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Come funzionano gli stress test

Per aumentare la fiducia degli investitori nel sistema bancario/finanziario, i governanti europei hanno deciso di imporre a tutti i principali istituti bancari uno “stress test”

di Redazione Soldionline 16 lug 2010 ore 14:11
Articolo a cura di JCAssociati.it

Per aumentare la fiducia degli investitori nel sistema bancario/finanziario, i governanti europei hanno deciso di imporre a tutti i principali istituti bancari uno “stress test”, al fine di stabilire se abbiano la sufficiente solidità patrimoniale per sostenere i possibili scenari negativi, che potrebbero scaturire dall’attuale fase di crisi dell’Euro.
Nello “stress test” in pratica, verranno definiti una serie di scenari relativamente alle future tendenze macroeconomiche; si andrà successivamente a verificare cosa succeda al patrimonio delle banche europee, identificando eventualmente gli istituti che potrebbero rischiare il default nelle situazioni più negative, consentendo così la loro preventiva ricapitalizzazione.

Nel 2009, un simile esercizio venne fatto negli USA identificando alcuni istituti patrimonialmente deboli (per la precisione 10), che adeguarono velocemente la propria struttura di capitale. Anche grazie a ciò il sistema bancario statunitense, sembra oggi godere di una maggiore fiducia degli investitori e di minori incertezze. A circa un anno di distanza, complice la crisi di fiducia dell’Euro, anche l’Europa si appresta quindi a mettere sotto esame il proprio sistema bancario.

Come spesso accade però, l’intenzione del tutto condivisibile di dare maggiori certezze ai mercati e agli investitori, rischia di tramutarsi in un boomerang se non verranno specificati in maniera precisa e pertinente i dettagli dello “stress test”. Si tratta in pratica di definire con precisione quali saranno gli scenari considerati, che metteranno “sotto stress” la struttura patrimoniale delle banche. Particolarmente controversa è l’eventualità di considerare significative perdite di valore (in gergo “haircut”) dei titoli di stato di alcuni paesi dell’Area Euro; come p.es. Grecia, Portogallo e Spagna.

Data l’attuale situazione, senza questi haircut la credibilità degli stress test sarebbe fortemente compromessa, vanificando così l’obiettivo fondamentale di ridare fiducia ai mercati. D’altro canto, gli haircut sui titoli governativi potrebbero evidenziare una situazione di forte debolezza di alcuni istituti particolarmente esposti.
A pochi giorni dalla pubblicazione degli stress test che è prevista per il 23 luglio, l’incertezza è ancora notevole. Dopo aver modificato la lista di istituti che dovranno subire lo stress test, includendo anche molte banche non quotate (come le Cajas spagnole e le Landesbank tedesche), si hanno ancora poche certezze in merito al tipo di scenari che verranno considerati e all’entità degli haircut sui titoli governativi europei.

L’impressione è che il CEBS (Commitee of European Banking Supervisors) stia modificando i dettagli dello stress test per aumentarne la credibilità. Volendo “pensare male”, non è escluso che le Autorità europee possano rendere via via più stringenti gli scenari dello stress test, aumentandone così la credibilità, man mano che entrano in possesso dei dati preliminari.
Se così fosse (è una pura supposizione), gli stress test potrebbero essere appositamente spinti (qualcuno potrebbe dire “pilotati”) vicino al limite minimo per consentire comunque un risultato complessivamente positivo.

Al di là di ipotesi e supposizioni comunque, i risultati del 23 luglio avranno un influenza molto importante per il settore obbligazionario bancario che, lo ricordiamo, rimane quello che più ha sofferto nell’attuale fase di crisi dell’Euro.
Data l’assenza di indiscrezioni a pochi giorni dai risultati, riteniamo abbastanza poco probabili sorprese molto negative. E’ quindi plausibile che la prima reazione agli stress test (lo ripetiamo, in assenza di sorprese) possa essere positiva.
Successivamente però i mercati faranno inevitabilmente una valutazione sulla credibilità di questi test: se la valutazione sarà positiva si creeranno le basi per un recupero importante delle obbligazioni bancarie europee (in particolare ovviamente quelle subordinate), probabilmente con notevoli differenze tra istituto e istituto.
Se invece i mercati valuteranno poco credibili i risultati del test, il rischio sarà di una nuova fase di turbolenza del settore bancario che, presumibilmente, potrebbe estendersi a tutti i mercati finanziari.

Infine, volendo azzardare qualche previsione; non saremmo stupiti se dagli stress test emergessero dati relativamente tranquillizzanti dai principali istituti bancari spagnoli, mentre le sorprese più negative potrebbero venire dagli istituti relativamente più piccoli tedeschi e spagnoli.

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