Bankitalia - ministero del Lavoro, a gennaio-agosto creati oltre 830.000 posti
occupazione-disoccupazione-italia-2020Nel periodo che va dal primo gennaio alla fine di agosto sono stati creati oltre 830.000 posti di lavoro alle dipendenze, a fronte dei 327.000 del 2020 e dei 689.000 del 2019.
di Redazione Soldionline 24 set 2021 ore 13:53A cura di Labitalia/Adnkronos
Nel periodo che va dal primo gennaio alla fine di agosto sono stati creati oltre 830.000 posti di lavoro alle dipendenze, a fronte dei 327.000 del 2020 e dei 689.000 del 2019. E' quanto emerge dalla quinta Nota congiunta di Bankitalia con il ministero del Lavoro. L'occupazione a termine spinge la crescita mentre quella a tempo indeterminato ristagna, sottolinea. Nella quinta Nota congiunta di Bankitalia con il Ministero del Lavoro si rileva che "la dinamica occupazionale prosegue a ritmi superiori a quelli del 2019". Dopo la crescita registrata a luglio, ad agosto, come negli anni passati, si è interrotto il processo di creazione di nuovi posti di lavoro che tipicamente si concentra nei primi sette mesi dell'anno. Sono stati attivati 375 mila impieghi a fronte di 411 mila cessazioni: il saldo è stato negativo e pari a -36.000 posizioni, un valore significativamente migliore di quello registrato nello stesso mese del 2019 (-77.000). Dall'inizio del 2021 sono stati creati oltre 830.000 posti di lavoro, a fronte dei 327.000 del 2020 e dei 689.000 del 2019, rileva la Nota.
Il buon andamento complessivo della domanda di lavoro e la possibilità di ricorrere ai regimi di integrazione salariale senza costi mantengono i licenziamenti in luglio e agosto su livelli molto bassi, nonostante la rimozione dall'1 luglio 2021 del blocco dei licenziamenti in alcuni settori, che impiegano circa quattro milioni di dipendenti. Il numero delle cessazioni, evidenzia la quinta Nota di Bankitalia e Ministero del Lavoro, è rimasto modesto, nonostante la rimozione, dal 1° luglio 2021, della sospensione delle procedure di licenziamento per circa quattro milioni di lavoratori a tempo indeterminato dei comparti edile e industriale (con l'eccezione del tessile, dell'abbigliamento e della pelletteria). Si stima che in luglio l'eliminazione del vincolo abbia sbloccato circa 10.000 licenziamenti, riportandone il numero sui livelli medi del 2019. I licenziamenti sono però tornati già ad agosto su valori estremamente contenuti, per effetto sia della ripresa ciclica sia del perdurare di condizioni favorevoli per l'accesso ai regimi di integrazione salariale.
Quasi il 90 per cento dei posti di lavoro creati dall'inizio del 2021 è stato attivato con un contratto a termine (al netto delle cessazioni). La modesta dinamica delle posizioni a tempo indeterminato, marcatamente inferiore anche a quella osservata nel 2020, risente del numero ancora esiguo di nuove assunzioni e trasformazioni di impieghi già in essere (-23,8 per cento nei primi otto mesi dell'anno rispetto allo stesso periodo del 2019).