Proviamo a spiegare il crollo di Nice
Nella seduta di mercoledì 24 ottobre Nice ha lasciato sul terreno il 30% del proprio valore. Un vero e proprio tracollo per la società. Il tonfo del titolo è stato collegato con la decisione del management di rivedere al ribasso le stime sul fatturato per l'esercizio in corso. Ma...
di La redazione di Soldionline 29 ott 2007 ore 10:49
Settimana negativa per l'AllStars. Tra il 22 e il 26 ottobre l'indice di riferimento ha registrato una flessione dell'1,02%, scendendo a 16.981 punti.
Nella seduta di mercoledì 24 ottobre Nice ha lasciato sul terreno il 30% del proprio valore. Un vero e proprio tracollo per la società, quotata all'AllStars e attiva nei sistemi di automazione per la casa, che negli ultimi tempi non aveva mostrato particolari oscillazioni.
Il tonfo del titolo è stato collegato con la decisione del management di rivedere al ribasso le stime sul fatturato per l'esercizio in corso. Nel 2007, infatti, i ricavi dovrebbero fermarsi a 165 milioni di euro, contro la precedente previsione di 180-185 milioni. I vertici dell'azienda hanno giustificato il taglio delle stime sul giro d'affari con la scelta di non commercializzare i propri prodotti a quattro grandi produttori di tende e tapparelle. Secondo il management, questa scelta avrebbe penalizzato la marginalità del gruppo, un risultato che sarebbe andato contro la strategia di Nice, focalizzata sul mantenimento di margini elevati (al momento l'Ebitda margin è superiore al 30%, un livello di eccellenza per le aziende del settore).
Inoltre, la nuova stima permetterebbe a Nice di chiudere il 2007 con una crescita del giro d'affari, comunque, nell'ordine del 10%, considerando che nel 2006 la società aveva realizzato un fatturato di 150 milioni.
Basta un taglio del fatturato del 10% per spiegare un crollo del titolo di queste dimensioni?
Oscillazioni di questo genere sono più evidenti negli Stati Uniti, quando dalle società arrivano i profit warning, i famosi allarmi sugli ultimi stimati per i trimestri a venire. In quelle occasioni non è improbabile vedere titoli che lasciano sul terreno più del 10% da un giorno con l'altro. Questo vale anche per titoli di grandi dimensioni. Vale la pena ricordare il tonfo subito da un colosso come Caterpillar lo scorso anno, quando la società tagliò le stime sulla redditività futura.
In Italia l'esperienza mostra che è più difficile imbattersi in crolli di queste proporzioni, anche in occasione dell'annuncio di profit warning o, come nel caso di Nice, di revenue warning (il classico taglio delle stime sul fatturato).
Probabilmente gli addetti ai lavori temono che la revisione al ribasso delle stime sul fatturato possa penalizzare anche la parte bassa del conto economico, quella relativa alla redditività dell'azienda, vale a dire le voci che gli esperti utilizzano per calcolare i multipli di bilancio. Quindi, gli addetti ai lavori temono che possano essere compromessi gli obiettivi di crescita fissati in occasione della quotazione della società, avvenuta nel maggio del 2006.
Non a caso gli analisti che seguono Nice si sono affrettati a tagliare i target price sul titolo. Oltre a vari rating. Così gli "outperform" (farà meglio del mercato) sono diventati "underperform" (farà peggio del mercato), mentre i "neutral" sono stati tramutati in "sell" (vendere). E di "buy" (acquistare) neppure l'ombra! Le bocciature delle banche d'affari sono state accompagnate dalla revisione al ribasso delle previsioni sul fatturato e sulla redditività del gruppo per i prossimi trimestri.
Al contrario, i vertici di Nice hanno precisato che il taglio della stima sul fatturato non andrà a penalizzare la marginalità del gruppo, in linea con la scelta di rinunciare ad alcuni ricavi aggiuntivi. Al contrario, il management non ha fornito alcuna indicazione sulla redditività. Per questo si dovrà aspettare fino alla metà di novembre, quando Nice comunicherà la revisione del budget per l'intero esercizio. In quell'occasione si potrà capire veramente quale potrebbe essere l'evoluzione del cammino di crescita di Nice.
Per concludere, una curiosità. Nello stesso giorno in cui Nice lasciava sul terreno il 30%, alcune agenzie stampa battevano la notizia che i vertici di Socotherm avevano rivisto al ribasso la stima sul fatturato per l'esercizio in corso, portandola dai 380-400 milioni di euro a un intervallo di 350-360 milioni. In questo caso la scelta era stata giustificata con il deprezzamento del dollaro nei confronti dell'euro. Tuttavia, quel giorno il titolo della società guidata da Zeno Soave chiuse le contrattazioni con un rialzo.
Misteri del mercato...