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Alitalia, cassa agli sgoccioli?

Affari&Finanza, l’inserto del quotidiano La Repubblica, ha dato risalto alla situazione di Alitalia, che a fine anno potrebbe non avere più il denaro in cassa. La replica di Colaninno

di Edoardo Fagnani 17 mag 2013 ore 11:41

Alitalia
Affari&Finanza, l’inserto del lunedì del quotidiano La Repubblica, ha dato ampio risalto alla situazione di Alitalia, che a fine anno potrebbe non avere più il denaro in cassa. La compagnia di bandiera avrà consumato anche i 95 milioni di euro del prestito soci così faticosamente ottenuto e si troverà priva di liquidità. Dopo quattro anni, e un miliardo di euro bruciati, si può affermare che il piano di Colaninno e dei suoi soci non ha dato i risultati sperati e "si è tornati al punto di partenza". Ad affrontare la situazione il nuovo amministratore delegato, Gabriele del Torchio.
Secondo il presidente di Alitalia, Roberto Colaninno, la dichiarazione del direttore generale di AirFrance-KLM, per il quale la compagnia aere italiana andrebbe in crisi di liquidità dopo l’estate, rappresenterebbe solo un’opinione personale.
Alitalia ha smentito le indiscrezioni relative a un progetto di fusione con la compagnia aerea Meridiana Fly. Alitalia ha precisato che queste voci sono del tutto fantasiose e le ipotesi riportate dalla stampa sono destituite da qualsiasi fondamento.
Secondo La Repubblica di venerdì 17 maggio il nuovo amministratore delegato di Alitalia, Gabriele del Torchio, avrebbe deciso di mettere a dieta la compagnia di bandiera. Una cura fatta di tagli e rilancio: si starebbe discutendo sull'opportunità di abolire alcune tipologie di biglietti gratuiti per i dipendenti operativi, di introdurre una compartecipazione alle spese per i cellulari di servizio e di ridurre gli stipendi ai manager. Lo stesso amministratore delegato ha detto che la sua retribuzione sarà tagliata del 20% mentre quella dei dirigenti del 10%. Nel frattempo sembra allontanarsi la fusione con AirFrance-KLM.

Parmalat
Parmalat ha chiuso il primo trimestre del 2013 con ricavi per 1,23 miliardi di euro, in aumento del 12,6% rispetto agli 1,09 miliardi ottenuti negli stessi mesi dello scorso esercizio. La società alimentare ha precisato che il fatturato dell’anno in corso comprende i risultati delle nuove attività acquisite negli Stati Uniti, in Messico e in Brasile. Il margine operativo lordo è aumentato del 26,3%, passando da 75,1 milioni a 94,8 milioni di euro. L’utile netto è balzato del 67,1% a 55,8 milioni di euro. Parmalat aveva chiuso il primo trimestre del 2012 con un utile netto di 33,4 milioni di euro. A fine marzo la posizione finanziaria netta dell’azienda era positiva per 769,1 milioni di euro, in calo rispetto agli 809,8 milioni di inizio anno. I vertici di Parmalat prevedono di chiudere il 2013 con ricavi in aumento del 3% e un margine operativo lordo in crescita del 5%.
Sul titolo della società alimentare sono arrivati anche i giudizi degli analisti. Equita sim ha alzato da 2,24 euro a 2,52 euro il target price su Parmalat, in seguito al miglioramento delle stime sulla redditività per l’esercizio in corso. Gli esperti hanno ribadito l’indicazione di acquisto delle azioni. Indicazione simile da Banca Akros, che ha incrementato da 2,1 euro a 2,35 euro il prezzo obiettivo sulla società, confermando il giudizio “Hold” (mantenere). Kepler ha incrementato il target price sulla società alimentare, portandolo da 2,2 euro a 2,5 euro, in seguito al miglioramento delle stime sull’utile per azione per il triennio 2013/2015. Gli esperti hanno ribadito il giudizio “Buy” (acquistare).
A seguito della sentenza del Tribunale di Roma in merito alla Centrale del Latte di Roma, il consiglio di amministrazione ha modificato il bilancio civilistico e il bilancio consolidato di Parmalat, con un effetto economico negativo per 95,1 milioni di euro rispetto al precedente progetto di bilancio. L’utile netto civilistico, quindi, è passato da 143,2 milioni di euro a 48,1 milioni e l’utile netto consolidato si è ridotto da 175,2 milioni di euro a 80,1 milioni. Il CdA ha deliberato la distribuzione di un dividendo di 0,013 euro per azione, che sarà staccato il 24 giugno.
Infine, il consiglio di amministrazione ha deliberato all’unanimità di autorizzare la controllata LAG Holding ad inviare al venditore B.S.A. - che detiene attraverso Sofil una partecipazione pari all’82,2% in Parmalat - una lettera con richiesta di aggiustamento prezzo di 144 milioni di dollari che corrisponde al massimo adjustment price previsto dal contratto.
Nell’ambito del processo di appello in merito al caso Ciappazzi-Parmalat, il procuratore generale di Bologna ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado per tutti gli imputati coinvolti.

