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2014: un anno da gestire attivamente

Secondo l'outlook di Russell Investments bisognerà ricorrere a portafogli ben strutturati e diversificati che ricercano rendimento tra e all’interno delle varie asset class

di Redazione Soldionline 10 gen 2014 ore 14:57
A cura di Russell Investments

Il team di Russell Investments prevede che nel 2014 le economie del G-3 registreranno una crescita sincronizzata seppur moderata, con la probabilità che nelle diverse asset class si ottengano bassi rendimenti, in un contesto dove gli spread sul credito sono ormai abbastanza ristretti, i mercati azionari sono scambiati a valutazioni eque , e i rendimenti obbligazionari globali hanno spazio per ulteriori incrementi.

“La prospettiva di rendimenti ridotti non ci rende pessimisti”, afferma Jeff Hussey, global chief investment officer di Russell. “La vera sfida per gli investitori sarà ottenere l’obiettivo di rendimento desiderato con un livello di rischio accettabile. Vi sono ancora opportunità per ritorni soddisfacenti, ma crediamo che per raggiungerli sia necessario fare ricorso a strategie di investimento multi-asset, con una particolare attenzione alla gestione dei rischi di downside e con un portafoglio gestito attivamente e diversificato a livello globale.”
La sfida per gli investitori, in un contesto caratterizzato da bassi rendimenti, sarà di riuscire a ottenere il rendimento desiderato con un livello di rischio sostenibile. Un’allocazione dinamica e una diversificazione tra asset class, strategie e stili di investimento rappresenta la chiave per raggiungere i propri obiettivi.
All’interno del reddito fisso, ad esempio, la sfida sarà la ricerca di opportunità di rendimento attraverso una gestione attiva dell’esposizione ai tassi di interesse.

previsioni_1In termini di asset class, Russell prevede che nel 2014 l’azionario globale sovraperformerà il reddito fisso e la liquidità, sebbene possano manifestarsi due diversi scenari potenzialmente rischiosi. Sul fronte dei mercati azionari globali, c’è il rischio di una spirale speculativa qualora la fiducia nell’outlook economico risultasse eccessiva e i mercati registrassero una decisa tendenza al rialzo, come accaduto in passato.

Dall’altro lato, considerando che gli strategist prezzano i mercati azionari su valutazioni corrette dopo i guadagni del 2013, una cospicua parte di questi rendimenti potrebbe ridursi se i dati sulla crescita fossero deludenti e gli investitori vedessero esaurita la spinta propulsiva della politica monetaria.
“Possiamo anche essere diretti verso un mondo caratterizzato da ridotti rendimenti, per cui il 2014 non sarà un anno da ‘pilota automatico’, dice Andrew Pease, Global Head of Investment Strategy di Russell.
“In un tale scenario, crediamo che la gestione attiva top-down diventerà decisiva, in quanto mercati con eccessi al rialzo o al ribasso da sempre rappresentano un’opportunità per un investitore attento”.

usa_6Stati Uniti: più mantenimento che rialzo

Gli strategist di Russell ritengono che molto dell’alto valore delle azioni generato nel 2013 derivi dalla previsione di una maggiore crescita economica nel 2014. Nel 2013 la performance azionaria ha anticipato la crescita positiva per l’anno successivo, e ulteriori guadagni dipenderanno quindi dal verificarsi di queste aspettative.

Il Capo Economista di Russell, Mike Dueker, prevede per il 2014 una crescita economica americana del 2,9%
, con una media di 230.000 nuovi posti di lavoro al mese e una bassa inflazione pari all’1,9%. Il team, quindi, prevede durante l’anno un lieve apprezzamento dell’azionario statunitense nell’ordine della singola cifra (circa il 5%), legato principalmente ai risultati aziendali.

europa_4Eurozona: “pattinare su una sottile lastra di ghiaccio”

Le pressioni deflattive stanno aumentando e le maggiori preoccupazioni per il 2014, secondo gli strategist di Russell, sono legate alla debolezza del sistema bancario e alla sua pericolosa connessione con i debiti sovrani, così come all’impatto negativo sulla crescita dovuto alla mancanza di credito all’economia. Detto ciò, gli strategist ritengono che le politiche reflattive avranno la meglio con la Banca Centrale Europea che giocherà un ruolo chiave e opererà probabilmente un altro taglio dei tassi e nuove operazioni di finanziamento a lungo termine (LTRO).

E’ prevista una crescita economica nella zona euro tra lo 0,5% e l’1%,
guidata da una graduale e modesta ripresa nella domanda, una minore austerità e un sensibile miglioramento degli scambi commerciali tra i vari Stati europei. E’ importante notare come, nonostante mostri valutazioni relativamente interessanti rispetto ad altre regioni, la zona euro non è abbastanza solida da rappresentare un investimento buy and hold nell’equity. Alla luce di molteplici elementi, come la debolezza delle banche, le differenze tra mercati, i rischi socio-politici, gli alti livelli di debito e la mancanza di riforme strutturali, gli investitori dovranno monitorare la situazione con attenzione e adeguare i propri portafogli in base agli eventuali sviluppi.

asia_1Asia-Pacifico: forti dinamiche di crescita interna in Cina e Giappone

Le previsioni economiche per l’area Asia-Pacifico appaiono solide secondo gli strategist di Russell, i quali ritengono che la regione sia ben posizionata per trarre beneficio da una ripresa globale e, in particolare, da ogni miglioramento negli scambi commerciali a livello globale. Come da attese, sia la Cina che il Giappone stanno implementando un credibile processo di riforme economiche, anche se non privo di rischi. Il team non prevede, comunque, imminenti rischi che possano modificare le proprie previsioni di crescita del Pil della Cina tra il 7% e l’8% nel 2014, mentre le aspettative sulla crescita giapponese, intorno all’1,6%, sembrano facilmente raggiungibili visto il momento positivo dell’economia locale.

