Banche, la soluzione (possibile) per le sofferenze e l’equilibrio tra azionisti e contribuenti (Corriere della Sera)
di Edoardo Fagnani 5 lug 2016 ore 07:49 Le news sul tuo SmartphoneIl Corriere della Sera ha analizzato alcune possibili soluzioni per risolvere il problema dei crediti in sofferenza che appesantiscono il bilanci delle banche italiane. Il quotidiano ha proposto un parallelo con il TARP varato negli Stati Uniti in occasione della crisi dei mutui subprime. Il piano predisposto dal ministro del Tesoro, Hank Paulson, obbligava le banche più grandi a emettere nuove azioni, che sarebbero state acquistate dal governo, in modo che con le nuove risorse le banche avrebbero potuto «digerire» i mutui andati a male e ricominciare ad erogare credito. Il Corriere della Sera ha ricordato che “il capitale pubblico veniva però erogato con regole severe: sarebbe stato il Tesoro a decidere la remunerazione dei manager ed era proibito distribuire dividendi ai vecchi azionisti”. Il quotidiano ha aggiunto che “a fronte di una spesa (per acquistare le azioni) pari a 205 miliardi di dollari, nel dicembre 2015, quando tutte quelle azioni (tranne un piccolo residuo) erano state vendute, il guadagno netto per lo Stato ammontava a 16 miliardi”.
Per questo motivo le banche italiane nono sono contrarie alla creazione di una «bad bank» nella quale trasferire i loro crediti morosi.