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Contropiede della Fed ai mercati, l'Italia continua ad illudere gli investitori

L'inatteso tono equilibratissimo utilizzato ieri dalla Fed dopo aver preso visione degli ultimi dati poco confortanti dell'economia americana sembrerebbe avere preso in contropiede i mercati

di Redazione Soldionline 31 ott 2013 ore 11:08
Articolo a cura di Michael Hewson, Senior Market Analyst di CMC Markets

L'inatteso tono equilibratissimo (nè minimamente accomodante nè restrittivo e senza alcuna menzione di preoccupazioni di sorta per le condizioni del credito o di un irrigidimento dei tassi) utilizzato ieri dalla Fed dopo aver preso visione degli ultimi dati poco confortanti dell'economia americana sembrerebbe avere preso in contropiede i mercati, già pronti a proseguire il rally inebriati dall'idea di un allontanamento sine die del tapering.

In realtà, non aver voluto rimarcare le conseguenze e i rischi conseguenti al recente shutdown di ottobre ha permesso alla banca centrale americana di rivelare la propria cautela utile a togliere quell'eccesso di euforia agli investitori introducendo un nuovo elemento utile alla valutazione futura degli asset, poichè si vogliono prima analizzare gli effetti collaterali che il QE sta manifestando sui prezzi dei titoli.  Dopo questo segnale, infatti, il mercato ha compreso di non poter più considerare come certi futuri rialzi e che soprattutto la direzione di marcia potrebbe anche essere modificata.

Infatti, i dati deludenti registrati ieri sull'occupazione non sono affatto un buon segnale in vista di quello sui payrolls della prossima settimana: un fatto che se da un lato ci conforta in merito all'inizio del tapering (davvero remota la possibilità che avvenga prima del 2014) dall'altro non presagisce nulla di buono. Anche voltandosi verso l'Europa non sussistono evidenze incoraggianti di ripresa: crescita al lumicino e una disoccupazione in salita anche in Germania sono elementi che peseranno quasi certamente sia sulla fiducia dei consumatori che sulle vendite.

E non aiuta sentire il ministro delle Finanze italiano promettere una crescita del 2% per il 2017: il gioco di promettere caramelle future senza nemmeno produrre le riforme necessarie affinchè certe previsioni si possano mantenere minaccia la credibilità del governo, poichè negli ultimi 25 anni l'Italia non è mai cresciuta a tale ritmo. Sul mercato valutario, per l' EURUSD oggi ci sono maggiori possibilità di un ritorno a 1,3710 che di una ripresa di 1,3830, nonostante la forte resistenza su area 1,3800.

Sembra invece instaurare un movimento più deciso al ribasso la sterlina che nei confronti dell'USD si sta spostando verso 1,5900 prima e 1,5750 poi: se non si ritorna rapidamente sopra 1,6000 sarà difficile modificare la tendenza ribassista del pound. E infatti la debolezza della moneta britannica si manifesta anche contro l'EUR che dovrebbe ormai avviarsi a recuperare 0,8680. Infine, il tentativo fallito di chiudere sotto 97,45 mantiene in trend rialzista il cross USDJPY, per quanto dovremmo prima vedere una rottura sopra 98,20 per pensare di tornare a 99.20.
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