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Tenaris dovrà affrontare la concorrenza coreana

Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha deciso di bocciare l’introduzione di dazi nei confronti della Corea del Sud, una scelta che potrebbe penalizzare l’azienda italiana negli USA

di Edoardo Fagnani 19 feb 2014 ore 16:58
Brutte notizie per Tenaris dagli Stati Uniti.
Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha deciso di bocciare l’introduzione di dazi sulle importazioni di tubi nei confronti della Corea del Sud, una scelta che potrebbe penalizzare l’attività dell’azienda italiana, in quanto i maggiori concorrenti del gruppo negli Stati Uniti arrivano dal paese asiatico. Si tratta di società che possono contare su prodotti commercializzati a prezzi più bassi rispetto a quelli di Tenaris.
La decisione ha completamente sorpreso gli operatori, che avevano scommesso sull’introduzione di sanzioni ai prodotti provenienti dalla Corea del Sud.

TENARIS: I NUOVI TARGET PRICE DEGLI ANALISTI
tenaris_3Di conseguenza, questa decisione ha fatto scattare le bocciature degli analisti che seguono il titolo. Gli esperti, infatti, hanno dovuto rivedere le valutazioni sulla società nei prossimi trimestri, in quanto i produttori coreani di tubi potrebbero rosicchiare quote di mercato all’azienda negli Stati Uniti. Nei primi nove mesi del 2013 Tenaris ha realizzato un fatturato di 3,06 miliardi di dollari in Nord America, rispetto a un giro d’affari complessivo del gruppo di oltre 7,3 miliardi.
Nel dettaglio, Banca Akros ha peggiorato da “Accumulate” a “Hold” (mantenere) il giudizio sulla società. Gli esperti hanno confermato il target price di 18 euro.
Bocciatura completa da Kepler Cheuvreux ha sforbiciato da 16,5 euro a 15,5 euro il prezzo obiettivo su Tenaris e ha peggiorato da “Hold” (mantenere) a “Reduce” (ridurre) il rating. Gli esperti hanno ridotto le stime sul fatturato e sulla redditività dell’azienda per il biennio 2014/2015.
Meno pessimista Equita sim, che ha limato da 20 euro a 19,5 euro il target price su Tenaris, ma ha ribadito l’indicazione di acquisto delle azioni. Anche in questo caso gli esperti hanno limato le previsioni sull’utile per azione per il biennio 2014/2015.

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