Cosa aspettarsi nei prossimi mesi? Qualche idea da Saxo Bank
L'istituto prevede che l’indice S&P500 possa toccare un picco a 1.800 punti tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014. Non esclusa una replica del 1999
di Edoardo Fagnani 7 ott 2013 ore 16:48
Saxo Bank ha tratteggiato uno scenario tra luci e ombre per l’economia mondiale e per i mercati finanziari nei prossimi mesi.
Nel corso di un evento organizzato dall’istituto, il responsabile degli investimenti, Steen Jakobsen, ha segnalato di essere ottimista sullo scenario economico nei prossimi trimestri, in quanto le cose non potrebbero andare peggio!
Secondo l’esperto negli scorsi mesi la politica ha avuto grande responsabilità sull’attuale scenario economico. Steen Jakobsen ritiene che questa situazione sia coerente con le decisioni prese a livello politico, in quanto gran parte delle risorse finanziarie non vanno a finanziare le attività produttive, in particolare quelle delle piccole-medie imprese, che negli ultimi anni hanno creato il 67% dei posti di lavoro. Soprattutto in Italia queste imprese hanno tenuto a galla il paese e saranno quelle che nei prossimi 10-15 anni faranno guadagnare soldi agli investitori.
Secondo Steen Jakobsen negli ultimi 5 anni l’Europa ha guadagnato maggiore competitività, in particolare nei confronti dell’Asia.
Tuttavia, lo strategist di Saxo Bank ritiene che il prossimo ciclo dovrebbe essere guidato dagli Stati Uniti, in quanto sono diventati il paese più competitivo dal punto di vista energetico, anche rispetto al mercato asiatico. Tuttavia, gli USA devono affrontare il problema dell’occupazione, considerando che le attuali statistiche non dicono tutta la verità.
Steen Jakobsen ritiene che il prossimo anno i tassi di interesse dei titoli di stato negli Stati Uniti toccheranno il livello minimo. Lo strategist crede che nella prima parte del 2014 la FED continuerà con la politica monetaria accomodante. Tuttavia, questa scelta non dovrebbe avere un impatto positivo sulla crescita economica: Jakobsen prevede, infatti, che la crescita negli Stati Uniti e in Germania sarà intorno allo zero.
Lo strategist è dell’idea che non ci saranno exit strategy indolori. “L’unica vera exit strategy è quella di fallire!”, ha detto a chiare lettere Jakobsen.
Steen Jakobsen ha fornito alcune previsioni sui mercati finanziari e alcune indicazioni di investimento per i prossimi trimestri.
Lo strategist di Saxo Bank prevede che l’indice S&P500 possa toccare un picco a 1.800 punti tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014. Tuttavia, questo non significa iniziare a vendere le azioni e spostare gli investimenti sulle materie prime, in particolare sull’oro. A questo proposito, Steen Jakobsen ritiene che il metallo giallo possa crescere nei prossimi mesi, ma solo come conseguenza del calo dei tassi di interesse. Lo strategist non esclude una replica del 1999, quando i mercati azionari registrarono un impressionante rally nell’ultima parte dell’anno.
Jakobsen consiglia di focalizzarsi sul tasso dei titoli decennali statunitensi, che fornirà indicazioni sulla direzionalità dei mercati azionari.
Infine, lo strategist prevede una “crisi” dei mercati emergenti. In particolare, secondo Jakobsen, la Cina non sarà più il mercato trainante, in quanto l’economia e comportamenti tenderanno a “occidentalizzarsi”.
Nel corso di un evento organizzato dall’istituto, il responsabile degli investimenti, Steen Jakobsen, ha segnalato di essere ottimista sullo scenario economico nei prossimi trimestri, in quanto le cose non potrebbero andare peggio!
Secondo l’esperto negli scorsi mesi la politica ha avuto grande responsabilità sull’attuale scenario economico. Steen Jakobsen ritiene che questa situazione sia coerente con le decisioni prese a livello politico, in quanto gran parte delle risorse finanziarie non vanno a finanziare le attività produttive, in particolare quelle delle piccole-medie imprese, che negli ultimi anni hanno creato il 67% dei posti di lavoro. Soprattutto in Italia queste imprese hanno tenuto a galla il paese e saranno quelle che nei prossimi 10-15 anni faranno guadagnare soldi agli investitori.
Secondo Steen Jakobsen negli ultimi 5 anni l’Europa ha guadagnato maggiore competitività, in particolare nei confronti dell’Asia.
Tuttavia, lo strategist di Saxo Bank ritiene che il prossimo ciclo dovrebbe essere guidato dagli Stati Uniti, in quanto sono diventati il paese più competitivo dal punto di vista energetico, anche rispetto al mercato asiatico. Tuttavia, gli USA devono affrontare il problema dell’occupazione, considerando che le attuali statistiche non dicono tutta la verità.
Steen Jakobsen ritiene che il prossimo anno i tassi di interesse dei titoli di stato negli Stati Uniti toccheranno il livello minimo. Lo strategist crede che nella prima parte del 2014 la FED continuerà con la politica monetaria accomodante. Tuttavia, questa scelta non dovrebbe avere un impatto positivo sulla crescita economica: Jakobsen prevede, infatti, che la crescita negli Stati Uniti e in Germania sarà intorno allo zero.
Lo strategist è dell’idea che non ci saranno exit strategy indolori. “L’unica vera exit strategy è quella di fallire!”, ha detto a chiare lettere Jakobsen.
Steen Jakobsen ha fornito alcune previsioni sui mercati finanziari e alcune indicazioni di investimento per i prossimi trimestri.
Lo strategist di Saxo Bank prevede che l’indice S&P500 possa toccare un picco a 1.800 punti tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014. Tuttavia, questo non significa iniziare a vendere le azioni e spostare gli investimenti sulle materie prime, in particolare sull’oro. A questo proposito, Steen Jakobsen ritiene che il metallo giallo possa crescere nei prossimi mesi, ma solo come conseguenza del calo dei tassi di interesse. Lo strategist non esclude una replica del 1999, quando i mercati azionari registrarono un impressionante rally nell’ultima parte dell’anno.
Jakobsen consiglia di focalizzarsi sul tasso dei titoli decennali statunitensi, che fornirà indicazioni sulla direzionalità dei mercati azionari.
Infine, lo strategist prevede una “crisi” dei mercati emergenti. In particolare, secondo Jakobsen, la Cina non sarà più il mercato trainante, in quanto l’economia e comportamenti tenderanno a “occidentalizzarsi”.
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