In generale, gli strategist di Russell considerano “basso” il rischio che la crescita asiatica nel 2014 si discosti dalle aspettative, in contrasto al giudizio di rischio “moderato” relativo alle prospettive dell’Europa. I principali elementi di attenzione includono il mercato obbligazionario del Giappone e le politiche legate alla riforma della tassazione, cosi come i possibili riflessi sul mercato del credito cinese di un rialzo dei tassi e del tema della qualità del credito.

Azioni globali: una tendenza al rialzo

Dopo un anno di rendimenti significativi e opportunità legate alle differenze nelle valutazioni tra le azioni globali, si prevede che il 2014 generi ritorni più modesti e sia caratterizzato da una più alta correlazione tra i mercati azionari sviluppati, con cicli economici regionali e una sincronizzazione nella crescita che non si vedeva dallo scoppio dell’ultima crisi finanziaria.

Negli Stati Uniti, gli strategist prevedono che la lieve crescita degli utili nel mercato delle large cap dell’ordine del 4-5% unita a un dividendo sulle azioni vicino all’1,7% potranno essere la base per buoni rendimenti soprattutto se unite alle opportune scelte di tipo risk on/risk off sui mercati. Il team di strategist ritiene che migliori performance possano derivare da un portafoglio che sappia combinare protezione dal rischio di downside, un’allocazione attiva e ben ponderata tra aree geografiche e, ancor più importante nel 2014 all’interno dei singoli mercati, un’esposizione che tenga conto della capitalizzazione, dello stile di investimento e dei vari rischi azionari.

“Nel nostro precedente outlook annuale, sostenevamo che gli investitori sarebbero stati forzati ad assumere maggiori rischi”, sostiene Doug Gordon, Senior Investment Strategist di Russell. “Abbiamo avuto ragione per quanto riguarda la direzione, ma l’ordine di grandezza ha superato le nostre aspettative, con l’indice Russell Global che ha guadagnato circa il 20% nel 2013, mentre per il reddito fisso a livello globale ha registrato una lieve perdita. Nel 2014, le dinamiche dietro questa tendenza - politiche monetarie ultra-espansive, bassi ritorni risk-free e scenario di bassa inflazione - sono ancora in atto, e a queste vanno aggiunte valutazioni meno interessanti e il rallentamento nel Quantitative Easing”.

bond_6Obbligazionario globale: valore tattico della liquidità

Il team di strategist di Russell Investments prevede che un aumento della volatilità nel 2014, unito a più modesto aspettative di rendimento degli asset rischiosi, farà sì che la liquidità giochi un ruolo chiave nella gestione dei portafogli, nonostante il poco incoraggiante rendimento prossimo allo zero. Questa riflessione fa da premessa al prudente mantenimento delle posizioni in cash per cogliere in maniera opportunistica i ribassi dei mercati azionari ed obbligazionari.

I rendimenti sui governativi americani continueranno a salire, anche se in maniera modesta, sino a quota 3,2%
entro la fine dell’anno. La politica monetaria accomodante, unita a bassa inflazione, manterrà i tassi a livelli bassi, nonostante l’avvio del tapering potrà probabilmente causare una certa volatilità e offrire qualche opportunità tattica di acquisto.
In Giappone e nella zona Euro la ripresa è in ritardo rispetto al ciclo statunitense. In Europa gli strategist prevedono che le maggiori pressioni deflattive manterranno bassi i rendimenti obbligazionari dei Paesi core rispetto a quelli americani, con tassi attesi tra l’1% e il 2%. In Giappone, la maggior forza delle politiche reflattive rende più rischioso il mercato dei titoli governativi.
L’esposizione a duration corte offrirà probabilmente alternative interessanti sotto il profilo rischio/rendimento
rispetto ad azioni e obbligazioni governative con duration più lunghe. Non essendo care, le obbligazioni corporate investment grade possono essere considerate senza dubbio una protezione specialmente perché è improbabile che gli spread attuali si restringano ulteriormente.
Tuttavia, nonostante vi sia poco spazio per un apprezzamento, le obbligazioni corporate investment grade possono offrire un’alternativa con duration corta rispetto ai bond governativi, soprattutto in quanto gli high yield con duration corte beneficiano di un contesto di tassi di interesse in aumento.

Valute: il dollaro americano resiste tra aumento della crescita globale e bassa inflazione

Gli strategist di Russell ritengono che nel 2014 il dollaro americano dovrebbe mantenere il passo rispetto alle altre principali valute, grazie anche alla crescita economica relativamente forte negli Stati Uniti unita a una minore incertezza politica rispetto ad altre aree del mondo. I Paesi periferici della zona Euro dovranno affrontare il gap ancora esistente tra i costi di finanziamento a lungo termine e i rispettivi tassi di crescita del Pil, mentre il Giappone sta lottando per portare la crescita del Pil nominale al 3%, nonostante alcune riforme sulla tassazione dei consumi potrebbero essere dannose nel breve termine.
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