugno a dicembre 2021, in linea con l’aspettativa di un’estensione del PEPP sullo stesso orizzonte. Per facilitare l'erogazione di credito attraverso il settore finanziario PIMCO ci aspettiamo che la BCE estenda le misure temporanee di allentamento delle garanzie e il regime di aggiudicazione piena a tasso fisso. Veit prevede inoltre un'ampia possibilità di ulteriori operazioni di rifinanziamento a più lungo termine per l'emergenza pandemica (PELTRO) e un aumento del moltiplicatore del tiering.

Al contrario, non dovrebbe esserci un taglio dei tassi sui depositi.

 

Anche Luca Mezzomo – economista di IntesaSanpaolo – prevede un'espansione del programma PEPP e una proroga fino alla fine del 2021, pur lasciando aperta la porta all’ipotesi di un’estensione fino  marzo 2022.

Ci attendiamo che il PEPP venga esteso fino a dicembre 2021, aumentandone il limite a 1.850 miliardi. Se volesse stupire, la BCE potrebbe spingere l’estensione fino a marzo 2022, salvo non utilizzare il margine residuo a fronte di un miglioramento convincente della situazione economica.

Riguardo al programma TLTRO III, pensiamo a un aumento degli incentivi (allungamento del periodo di applicazione dello spread negativo da giugno a dicembre 2021) e all’aggiunta di altre aste (operazione che richiederebbe però un aumento della quota di attività qualificabili che può essere rifinanziata).

Le stime di crescita 2020 saranno riviste al rialzo verso il -7,0/7,5%. Al contrario, però, le previsioni 2021 dello staff saranno tagliate rispetto a settembre, forse al 3%, e ciò potrebbe implicare forse una marginale limatura delle stime di inflazione. Non più di tanto, perché la previsione 2022 potrebbe migliorare.

 

Il video della conferenza stampa di Christine Lagarde del 10 dicembre 2020 (dalle 14.30)

 

 

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