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Psicoanalisi di un grafico

Questa settimana parleremo di "psicoanalisi di un grafico", non per applicare le teorie di Freud alla finanza, ma parlandone in maniera leggera, con la stessa curiosità di un bambino che intravede un bel paesaggio da una finestra, e da questa si affaccia per abbracciare completamente con lo sguardo tutto il panorama.

di Carlo Gatto 12 ott 2005 ore 16:58
Innanzitutto, che cos'è la psicoanalisi e che senso ha parlare di psicoanalisi di un grafico??

Per psicoanalisi si intende la teoria psicologica e psicoterapeutica basata sull'analisi dei processi psichici inconsci e dei conflitti tra le varie sfere della psiche.
Lasciando stare la parte terapeutica, noi ci concentreremo su quella analitica, per capire e conoscere meglio sia i processi psichici inconsci, sia i conflitti tra le varie sfere della psiche.
Per completare la risposta possiamo dire che ha senso parlare di psicoanalisi di un grafico nella misura in cui ha senso dire che i movimenti di un attività finanziaria sono soggetti all'emotività degli operatori del mercato, e che l'emotività del mercato è equiparabile ad un meccanismo psicologico collettivo.
Se si ammette che questa relazione esiste, e che si possa trasferire sui movimenti di prezzo di un'attività finanziaria, allora ha senso parlare di psicoanalisi di un grafico, altrimenti no. A mio modesto parere, credo che la relazione esista.
Quindi in prima istanza effettuare la psicoanalisi di un grafico significa ricavarne conclusioni in merito alla psicologia collettiva degli investitori-attori sulla scena del mercato o del titolo preso in considerazione, partendo dai dati a nostra disposizione a posteriori.

Ad esempio, in base ai dati del grafico del Mib30 è facile capire che il nervosismo della seduta del 26 maggio è ben diverso e più forte di quello che ha interessato la seconda parte della seduta del 31 maggio, tuttavia leggere all'interno di uno stesso tipo di nervosismo una traccia particolare come se fosse caratterizzato da un particolare DNA, è cosa completamente diversa e corrisponde sicuramente ad un'indagine di qualità superiore. Mi riferisco a diversi tipi di nervosismo: da paura, da incertezza, da prezzi gonfiati, ecc.
Altro esempio: un conto è capire che i punti del grafico contrassegnati con dei cerchietti fucsia costituiscano o meno a dei pivot point, altra cosa invece è capire per quale motivo essi si situino in un determinato punto del grafico, e della seduta, e non in un altro. Perché prima e non dopo? O viceversa? Cosa fa scattare la molla dell'inversione del trend??

Dicevamo prima che la psicoanalisi si occupa dei processi psichici inconsci. Quali potrebbero essere questi processi psichici applicati agli operatori del mercato? La domanda risulta molto facile e molti di voi avranno già risposto. Panico ed euforia.
Tuttavia ne esistono anche altri che, pur non venendovi subito in mente, esercitano un ruolo molto importante, ma che qui tralascerò per esigenze di sintesi.
Il panico crea una situazione per cui gli investitori, aggrediti dalla paura di perdere i propri soldi, corrono a vendere e scatenano negli altri la paura, con un effetto domino. Ma siamo proprio sicuri che si tratta di un processo inconscio? Ad esempio, non potrebbe essere che il Sig. Rossi è perfettamente conscio di essere in preda al panico, ma corre a vendere lo stesso senza motivo?? Non dovremmo forse parlare di irrazionalità più che di meccanismo inconscio? Qual è la differenza?
Potremmo dire che s'innesca un meccanismo irrazionale quando un'azione viene compiuta senza ragione, mentre si innesca un meccanismo inconscio quando non c'è davvero coscienza di compiere l'azione.
Ma allora l'incoscienza dove sta?
Nel panico l'incoscienza riguarda il meccanismo psichico che porta alla decisione di vendere, e non tanto l'azione stessa del vendere. Se potessimo paragonare il pensiero ad un'azione, allora il pensiero che porta alla decisione di vendere è un'azione inconscia, mentre l'operazione fisica del vendere è un'azione conscia. Il soggetto che vende esegue una decisone comunque presa dalla sua mente, che però non ha effettuato un ragionamento alla luce del sole, ma nella sua parte inconscia, non visibile. Il soggetto non ha coscienza del pensiero retrostante, ma solo della decisione di vendere, eppure il ragionamento retrostante c'è stato!
Lo stesso vale per l'euforia e per altri processi psichici applicabili alla psicologia del mercato.

Prima dicevamo anche che l'altro aspetto che la psicoanalisi indaga è dato dai conflitti tra le varie sfere della psiche.
In questo caso ci riferiremo alle componenti della mente dell'investitore stesso, a seconda che prevalga la sfera emotiva, oppure quella razionale. Spesso infatti, gli investitori che compiono delle operazioni in Borsa razionalmente, sono gli stessi che poi si divertono a metterne in atto altre sulla base del proprio intuito, ritenendolo superiore ad ogni filo logico-razionale. In questi soggetti molte volte, soprattutto in situazioni di mercato laterale dominato da estrema incertezza, si creano delle situazioni di conflitto, per cui non sanno se sia il caso di riflettere attentamente prima di ogni operazione o se sia il caso di buttarsi per l'ennesima volta. Questa dinamica tra le due sfere emotive, il raggiungimento dell'equilibrio, ed i motivi per cui a seconda dei casi prevalga l'una o l'altra, sono oggetto di studio della nostra indagine che ci porta alla psicoanalisi di un grafico.

Partendo dall'investitore e dalla psicoanalisi dei suoi processi psichici, si potrà estendere il concetto alla psicologia collettiva, e da lì approdare ai movimenti delle attività finanziarie con la psicoanalisi del grafico, come se si trattasse dell'elettroencefalogramma della 'mente investitrice collettiva'. Poi, una volta raggiunta una buona base dottrinale in merito, dall'analisi del grafico, sarà possibile fare il percorso a ritroso, e capire con più precisione qual è lo stato psicologico ed emotivo degli operatori di Borsa e quindi il sentiment generale. Si tratta di un mondo nuovo ed affascinante sul quale la ricerca si è appena affacciata, ma che a mio avviso potrà dare molti buoni frutti.

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