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Unicredit, in vista la definizione dell’One4C

Mancano pochi giorni all’ufficializzazione definitiva del progetto One4C, quello della cosiddetta “banca unica”

di Mauro Introzzi 15 lug 2010 ore 12:06
Mancano pochi giorni all’ufficializzazione definitiva del progetto One4C, quello della cosiddetta “banca unica”. La riorganizzazione vedrà la fusione delle tre banche nate dall’ultima operazione di razionalizzazione, che aveva introdotto le divisioni retail, corporate e private e l’introduzione di una struttura a network ribattezzata “Famiglie e Pmi”. Rilevanti saranno infatti le dimensioni massime, che per le imprese non dovrà superare i 50 milioni di fatturato e per i privati i 500 mila euro di patrimonio.

L’approvazione definitiva, prevista per il 4 agosto,
è stata preceduta dalla nomina di 10 direttori territoriali per altrettante aree e dalla nomina dei membri dei relativi staff. A questi si sono aggiunti i 5 responsabili del network Corporate & Investment Banking e i 6 del Private Banking. Per un totale di 150 manager.

Secondo quanto scritto nella nota della società “il compito dei nuovi manager sarà quello di gestire le attività di business per le aree geografiche di loro competenza, di concedere crediti, rilasciare prestiti, gestire il personale e decidere le condizioni da applicare alla clientela”.

Sempre nella giornata di ieri Unicredit ha lanciato un’emissione obbligazionaria da 500 milioni di euro, con durata commisurata a quella della banca ma facoltà di rimborso a partire dal decimo anno. L’emissione, che offre una cedola annuale a tasso fisso pari a 9,375% per i primi 10 anni, corrisponderà a partire dal decimo anno una cedola trimestrale variabile pari al tasso Euribor a 3 mesi più un margine pari a 749 punti base. Il prezzo di emissione è stato fissato a 100%.

L’interesse degli istituzionali è stato decisamente elevato, coinvolgendo 210 soggetti che hanno presentato ordini per un totale di oltre 1,1 miliardi di euro.
L’operazione ha visto una larga partecipazione di investitori istituzionali: asset manager (52%), banche (32%) e società assicurative (4%). La domanda è arrivata principalmente dalla Gran Bretagna e Irlanda (25%), Germania (18%), Svizzera (15%) e Italia (14%).

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