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Spagna: prima delizia, e poi croce, per Piazza Affari e l’Europa

Chiude sui minimi di giornata Piazza Affari. Al pari delle altre borse europee pesa la vicenda spagnola: a Madrid si chiede a gran voce di richiedere gli aiuti all’Unione Europea

di Mauro Introzzi 28 set 2012 ore 17:41

Chiusura di settimana in calo per Piazza Affari e le borse del Vecchio Continente. Nonostante una partenza in positivo, favorita dalle manovre di austerity messe in cantiere dalla Spagna che considerando anche tasse e risparmi di spesa già decisi a luglio dovrebbe risparmiare 40 miliardi di euro, il mercato ha presto invertito rotta a causa della stessa nazione iberica: al governo di Madrid si chiede a gran voce di richiedere gli aiuti all’Unione Europea.
E, ad appesantire le performance, ci hanno pensato le indiscrezioni legate a una bocciatura, da parte di Moody's, al rating sovrano della solita Spagna. L'agenzia di rating ha però stemperato decisamente le voci, indicando che "sta monitorando attentamente gli eventi e le evoluzioni in Spagna".  L'apertura negativa di Wall Street, causata da una serie di dati macro negativi, ha peggiorato infine la situazione.

Così a fine giornata il Ftse Mib è sceso del 2,29% a 15.096 punti, ai minimi di giornata
, mentre l’All Share è arretrato del 2,17% a 15.999 punti. In rosso anche Mid Cap (-1,01%) e Star (-0,55%).
Nella seduta odierna il controvalore degli scambi è sceso a quota 1,84 miliardi di euro, in calo dai 2,38 miliardi di ieri. Su 317 titoli trattati, 201 hanno terminato la giornata con una flessione, mentre i rialzi sono stati 105. Invariate le rimanenti 11 azioni.

TUTTE LE QUOTAZIONI DEI TITOLI DEL FTSE MIB

Alcuni bancari sono stati anche sospesi eccesso di ribasso.
A fine giornata Unicredit ha perso il 2,86% a 3,256 euro. Il Sole24Ore ha scritto che Della Valle ha deciso di investire 50 milioni in Unicredit e possiede ora una quota dello 0,26% della banca, acquisita durante l'aumento di capitale. In rosso anche Ubi Banca (-2,49%), IntesaSanpaolo (-2,38%), la Popolare di Milano (-4,03%) e Banca MPS (-3,01%).

In difficoltà anche le utility,
con Enel che ha perso il 2,67%% e Enel Green Power in calo del 2,58%. Male anche A2A (-3,98%), anch’essa sospesa nel corso della giornata.

Tra le note positive Finmeccanica (+1,64%).
Secondo indiscrezioni riportate da MF, Siemens sarebbe fortemente interessata ad Ansaldo Energia. Nel frattempo gli analisti di Intermonte hanno alzato da 5 a 5,6 euro il loro target price su Finmeccanica, che consigliano di acquistare con un giudizio "buy". Sono di queste ore le conferme di Banca Akros ("Acccumulate" con target a 5 euro) e Mediobanca ("Neutral" con target a 4 euro).

In ribasso Telecom Italia (-0,63% a 0,786 euro). Gli analisti di Goldman Sachs, confermando il loro “neutral”, hanno alzato il prezzo obiettivo a 0,82 euro dai precedenti 0,77 euro mentre Equita Sim ha confermato il suo “hold” (mantenere) e il target price di 0,75 euro.
Il gruppo ha aperto la data room per la cessione di Telecom Italia Media (-6,47% a 0,18226 euro). I pretendenti sono il gruppo americano Discovery Channel, interessato a rilevare La7 e Mtv per 100 milioni di euro, il fondo Clessidra, che ha messo sul piatto 380 milioni di euro per tutta Telecom Italia Media (cioè i canali televisivi e le frequenze del digitale terrestre) e H3G che ha offerto 320 milioni per il pacchetto completo.

Tra gli altri titoli del Ftse Mib Fiat è scesa dell’1,37%, Mediaset ha lasciato sul terreno il 3,42% mentre Pirelli ha recuperato un po’ del terreno perso negli ultimi giorni con un progresso dello 0,6%. Ancora male STM (-1,9%).

Tra i titoli a minor capitalizzazione in rosso del 2,62% Prelios.
Il consiglio d’amministrazione ha comunicato che dopo aver esaminato le due offerte ricevute il 19 settembre scorso da parte di Feidos e Fortress Investment Group, ha deliberato la prosecuzione delle negoziazioni con i due offerenti, confermandosi così l’esistenza dei presupposti per la continuità aziendale. Il board ha poi deliberato di dare mandato ad un legale per valutare ogni opportuna azione a tutela degli interessi della società con riguardo al comportamento e al contenuto delle affermazioni del consigliere Davide Malacalza.

In controtendenza Datalogic (+0,67%),
che oggi presentava il piano industriale al 2014 approvato ieri. Il leader mondiale nell’identificazione automatica prevede di raggiungere nel 2014 ricavi tra i 600 e i 620 milioni di euro, con una crescita superiore al 13%. Il margine operativo lordo dovrebbe arrivare a 105-110 milioni, in salita nel triennio del 23%. Datalogic punta a ridurre fortemente l'indebitamento finanziario netto (atteso a fine piano tra i 40 e 50 milioni rispetto ai 59 di fine 2011), grazie alla robusta generazione di cassa.

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