Costi della politica: risparmio per un miliardo con tagli all’indennità dei parlamentari
Lo dice il Centro studi della Confindustria. I tagli da apportare colpirebbero il 30% delle indennità dei parlamentari. E migliorando l’efficienza della PA aumenterebbero Pil e occupazione
di Marco Delugan 17 feb 2014 ore 11:18
Si potrebbe risparmiare un miliardo l’anno “riducendo del 30% l’indennità dei parlamentari, ridimensionandone il numero, riformando le loro pensioni e abolendo i contributi ai gruppi parlamentari, i rimborsi elettorali e le spese di trasporto ma mantenendo la diaria (rimborso spese per l’esercizio del mandato parlamentare), oppure eliminandola e introducendo un tetto massimo alle spese rimborsabili”. Lo dice il Centro studi di Confindustria sulla burocrazia in una nota diramata nei giorni scorsi.
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Dallo studio di Confindustria si apprende anche che lo stipendio di un deputato italiano ammontava nel 2012 a 4,7 volte il Pil pro-capite, mentre nel Regno Unito il rapporto si fermava a 1,8. Se allo stipendio si aggiungono anche “i rimborsi spese (con e senza documentazione), i contributi ai gruppi parlamentari, i rimborsi elettorali e le spese di trasporto tale rapporto sale al 9,8 per il deputato italiano e al 6,6 per quello inglese.”
I costi della politica non si esauriscono negli stipendi e nei rimborsi spese dei deputati, ma comprendono anche quelli necessari al funzionamento di tutte le istituzioni elettive, e delle società partecipate dalla pubblica amministrazione. Secondo lo studio di Confindustria, basterebbe aumentare dell’1% l’efficienza della Pubblica Amministrazione per aumentare dello 0,9% il prodotto interno lordo e dello 0,2% l’occupazione.
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Il nodo centrale del rapporto tra Pubblica Amministrazione ed Economia sta, secondo Confindustria, non solo nei costi in quanto tali, ma anche nell’eccessivo peso della burocrazia che, con troppe regole e tempi di risposta incerti, riduce gli investimenti, e non solo dall’estero.
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