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Quanto ha guadagnato il signor Rossi, in 5 anni, con Enel?

C’era una volta, nell’autunno del 1999, il signor Rossi. Da sempre investitore in Titoli di Stato, e colpito dal martellante battage pubblicitario che inonda tv, giornali e radio, decide di recarsi al suo sportello bancario e partecipare al collocamento di Enel. Cos'è successo in questi 5 anni al nostro investitore? Un viaggio tra bonus share, reverse split e dividendi...

di Mauro Introzzi 15 dic 2004 ore 15:04

enel-logoC'era una volta, nell'autunno del 1999, il signor Rossi. Da sempre investitore in Titoli di Stato, e colpito dal martellante battage pubblicitario che inonda tv, giornali e radio, decide di recarsi al suo sportello bancario, per saperne di più sul collocamento di Enel, il colosso elettrico che il Tesoro sta privatizzando proprio in quei giorni.

 

I Buoni Ordinari del Tesoro del signor Rossi, sottoscritti 12 mesi prima, sono in scadenza e il nostro risparmiatore decide di fare il suo ingresso in Borsa. Il signor Rossi, ormai deluso dai tassi di rendimento dei Titoli di Stato, ha scelto: dalla fazione dei Bot-people passerà a quella degli Enel-people.

 

Vediamo cosa è successo al signor Rossi, e al suo capitale, in questi 5 anni. Per semplicità espositiva supponiamo che il nostro risparmiatore abbia acquistato 1000 azioni. Inoltre immaginiamo (da inguaribili utopisti) che il carico fiscale sia nullo (!!!).

 

Il collocamento delle azioni, che doveva avvenire in una forchetta compresa tra i 3,4 e i 4,3 euro, è avvenuto nella parte alta del range, a 4,3 euro per azione. Con 4.300 euro, quindi, il signor Rossi ha acquistato le sue 1000 azioni. Il primo prezzo fatto segnare dall'azione Enel al debutto, 4,4 euro, soddisfa il signor Rossi e lo rende euforico, tanto che è tentato di vendere subito le sue azioni, ma 'tiene duro', ricordandosi quello che gli ha detto il nipote, studente in economia all'Università, secondo cui, nel lungo periodo, quello azionario è uno tra gli investimenti più vantaggiosi.

 

Nel giugno del 2000 arriva il primo dividendo di Enel, 0,12 euro per azione. Sul suo conto corrente il signor Rossi si vede accreditare 120 euro... 'Non male - pensa il nostro eroe - con i Bot prendevo meno!'. Nel novembre dello stesso anno, poi, arriva la bonus share. Il meccanismo, per alcuni un po' fumoso (principalmente per il fatto che non si era mai vista in Italia!), si rivela azzeccato. In dono, al signor Rossi, arrivano altri 50 titoli.

 

Alla fine del 2000, quindi, il signor Rossi, vede sul suo 'conto titoli' 1050 azioni Enel ed ha incassato 120 euro sotto forma di dividendo.

 

Nel giugno del 2001 arriva il secondo dividendo, di 0,13 euro per azione. Per i suoi 1050 titoli il signor Rossi si vede accreditare 136,5 euro. Il mese successivo Enel annuncia un 'riverse split'. Il signor Rossi prima snobba un po' l'annuncio, pensando che si tratti di una strana operazione tecnica, ma quando vede che il prezzo della sue azioni, da un giorno con l'altro, è raddoppiato, decide di telefonare a suo nipote che, forte dell'esame in Finanza appena sostenuto, spiega allo zio che Enel ha raggruppato le sua azioni e gliene ha data 1 nuova per ogni 2 azioni vecchie possedute. Il signor Rossi, più tranquillo, ringrazia il nipote e gli promette un regalo.

 

Alla fine del 2001, quindi, il signor Rossi, ha sul suo conto (dopo il riverse split) 525 titoli Enel e ha incassato 136,5 euro sotto forma di dividendi, che si vanno ad aggiungere ai 120 dell'anno precedente.

 

Nel 2002, nel 2003 e nel 2004 il signor Rossi ha incassato sotto forma di dividendi 0,36 euro per azione, che in soldini fanno 189 euro (525 azioni * 0,36 euro) all'anno per i tre anni considerati. Dopo la quotazione della controllata Terna, poi, arriva per il nostro eroe un'altra bella notizia. Il prossimo novembre Enel regalerà ai suoi azionisti un dividendo straordinario di 0,33 euro per azione. Il signor Rossi si vedrà accreditare così 173,25 euro (525 azioni * 0,33 euro).

 

Oggi il signor Rossi, che sta stabilendo se aderire alla nuova offerta pubblica di vendita di Enel, ha deciso di analizzare nel dettaglio la sua situazione, per valutare se quello in Enel è stato un investimento azzeccato o meno. L'esborso iniziale del nostro investitore è stato di 4.300 euro. Ora il signor Rossi ha in portafoglio 525 titoli valorizzati a circa 6,63 euro, per un controvalore di poco meno di 3.500 euro. Negli anni, tuttavia, il signor Rossi ha percepito sotto forma di dividendi 120 + 136,5 + 189 + 189 + 189 + 173,25 euro, per un totale di 996,75 euro.

 

Non sappiamo se il signor Rossi si ritenga un investitore soddisfatto o meno. Ma considerando quello che hanno passato i mercati azionari in questi 5 anni Enel ha, di certo, garantito il minimo che un investitore si possa aspettare da un titolo del genere. Chissà se il nipote del signor Rossi, laureatosi a pieni voti da poco, riceverà in regalo dallo zio un lotto minimo di Enel3???

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