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Unicredit, precisazioni sulla situazione patrimoniale a fine 2016

L'istituto ha segnalato che sono attesi impatti negativi sui coefficienti patrimoniali e impatti negativi non ricorrenti sul risultato economico netto del quarto trimestre 2016

di Edoardo Fagnani 30 gen 2017 ore 10:34

Unicredit ha fornito alcune indicazioni sulla situazione patrimoniale e finanziarie dell'istituto, in attesa dell'avvio dell'aumento di capitale da 13 miliardi di euro.

 

UNICREDIT, GLI IMPATTI DELLA RISTRUTTURAZIONE

Nel documento di registrazione relativo alla ricapitalizzazione l'istituto guidato da Jean-Pierre Mustier ha anticipato che dall’implementazione di alcune azioni del piano strategico sono attesi impatti negativi sui coefficienti patrimoniali (Common equity tier 1 ratio, Tier1 ratio e Total capital ratio) e impatti negativi non ricorrenti sul risultato economico netto del quarto trimestre 2016, pari a complessivi 12,2 miliardi di euro, in buona parte dovuti all’incremento del grado di copertura sul portafoglio di crediti oggetto di cessione nell’ambito del “Progetto Fino” (avente ad oggetto la riduzione del portafoglio di crediti non core classificati a sofferenza attraverso un’operazione di mercato) e sui crediti deteriorati oggetto del “Progetto Porto” (ossia l’incremento del grado di copertura sulle sofferenze e inadempienze probabili del portafoglio crediti italiano).

unicredit3In particolare con riferimento alla profittabilità, nell’ambito del processo SREP 2016 (il Supervisory Review and Evaluation Process disciplinato dalla CRD IV e dalla Disposizioni di Vigilanza cui le banche sono sottoposte, con cadenza annuale, dalla BCE o dalle competenti autorità di vigilanza nazionali), la BCE ha evidenziato il persistere di un livello di profittabilità debole, da ricondurre sia a fattori macroeconomici, sia a fattori specifici dell'istituto. Questi fattori sono rappresentati da bassi tassi di interesse e da una ripresa economica lenta in Paesi chiave, un elevato livello di rettifiche nette su crediti in Italia e un elevato livello di costi operativi in Austria e Germania, determinando una strutturale debolezza della profittabilità del modello di business di banca commerciale nei Paesi dell’Europa Occidentale.


UNICREDIT: NON RISPETTATI I LIMITI PRUDENZIALI A FINE 2016

Di conseguenza, in esecuzione del piano strategico, per effetto dello sfasamento temporale tra queste azioni e l’esecuzione dell’aumento di capitale nonché il completamento delle operazioni di cessione di attività in corso di esecuzione, Unicredit prevede che non risulteranno rispettati i limiti prudenziali applicabili sia al 31 dicembre 2016 sia a partire dal 1° gennaio 2017 ai sensi dello SREP 2016.

Nel dettaglio, i coefficienti patrimoniali (phase in) di Unicredit al 31 dicembre 2016 sono attesi a circa l'8% per il CET1 capital ratio, al 9% per il tier1 capital ratio e al 11,5% per il Total capital ratio. Al riguardo, al 31 dicembre 2016, non risulterebbe rispettato il solo coefficiente patrimoniale relativo al CET1 capital ratio per circa 2 punti percentuali. Con riferimento, invece, ai requisiti patrimoniali applicabili a partire dal 1° gennaio 2017, Unicredit prevede che non risulteranno temporaneamente rispettati i “Requisiti OCR” per il CET1 capital ratio (pari al 8,755%) per circa 1 punto percentuale, per il Tier1 capital ratio (pari al 10,255%) per circa 1,5 punti percentuali e per il Total capital ratio (pari al 12,255%) per circa 1 punto percentuale.

 

UNICEDIT: NESSUN DIVIDENDO (E NESSUNA CEDOLA) FINO ALLA RICAPITALIZAZIONE

In considerazione del mancato rispetto dei requisiti patrimoniali applicabili dal 1° gennaio 2017, non sarà possibile per Unicredit procedere alla distribuzione dei dividendi e al pagamento delle cedole degli strumenti Additional tier 1 fino al ripristino dei requisiti patrimoniali non rispettati. Pertanto, stante il mancato rispetto dei limiti prudenziali imputabile allo sfasamento temporale, nel caso in cui l’aumento di capitale da 13 miliardi di euro non fosse sottoscritto oppure fosse sottoscritto solo parzialmente, Unicredit non potrebbe corrispondere la cedola relativa agli strumenti di Additional tier 1 dovuta a marzo 2017 e avrebbe limitazioni sulla politica di distribuzione dei dividendi.

La banca, infatti, si troverebbe nella necessità di ricorrere a ulteriori interventi di rafforzamento patrimoniale ai fini del raggiungimento dei limiti prudenziali e – in caso di mancato ripristino – potrebbero essrci significativi impatti negativi sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria dell'istituto, fino a compromettere - in ultima istanza - la sussistenza dei presupposti per la continuità aziendale.

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