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Dal Libano a Samoa, i nuovi paradisi fiscali ma fuori dall’Europa evadere è un rischio (La Repubblica)

di Mauro Introzzi 3 mar 2015 ore 07:10 Le news sul tuo Smartphone

tassi2Nei giorni scorsi il ministero del Tesoro ha raggiunto con Svizzera, Liechtenstein e (proprio ieri) con il principato di Monaco un accordo per eliminare il segreto bancario. La Repubblica riporta quali sono, alla luce delle ultime novità, i nuovi paradisi fiscali.
Che nel mondo ci sono ancora ma depositare lì (lontanissimo ormai dall’Europa) i soldi per non pagare le tasse può diventare davvero pericoloso. Non perché ti becchino, ma perché l’instabilità politica, o geopolitica, può repentinamente mutare gli scenari e farti perdere tutti i soldi. In altri termini che evade, ora, deve mettere in conto un rischio maggiore, superiore forse a quello di dovere pagare le tasse: perdere tutto.
Tra i singoli paesi si può ricorrere a Singapore (ma solo fino a fine 2016) o andare negli Emirati Arabi Uniti
. Ma anche questo è un paradiso fiscale in scadenza: gli Emirati hanno sottoscritto un accordo con gli Stati Uniti e dal 2018, con i dati relativi al 2017, consentiranno gli scambi informativi.
Per gli italiani le Filippine possono essere una soluzione,
hanno un basso rischio ambientale e poi hanno sottoscritto un accordo di cooperazione solo con gli Stati Uniti. Prossima, però, potrebbe essere l’adesione a un’intesa multilaterale nel 2017 e allora bisognerà ricambiare. C’è Portorico, poco collaborativo sul fronte dell’evasione, ma soprattutto c’è l’Ecuador che non ha vincoli perché non ha sottoscritto alcun accordo. Il paese latino americano però è considerato ad altissimo rischio ambientale.

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