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Dalla crisi al futuro: cosa ne pensa Francesco Arcucci

Il professor Arcucci ha evidenziato che la crisi ha colpito con tempistiche diverse i vari settori. Il primo crollo ha coinvolto gli immobili, seguito dalle azioni

di Edoardo Fagnani 1 dic 2009 ore 14:51
Nel classico incontro di fine anno organizzato dalla società di investimenti svizzera RCF, il professor Francesco Arcucci, docente ordinario di Economia degli Scambi Internazionali all’Università di Bergamo, ha fatto il punto sull’attuale situazione economica internazionale e ha cercato di delineare quali saranno le prospettive per i prossimi trimestri.

L’analisi del professor Arcucci è partita dall’attuale quadro macroeconomico e in particolare dalle quattro cause che secondo il ministro Giulio Tremonti hanno determinato l’attuale situazione di crisi.

- Mancanza di vigilanza, in particolare sulle liberalizzazioni effettuate negli ultimi anni. La vigilanza non è stata condotta perché si riteneva che i mercati avessero capacità di autoregolarsi. Questo non è successo.
- Eccesso di assunzione rischi, in particolare delle banche, che hanno alzato la leva del debito. Questo perché i vertici degli istituti hanno voluto massimizzare la redditività per ottenere bonus più elevati.
- Politica monetaria focalizzata sui prezzi piuttosto che sulla bolla speculativa.
- Squilibri internazionali, in particolare sulla bilancia dei pagamenti.

Ma secondo il professor Arcucci c’è una quinta causa e risiede nel forte aumento della produttività, che si è concentrata nel 2-3% della popolazione non in competizione con i paesi emergenti. Questo ha comportato una scarsa domanda strutturale globale, che si è accompagnata a una politica monetaria strutturalmente espansionistica (tassi di interesse bassi). Nonostante ciò non si è verificata inflazione, ma sono partite le bolle speculative, in particolare nel settore immobiliare e nel comparto azionario.

A questo punto il destino era segnato, secondo il professor Arcucci. La bolla era destinata a scoppiare come è successo. Le famiglie hanno scoperto che il patrimonio si era ridotto, mentre il valore dei debiti era rimasto invariato. Questo fenomeno è avvenuto anche per imprese e banche e molti soggetti hanno avuto difficoltà a rimborsare il debito.

Il professor Arcucci ha evidenziato che la crisi ha colpito con tempistiche diverse i vari settori. Il primo crollo ha coinvolto il mercato immobiliare (febbraio 2007), seguito dai mercati azionari. Per ultime sono arrivate le valute contro dollaro (da luglio 2008). La reazione delle autorità monetarie non si è fatta attendere ed è stata quella di portare a zero i tassi di interesse per aumentare la propensione a passare da attività più liquide a quelle meno liquide.
Arcucci ha fatto notare che il minimo per tutti i mercati è stato toccato il 9 marzo. Da quel giorno è partita una forte ripresa, che ha lasciato ai margini solo il mercato immobiliare. Questo segmento di mercato ha mostrato solo minimi segnali di ripresa.

Cosa attendersi per i prossimi trimestri? Nell’attuale scenario macroeconomico il professor Arcucci ha segnalato alcuni elementi positivi per il futuro:
- Quantitative easing
- Stimoli fiscali
- Rallentamento della flessione del PIL
- Minore utilizzo della leva del debito
- Vigilanza più attenta
- Borse in ripresa
- Imprese più positive
- Minori squilibri internazionali, in particolare per quanto riguarda la bilancia dei pagamenti degli Stati Uniti

Tuttavia, accanto a questi elementi positivi, il professor Arcucci ne segnala diversi negativi:
- Tutti gli economisti sono positivi
- P/E elevati sulle borse
- Rapporto dividendi/prezzi storicamente basso (2,5%) negli USA
- Cash/assets dei fondi troppo basso
- Mancanza di correzione a luglio/agosto con inversione dei cicli
- Si sono curati gli effetti ma i problemi restano. C’è la possibilità che una volta tolti gli stimoli finanziari i mercati possano tornare a scendere. 

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