Banche italiane: i timori sul debito sovrano guidano gli spread
I nuovi timori sul debito sovrano della Spagna e soprattutto della Grecia hanno avuto un effetto sugli spread delle obbligazioni delle banche italiane
di Redazione Soldionline 5 giu 2012 ore 15:19Articolo a cura del del Global Research Private Banking di Credit Suisse
I nuovi timori sul debito sovrano della Spagna e soprattutto della Grecia hanno avuto un effetto sugli spread delle obbligazioni delle banche italiane e sui prezzi dei CDS, che riflettono un rating creditizio implicito più basso rispetto a quello ufficiale. Da inizio anno le banche italiane stanno risentendo di un’ondata di downgrade, a seguito di quelli del debito sovrano.
Un paio di settimane fa Moody’s ha sottoposto a downgrade i rating a lungo termine delle banche, in media di uno (Intesa Sanapolo e Unicredit) – due notch (Banca Monte dei Paschi di Siena, Banco Popolare e UBI Banca). I principali driver per i downgrade sono rappresentati dalle difficili condizioni operative a seguito delle problematiche macroeconomiche e dei programmi di austerità dell’Italia e dall’accesso ridotto ai finanziamenti.
I parametri creditizi delle banche italiane sono sotto pressione, la qualità dei prestiti verosimilmente peggiorerà ulteriormente e il rapporto dei prestiti di difficile esigibilità a fine 2011 era al 12%, una percentuale tra le più elevate in Europa. Sul fronte del capitale, gli istituti di credito italiani hanno fatto dei buoni progressi, con il Core Tier 1 delle quattro principali banche ad un livello medio di 8,9% per via delle emissioni di diritti, oltre che delle operazioni di
asset liability management (ALM).
LTRO: la soluzione magica?
Le problematiche connesse ai finanziamenti delle banche italiane sono state largamente mitigate dalle LTRO (operazioni di rifinanziamento a lungo termine), che hanno notevolmente ridotto i rischi di rifinanziamento e che sono state vantaggiose per il sistema bancario. Le banche italiane sono state tra quelle che hanno beneficiato maggiormente dei fondi della BCE, in presenza di sfide serie sul piano dei finanziamenti nel 2H 2011.
I finanziamenti della BCE hanno consentito agli istituti di credito italiani di rispettare le prossime scadenze nel 2012 nell’ordine di 80 mia. di EUR. Tuttavia, la LTRO ha incrementato il collegamento delle banche italiane con il rispettivo mercato del debito sovrano interno, poiché le banche hanno impiegato la liquidità connessa alla LTRO per incrementare di 44 mia. di EUR l’esposizione verso il debito sovrano italiano nei primi due mesi dell’anno.
Inoltre, il ricorso alle LTRO ha aumentato gli squilibri del sistema bancario italiano sul fronte dei finanziamenti, con i prestiti della BCE che hanno finanziato all’incirca il 5% del patrimonio delle banche italiane. Nonostante la stabilità relativa dei depositi bancari degli ultimi due anni, il rapporto tra prestiti e depositi delle banche italiane è cresciuto dal 2010, raggiungendo il livello relativamente elevato del 150%, nonostante le obbligazioni di cassa collocate presso i clienti retail.
Focus sui campioni nazionali
Sebbene il rischio di rifinanziamento sia stato ridimensionato dalle LTRO, la qualità degli asset, oltre che l’esposizione verso il debito dei paesi periferici restano due fattori che continueranno a guidare gli spread delle banche italiane nei prossimi mesi. Le banche che risentiranno di più saranno quelle regionali di dimensioni più piccole, la cui capitalizzazione e il cui accesso ai mercati restano più limitati.
Prediligiamo Intesa Sanpaolo per via della capitalizzazione più solida rispetto ai pari, il suo miglior rapporto di copertura e il forte posizionamento nel mercato.