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Unipol, uno sguardo ai rischi

Unipol ricorda che l’andamento gruppo è direttamente influenzato dalla situazione dei mercati finanziari internazionali e dal contesto macroeconomico

di Edoardo Fagnani 8 lug 2010 ore 16:25
Tra i vari rischi segnalati da Unipol nel prospetto informativo relativo all’aumento di capitale, la compagnia assicurativa segnala che l’attività assicurativa e bancaria esercitata dalle società del gruppo è quasi esclusivamente concentrata in Italia. Di conseguenza, Unipol evidenzia che l’andamento congiunturale dell’economia italiana può influenzare sensibilmente il profilo di redditività dell’attività bancaria e dell’attività assicurativa esercitata nel Ramo Danni, particolarmente esposti all’andamento del ciclo economico. Unipol ricorda che il Ramo Danni (44,8% della raccolta diretta assicurativa 2009), ed in particolare il Ramo Auto (59,2% della raccolta diretta assicurativa danni 2009), costituisce una delle principali fonti di redditività per la compagnia assicurativa. Quindi, un andamento avverso del premio medio, del costo medio dei sinistri o della frequenza dei sinistri può influenzare negativamente il profilo di redditività di Unipol e, conseguentemente, la situazione economica e finanziaria del gruppo.

Inoltre, Unipol segnala che sussistono procedimenti giudiziari pendenti nei confronti della compagnia e di altre società appartenenti al gruppo, riconducibili a una pluralità di posizioni e relativi prevalentemente al contenzioso relativo ai sinistri assicurativi e alle domande risarcitorie, da cui potrebbero derivare obblighi risarcitori o sanzionatori a carico delle società in questione. A questo proposito, al 31 dicembre 2009, Unipol ha appostato accantonamenti per un ammontare complessivo pari a circa 92,1 milioni di euro, di cui circa 72,7 milioni relativi al comparto assicurativo (70,8 milioni segmento Danni e 1,9 milioni segmento Vita) e circa 19,4 milioni al comparto bancario.

Unipol ricorda anche che l’andamento gruppo è direttamente influenzato dalla situazione dei mercati finanziari internazionali e dal contesto macroeconomico domestico, come reso evidente dalla crisi che ha colpito i mercati finanziari globali a partire dall’agosto 2007. Di conseguenza, Unipol non esclude che eventuali sviluppi negativi delle condizioni economiche della Grecia e degli altri paesi dell’Europa periferica (quali tra gli altri, Irlanda, Spagna e Portogallo), possano avere ripercussioni negative sulla situazione finanziaria della compagnia assicurativa. In particolare, relativamente all’esposizione a titoli emessi da soggetti residenti in Grecia, Unipol ha precisato di avere un’esposizione quasi esclusivamente concentrata in titoli di debito per un valore complessivo di mercato che, al 31 marzo 2010, ammontava a circa 416 milioni di euro.

Infine, nel prospetto informativo Unipol ha evidenziato che tra i prodotti di tipo index linked, il cui rischio finanziario è interamente sopportato dagli assicurati, collocati dalla compagnia assicurativa, ve ne sono alcuni che hanno come sottostante strumenti finanziari emessi da società del gruppo Lehman Brothers e da istituti bancari islandesi che hanno beneficiato di una specifica legge emanata dal parlamento islandese che consente a queste banche di avvalersi di un periodo di moratoria internazionale. Gli emittenti di questi strumenti finanziari collegati alle richiamate polizze index linked non sono nelle condizioni di onorare gli impegni assunti nei confronti dei creditori, con la conseguenza che la controllata UGF Assicurazioni ha sospeso i pagamenti delle prestazioni legate alle relative polizze. A questo proposito, Assobond, Associazione per la Tutela dell’Investimento e del Risparmio, ha avviato, in relazione alle polizze index linked, alcune attività propedeutiche all’eventuale promozione di un’azione collettiva nei confronti di tutte le compagnie assicuratrici, tra cui UGF Assicurazioni, che hanno collocato questi prodotti. Quindi, Unipol non esclude di essere coinvolto in controversie con i sottoscrittori di queste polizze.

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