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Cosa possiamo attenderci dai mercati?

Le prospettive di Herro per i prossimi sei mesi in relazione ai mercati azionari internazionali sono piuttosto ottimiste

di Redazione Soldionline 9 lug 2013 ore 15:08
Articolo a cura di Natixis Global Asset Management

David Herro, Chief Investment Officer Harris Associates

Le prospettive di Herro per i prossimi sei mesi in relazione ai mercati azionari internazionali sono piuttosto ottimiste, sulla base della convinzione che la combinazione tra le basse valutazioni che permangono tra i titoli azionari a livello globale e la possibile crescita dei profitti delle relative società, è senz’altro positiva per i prezzi delle azioni. "Le valutazioni non sono così basse come quelle di 6, 9 o 12 mesi fa, ma riteniamo che le azioni siano ancora interessanti in termini di rendimento sia in termini relativi, sia assoluti" sostiene Herro. "Quindi, confrontando tali basse valutazioni con buoni livelli di crescita dei profitti, è possibile concludere che vi siano prospettive interessanti per i titoli azionari internazionali".

Herro ritiene che le novità positive che caratterizzeranno la seconda metà del 2013 e i periodi successivi, si basano su un miglioramento dell'economia globale, che contribuirà ulteriormente ad accrescere la redditività aziendale. "La Cina sembra aver ormai toccato un punto di minimo. È la seconda potenza economica del mondo. La prima, gli Stati Uniti, si sta riprendendo. La terza, il Giappone, sta facendo inaspettatamente molto meglio, e persino l'Europa sembra ora avvicinarsi al punto di minino" afferma Herro.
"Ciò che conta non è la crescita in sé, ma il suo impatto sulla capacità delle imprese di generare utili e flussi di cassa per i propri azionisti. Se associamo tale condizione al sopra menzionato tema delle valutazioni e al fatto che molti investitori sono ancora sovrapesati su strumenti a reddito fisso, direi che l’atteggiamento appare ancora piuttosto prudente. Inizieremo a riscontrare sempre più flussi di capitale in ingresso sui mercati azionari globali, abbandonando le retrovie".

Secondo Herro, la sfida maggiore che si prospetta per i mercati è la reazione degli investitori alla volatilità. "La volatilità è spesso il risultato di cambiamenti a livello macro e a livello politico".
"Dal nostro punto di vista, tali cambiamenti hanno un impatto molto, molto contenuto sulla capacità di rendimento a medio-lungo termine delle imprese. Alla comunità degli investitori piace aggrapparsi a questi eventi di breve periodo, ma non è possibile cambiare così repentinamente la direzionalità del mercato a seconda delle prospettive attuali della Federal Reserve di continuare, rallentare o accelerare le proprie iniziative di politica monetaria. Tali questioni sono, a nostro avviso, piuttosto marginali, si tratta di "rumore" e di fattori a breve termine. Quindi, sebbene questa situazione sia "scomoda" per l'investitore, può in realtà rivelarsi opportunistica".
1 Gli investimenti in titoli esteri possono essere soggetti a maggiori rischi politici, economici, ambientali, informativi e di credito. I titoli esteri possono essere soggetti a maggiore volatilità rispetto ai titoli statunitensi, oltre che a differenti livelli di regolamentazione e a liquidità limitata. Tali rischi sono amplificati nei mercati emergenti.

Chris Wallis, President & Chief Executive Officer
Vaughan Nelson Investment Management

Wallis prevede che, nei prossimi sei mesi, il contesto di mercato rimarrà sfidante. Ancor più importante, egli si attende un restringimento delle performance sotto il profilo dei fondamentali. "Alcuni aspetti della ripresa economica sono già consolidati, altri sono ancora in fase di sviluppo. A mio parere, è molto probabile che i mercati rimarranno ancora piuttosto turbolenti nel prossimo futuro".

Secondo Wallis, le opportunità per gli investitori sono rappresentate in particolar modo da quelle aree del mercato che stanno cominciando proprio ora a recuperare, e ritiene ve ne siano diverse. "Una di queste è l'edilizia non residenziale. Gli Stati Uniti stanno vivendo le primissime fasi di una probabile crescita pluriennale, e le valutazioni risultano molto interessanti in questo settore. Inoltre, ci stiamo muovendo verso una fase successiva di costruzione di infrastrutture energetiche. Gli Stati Uniti non si limitano più a costruire o investire denaro in opere di trivellazione. Si stanno muovendo più a valle, e inizieranno il processo di costruzione di infrastrutture ad ampio raggio, così come ad operare nel settore della raffineria e della trasformazione. Infine, prevedono finalmente di investire di più nel settore tecnologico".

Secondo Wallis, la maggior sfida che si presenta ai mercati è data dal fatto che molti settori, specialmente quelli legati al consumo, hanno quasi raggiunto un pieno recupero. "Non c'è dubbio sul fatto che stiamo assistendo ad una crescita più ridotta del fatturato, non solo a livello nazionale ma anche globale, nei settori industriali e dei consumi. Ciò porrà i margini sotto pressione e quindi anche il management. Il mercato ne è consapevole, quindi tale circostanza è in qualche modo già stata scontata, ma c'è davvero poco spazio per errori nelle attuali valutazioni".
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