Tango Bond
Plus, l'inserto settimanale del Sole24Ore ha segnalato che un nuovo default dell'Argentina "rischia di diventare un boomerang per il paese, per l'economia internazionale e i risparmiatori italiani, già penalizzati da quello del 2001". Tutto è partito dal novembre scorso, all'indomani di una sentenza del giudice di New York Thomas Griesa che ha dato ragione a un gruppo di fondi speculativi che chiedevano il rimborso integrale dei bond andati in default. La cifra che dovrebbe sborsare l'Argentina, ora, è enorme: 1,3 miliardi. Ma questa non sarebbe l'unica conseguenza, visto che il giudice ha anche vietato il rimborso dei nuovi titoli. Nel frattempo l'Argentina ha avanzato una soluzione e proposto di procedere con un piano di rimborso analogo a quello prospettato per chi ha aderito alla proposta nel 2005. Ma se la questione non dovesse chiudersi positivamente il quadro sarà molto negativo per i 400mila italiani che nel 2005 e nel 2010 accettarono di cambiare i vecchi titoli con i nuovi.


Grecia
La Grecia ha collocato titoli di stato con scadenza a tre mesi per un ammontare complessivo di 1,3 miliardi di euro. Il rapporto di copertura (rapporto tra ammontare richiesto e quantitativo offerto) è stato di 1,75, in leggero aumento rispetto all’1,65 del precedente collocamento di aprile. Il rendimento lordo offerto dal titolo è stato fissato al 4,02%, in calo dal 4,05% del precedente collocamento.
L’agenzia Fitch ha migliorato il rating sul debito sovrano della Grecia, portandolo da “CCC” a “B-”, in quanto le probabilità di uscita del paese dall’area euro si sono ridotte. Le prospettive sul rating, che classifica la Grecia tra gli emittenti speculativi, restano “stabili”.
Secondo quanto ha dichiarato il primo ministro greco Antonis Samaras la Grecia ha in programma di tornare a vendere bond a inizio 2014. Si tratterebbe di un ritorno sui mercati obbligazionari di Atene dopo quattro anni di esclusione. Le precedenti indicazioni contenevano tempistiche meno strette. Solo una settimana fa il ministro delle finanze Yannis Stournaras indicava che il ritorno ai bond non sarebbe avvenuto prima della fine del 2014.

General Motors – Ford
MF di martedì 14 maggio ha riportato la notizia che la finanziaria del gruppo Ford ha emesso un prestito obbligazionario della durata di 5 anni, per un ammontare di 500 milioni di euro. Il titolo è stato emesso con un rendimento pari al tasso mid swap di pari durata, maggiorato di 105 punti base.

Wind
Wind ha chiuso il primo trimestre del 2013 con ricavi in flessione dell’8,7% a 1,23 miliardi di euro, in seguito al taglio della terminazione mobile. Il margine operativo lordo è sceso del 5,4% a 461 milioni di euro, mentre la marginalità è cresciuta al 37,5%.

Barilla
Barilla ha chiuso il 2012 con ricavi in crescita del 2% a 4 miliardi di euro. Al contrario, l’utile netto si è ridotto del 21,1% a 60 milioni di euro. A fine anno l’indebitamento netto era sceso a 574 milioni di euro, rispetto ai 688 milioni di inizio 2012. I vertici della società hanno confermato l’obiettivo di raddoppiare il fatturato entro il 2020.



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Nota per il lettore

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