NAVIGA IL SITO

Piazza Affari maglia nera in Europa: si teme la crisi di governo

Gli esperti di IG ritengono che gli investitori potrebbero presto iniziare a scontare la possibilità di una grave crisi di governo. Ribassi generalizzati per i bancari

di Edoardo Fagnani 26 ago 2013 ore 17:47

Pesante ribasso per Piazza Affari nella prima seduta della settimana: il mercato italiano ha registrato la peggiore performance della giornata tra le borse europee. Secondo Nouriel Roubini un’eventuale crisi di governo in Italia potrebbe riportare lo spread tra Btp e bund tedeschi a quota 300 punti in pochissimo tempo. Secondo l'economista a cascata potrebbe interrompersi il buon momento del mercato azionario italiano. Gli esperti di IG ritengono che gli investitori potrebbero presto iniziare a scontare la possibilità di una grave crisi di governo che possa portare alle elezioni anticipate. “Potrebbe essere questo uno scenario catastrofico che metterebbe a serio rischio i timidi segnali di stabilizzazione dell’economia visibili negli ultimi dati macro”, hanno puntualizzato gli analisti. Ribassi generalizzati per i bancari. I timori per una crisi di governo hanno mandato al tappeto Mediaset. Ottima seduta, invece, per Saras.
Il FTSEMib è sceso del 2,1% a 16.978 punti, mentre il FTSE Italia All Share ha perso l’1,97% a 18.028 punti. In calo di un punto e mezzo percentuale il FTSE Italia Mid Cap (-1,4%) e il FTSE Italia Star (-1,35%). Nella seduta odierna il controvalore degli scambi è sceso a 1,36 miliardi di euro, rispetto agli 1,38 miliardi di venerdì. Su 313 titoli trattati, 225 hanno terminato la giornata con un ribasso, mentre le performance positive sono state solo 78. Invariate le rimanenti dieci azioni.
L’euro ha oscillato tra gli 1,335 e gli 1,34 dollari. L’oro rimane poco sotto i 1.400 dollari.

Riflettori accesi sui bancari.
Seduta decisamente negativa per il Monte dei Paschi di Siena. Il titolo della banca toscana ha perso il 3,37% a 0,2208 euro. Secondo quanto riportato dalla stampa, la Consob avrebbe accusato i nuovi vertici di Monte dei Paschi di Siena di aver fornito informazioni non veritiere in merito all’acquisizione di Banca Antonveneta e all’operazione in titoli di stato strutturata con Nomura. Pronta risposta dell’istituto toscano, che ha ribadito l’estraneità dei nuovi manager ai procedimenti.
UBI Banca è scesa del 3,79% a 3,45 euro. In giornata si sono riuniti i vertici dell’istituto per l’esame dei risultati del primo semestre del 2013. I dati saranno comunicati domani mattina, prima dell’apertura di Piazza Affari. La stime degli analisti per il secondo trimestre del 2013 indicano un margine di interesse a 424 milioni di euro, dai 508,27 milioni dello stesso periodo dello scorso anno, mentre l’utile netto dovrebbe scendere a circa 20 milioni di euro. Nel secondo trimestre del 2012, il risultato finale di UBI Banca era stato positivo per 54,17 milioni di euro. Il core tier 1, invece, dovrebbe essere salito dal 10,5% di fine marzo all’11,5%.
La Popolare di Milano ha registrato una flessione del 2,81% a 0,3872 euro. Secondo quanto scritto su Il Sole24Ore di domenica, i vertici dell’istituto starebbero valutando la possibilità di procedere con un’integrazione con un altro istituto popolare. In prima linea ci sarebbero il Banco Popolare (-4,23%), la Popolare dell’Emilia Romagna (-4,58%) e UBI Banca, che avrebbero avviato alcuni contatti esplorativi. Il quotidiano finanziario ha ricordato che martedì la Popolare di Milano esaminerà i risultati del primo semestre del 2013.
Unicredit è scesa del 3,5% a 4,416 euro, mentre IntesaSanpaolo ha registrato una flessione del 3,33% a 1,511 euro.

I timori per una crisi di governo hanno mandato al tappeto Mediaset. Il titolo del gruppo del Biscione ha lasciato sul terreno il 6,25% a 3,15 euro, dopo uno stop per eccesso di ribasso in mattinata.


Qualche spunto i petroliferi. Ottima seduta per Saras (+1,73% a 0,942 euro). Secondo quanto scritto su Il Sole24Ore nel week-end, la società guidata dalla famiglia Moratti potrebbe ottenere una rivalutazione di circa 354 milioni di euro dalle attività di raffinazione, sulla base di un nuova perizia richiesta dopo il conferimento del business alla controllata Sarlux. Questa “riserva” potrebbe essere utilizzata per coprire perdite future o per l’eventuale distribuzione di un dividendo. Vendite su Erg (-2,43% a 7,235 euro). Segno meno per Eni che ha registrato una flessione dell’1,15% a 17,23 euro. Andamento negativo anche per Tenaris (-0,35% a 17,27 euro) e Saipem (-2,63% a 16,28 euro).

Tra le altre società a maggiore capitalizzazione spicca il calo di Finmeccanica, che ha terminato la giornata con una flessione del 3,94% a 3,902 euro.
In rosso anche GTech (-4,69% a 20,72 euro), sull’ipotesi che il governo possa introdurre nuove tasse sui giochi per compensare l’abolizione dell’IMU sulla prima casa.
Fiat Industrial ha perso l’1,71% a 9,49 euro. Plus, l’inserto del sabato del quotidiano Il Sole24Ore, ha riportato le stime finanziarie della società per l’esercizio in corso. Fiat Industrial dovrebbe chiudere il 2013 con una crescita dei ricavi compresa tra il 3% e il 4% rispetto ai 25,79 miliardi ottenuti nello scorso anno. La marginalità dovrebbe collocarsi tra il 7,5% e l’8,3% dall’8,1% del 2012, mentre l’indebitamento netto industriale dovrebbe collocarsi tra gli 1,4 miliardi e gli 1,6 miliardi di euro. Intanto, Fiat Industrial e CNH Global hanno annunciato che il Chief Financial Officer, Pablo Di Si, ha lasciato il gruppo per perseguire altri interessi. Il manager sarà sostituito da Massimiliano Chiara che ha assunto la carica con effetto immediato.

Questo scritto è redatto a solo scopo informativo, può essere modificato in qualsiasi momento e NON può essere considerato sollecitazione al pubblico risparmio. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità in merito all’uso delle informazioni ivi riportate.