Unicredit torna all'utile e al dividendo
Il consiglio d'amministrazione di Unicredit ha approvato in queste ore il suo bilancio 2012, chiuso con un utile. La società guidata da Federico Ghizzoni ha deciso di tornare al dividendo
di Mauro Introzzi 15 mar 2013 ore 15:15
Il consiglio d'amministrazione di Unicredit ha approvato in queste ore il suo bilancio 2012. L'esercizio si è chiuso con ricavi pari a 25 miliardi di euro, sostanzialmente in equilibrio con il giro d'affari del 2011. Il margine operativo lordo è risultato in crescita del 5,1% a 10,1 miliardi di euro, grazie alle iniziative di riduzione dei costi adottate nel corso dell'anno.
L'utile netto di gruppo ha toccato così gli 865 milioni di euro, in netto miglioramento rispetto alla perdita di 9,2 miliardi di euro del 2011.
Dalla nota del gruppo emerge che nel corso del 2012 la qualità dell'attivo ha risentito del difficile contesto macroeconomico, in particolare in Italia. La copertura dei crediti deteriorati, a fine anno, era pari a 44,8% dal 42,7% di settembre 2012. Nel corso dell'esercizio la società ha compiuto accantonamenti su crediti per 9,6 miliardi, in crescita del 67,7 su base annua.
Per quanto riguarda la posizione patrimoniale, il Core Tier 1, a fine 2012, era sostanzialmente stabile al 10,84%.
Sulla base di questi conti il consiglio di amministrazione propone la distribuzione di un dividendo da riserve di profitto di 9 centesimi per azione.
Le stime degli analisti indicavano per l'intero 2012 un utile netto di 1,24 miliardi di euro, previsione peggiore rispetto alla indicazione precedente di un utile di 1,35 miliardi comunicata a ottobre. L’utile per azione, quindi, dovrebbe collocarsi a 0,21 euro. Gli analisti prevedono che la banca distribuisca un dividendo di 0,06 euro per azione sulla base del bilancio del 2012, in linea con la precedente stima.
Per quanto riguarda le stime al 2013 la società evidenzia che "considerate le attuali difficoltà del contesto macroeconomico, gli obiettivi finanziari previsti dal Piano Strategico, saranno rivisti, pur confermando le iniziative ad esso sottostanti". Il margine d'interesse dovrebbbe registrare una tendenza al ribasso rispetto al 2012. I costi dovrebbero invece confermati rispetto all'anno appena passato mentre gli accantonamenti su crediti dovrebbero diminuire leggermente nel 2013 rispetto al 2012.
L'utile netto di gruppo ha toccato così gli 865 milioni di euro, in netto miglioramento rispetto alla perdita di 9,2 miliardi di euro del 2011.
Dalla nota del gruppo emerge che nel corso del 2012 la qualità dell'attivo ha risentito del difficile contesto macroeconomico, in particolare in Italia. La copertura dei crediti deteriorati, a fine anno, era pari a 44,8% dal 42,7% di settembre 2012. Nel corso dell'esercizio la società ha compiuto accantonamenti su crediti per 9,6 miliardi, in crescita del 67,7 su base annua.
Per quanto riguarda la posizione patrimoniale, il Core Tier 1, a fine 2012, era sostanzialmente stabile al 10,84%.
Sulla base di questi conti il consiglio di amministrazione propone la distribuzione di un dividendo da riserve di profitto di 9 centesimi per azione.
Le stime degli analisti indicavano per l'intero 2012 un utile netto di 1,24 miliardi di euro, previsione peggiore rispetto alla indicazione precedente di un utile di 1,35 miliardi comunicata a ottobre. L’utile per azione, quindi, dovrebbe collocarsi a 0,21 euro. Gli analisti prevedono che la banca distribuisca un dividendo di 0,06 euro per azione sulla base del bilancio del 2012, in linea con la precedente stima.
Per quanto riguarda le stime al 2013 la società evidenzia che "considerate le attuali difficoltà del contesto macroeconomico, gli obiettivi finanziari previsti dal Piano Strategico, saranno rivisti, pur confermando le iniziative ad esso sottostanti". Il margine d'interesse dovrebbbe registrare una tendenza al ribasso rispetto al 2012. I costi dovrebbero invece confermati rispetto all'anno appena passato mentre gli accantonamenti su crediti dovrebbero diminuire leggermente nel 2013 rispetto al 2012.
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