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UBI Banca, Massiah commenta il primo trimestre 2019 (video)

A margine della presentazione dei conti del primo trimestre 2019 il consigliere delegato di UBI Banca, Victor Massiah, ha commentato i risultati dell'istituto

di Mauro Introzzi 8 mag 2019 ore 14:46

A margine della presentazione dei conti del primo trimestre 2019 il consigliere delegato di UBI Banca, Victor Massiah, ha commentato i risultati dell'istituto, la preparazione del piano industriale e lo stato di salute dell'economia italiana.

Di seguito il video dell'intervista - come di consueto a cura dello stesso istituto - e la trascrizione della stessa:

 

 

ubi-banca_1Dottor Massiah, dopo i buoni risultati del 2018, la prima trimestrale conferma il trend positivo?

Direi proprio di sì, abbiamo una conferma su tutti gli aspetti, abbiamo un incremento dei ricavi e soprattutto sottolineo un incremento del margine di interesse proprio nella sua componente commerciale, abbiamo un’ottima tenuta della componente commissionale e una buona prestazione per quanto riguarda i risultati della finanza, quindi nell’insieme dei risultati molto soddisfacenti dal punto di vista dei proventi operativi. Abbiamo poi il solito, continuo, controllo molto attento della componente costi, che continuano a decrescere e un’ottima performance anche sotto il punto di vista del credito. Sottolineo in particolare sotto questo aspetto il dimezzamento confronto all’anno scorso dei tassi di default, cioè la percentuale di credito che passa a non performing dalla componente in bonis: questa si è più che dimezzata in confronto all’anno scorso e questo è un segno veramente molto molto buono.

 

Alla nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione, farà seguito l’elaborazione del nuovo Piano Industriale: qual è lo scenario economico che verosimilmente affronterà la banca?

Ma abbiamo ritenuto e condiviso con il Consiglio, con il nuovo Consiglio, qui mi permetto di dare il benvenuto al Consiglio che è stato eletto con il 99% di voti positivi da parte di un’Assemblea composta sia dal Patto che proponeva che dai fondi d’investimento, quindi un gradimento eccezionale dal punto di vista del mercato, ecco dicevo il nuovo Consiglio a mio avviso ha meditato e sta sostanzialmente guidando verso uno scenario economico estremamente conservativo. Ritengo che andremo verso un’ipotesi con tassi che rimangono negativi per tutto il 2019 e che comunque in arco piano non vanno sopra lo zero quindi questo è evidentemente uno scenario che penalizza la componente ricavi della banca, ma ciò nonostante il piano cercherà, proprio sotto stress per certi aspetti, di andare a identificare nuove forme di ricavi che ci permetteranno comunque di crescere. D’altra parte – e torno ai risultati di questo trimestre – in un contesto di tassi negativi, siamo comunque riusciti a far crescere i ricavi e questo non è poco.

 

Secondo l’ISTAT l’Italia è fuori dalla recessione tecnica, un contesto apparentemente favorevole per le famiglie ma soprattutto per la classe delle imprese uscita rigenerata dagli anni della crisi.

Ma, abbiamo diverse componenti e non tutte positive. Io resto preoccupatissimo dal tasso demografico, nel senso che sostanzialmente questo è un Paese che non fa bambini e quindi è un Paese che difficilmente può crescere nel momento in cui la sua popolazione non cresce. Giusto o sbagliato che sia, ognuno resta delle sue opinioni, si è comunque ritenuto in questo periodo di bloccare il flusso di nuova immigrazione resta vero che il saldo complessivo è di crescita demografica negativa e quindi devono essere altre le componenti che permettono di far crescere l’economia del Paese; quindi si parla di una maggiore produttività, questa maggiore produttività al momento sta avvenendo solo dal settore privato e torno al punto che lei sottolineava e cioè quello delle aziende che sono uscite molto rafforzate dalla crisi perché ovviamente è stata una selezione darwiniana e le aziende più deboli, purtroppo, non sono con noi ma le aziende che sono riuscite a sopravvivere sono diventate sempre più forti e stanno performando molto bene. Va detto però che contemporaneamente il contesto intorno a noi è complicato perché stiamo assistendo in questi giorni alla guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina, che comunque fa danni a chi è un paese esportatore come il nostro, quindi complessivamente una situazione estremamente articolata. Resto però ottimista sulla componente aziende e spero che si torni a far figli.

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