Dagli stress test bancari nessun rischio sistemico in Europa e neppure in Italia
Secondo l'AIAF i risultati complessivi dei test fanno emergere lo scarso impatto sistemico di un eventuale scenario avverso, sia per l’area euro che per l’Italia.
di Mauro Introzzi 27 ott 2014 ore 17:25Commento a cura di AIAF-Associazione Italiana degli Analisti e Consulenti Finanziari
L’esito della valutazione approfondita (Comprehensive Assessment) condotta della BCE in collaborazione con l’Autorità Bancaria Europea (EBA) e con i supervisori nazionali, ha fatto emergere al 31 dicembre 2013 carenze patrimoniali pari a 25 mld. di Euro per 25 delle 130 banche europee incluse nel campione (circa l’85% degli attivi bancari europei). Il numero si riduce a 13 banche se si tengono in considerazione gli aumenti di capitale già realizzati nei primi 9 mesi del 2014. Di tale elenco 4 sono italiane (Monte dei Paschi di Siena, Carige, Banca Popolare di Milano e Popolare Vicenza) ma per queste ultime due i deficit di capitale sono già stati coperti con operazioni patrimoniali diverse dagli aumenti di capitale. La cifra che dovrà essere effettivamente raccolta dalle banche europee che hanno carenze di capitale diviene quindi di 9,5 mld di Euro, ma quasi tutte le banche coinvolte hanno necessità modeste, inferiori al miliardo di Euro. Fanno eccezione Banca MPS (2,1 miliardi di euro), Eurobank (Grecia, 1,8 miliardi di euro) e Banco Comercial Portugues (Portogallo 1,1 miliardi di euro). Le due banche italiane, Carige e Banca MPS, dovranno presentare entro due settimane dei piani di ricapitalizzazione e avranno a disposizione fino a un massimo di nove mesi per coprire le carenze patrimoniali individuate. Carige ha già deciso aumenti di capitale e dismissioni che sostanzialmente le consentono di raggiungere l’obiettivo. Nel caso di carenze patrimoniali emerse da scenario avverso, come è il caso, sono ammessi (in misura limitata) anche i bond convertibili.
I risultati complessivi dei test fanno emergere lo scarso impatto sistemico di un eventuale scenario avverso, sia per l’area euro che per l’Italia. Il superamento del test da parte di tutte le più grandi banche europee e italiane rassicura sulla solidità del sistema bancario, nonostante le ulteriori necessità di rafforzamento patrimoniale in Italia da parte di Banca MPS e, in misura molto più modesta, anche di Carige. Lo scenario estremamente penalizzante ipotizzato per i titoli di Stato ha senz’altro condizionato l’esito degli stress test in Italia, dove il sistema bancario non ha goduto del supporto pubblico determinatosi in altri Paesi. La serie storica dei dati sugli spread è sfavorevole per l’Italia, ma ad esempio non per la Francia che presenta oggi rischi per la finanza pubblica probabilmente superiori a quelli del nostro Paese. La Germania e i Paesi nordici sono sostanzialmente rimasti immuni (ma la Germania ha ottenuto l’esclusione delle banche regionali dallo stress test ed è peraltro anch’essa intervenuta a sostegno delle proprie banche con fondi pubblici per centinaia di miliardi di Euro) e la Spagna aveva da tempo avviato il risanamento del settore, anche grazie agli aiuti europei (per circa 40 mld di Euro, anche se utilizzati solo in parte).
In ogni caso la pubblicazione dei risultati dopo più di un anno di lavoro spazza via quell’incertezza che ha accompagnato le scelte di investimento nei mesi scorsi e apre la strada a una possibile ondata di consolidamenti, che potrebbe essere favorita anche da valutazioni in alcuni casi attraenti. Anche se la reazione dei mercati finanziari è stata nell’immediato mista, con una forte volatilità e sia sui listini azionari che sui titoli di stato, l’impatto di medio periodo dovrebbe essere positivo e potrebbe effettivamente contribuire a rendere gli investitori più fiduciosi sulla possibilità di valutare in maniera congrua i rischi e le prospettive di crescita e redditività delle diverse banche europee.
Se si esclude l’esito riguardante Banca MPS, per la quale le soluzioni per la copertura della carenza di capitale non mancano (dismissioni, aggregazioni, emissioni di ibridi o un ulteriore aumento di capitale nel 2015), il settore bancario italiano ha confermato una solidità che le deriva da un modello di business orientato all’attività tradizionale, sebbene resti esposto alla debolezza delle condizioni economiche e del mercato immobiliare.