NAVIGA IL SITO

Piazza Affari, la chiusura è positiva: Banco Popolare superstar

Andamento opposto per Unicredit e IntesaSanpaolo. È arrivato il rimbalzo per Telecom Italia, dopo il pesante calo subito ieri. Luxottica è riuscita a limitare i danni

di Edoardo Fagnani 28 feb 2014 ore 17:36
Piazza Affari e le principali borse europee hanno terminato l’ultima seduta della settimana con gli indici in territorio positivo. Bancari protagonisti di giornata: molto bene il Banco Popolare, dopo la diffusione dei risultati dell’esercizio 2013 e dei target del piano industriale. Andamento opposto per Unicredit e IntesaSanpaolo. È arrivato il rimbalzo per Telecom Italia, dopo il pesante calo subito ieri. Luxottica è riuscita a limitare i danni.
Il FTSEMib ha registrato un frazionale rialzo dello 0,6% a 20.442 punti (il massimo di giornata) e ha terminato la settimana con un progresso dello 0,25%. L’indice ha chiuso il mese di febbraio con una performance positiva del 5,27% Il FTSE Italia All Share ha guadagnato lo 0,59% a 21.803 punti. Segno più anche per il FTSE Italia Mid Cap (+0,56%) e il FTSE Italia Star (+0,49%). Nella seduta odierna il controvalore degli scambi è sceso a 2,32 miliardi di euro, rispetto ai 2,53 miliardi di ieri. Su 327 titoli trattati, 125 hanno terminato la giornata con un ribasso, mentre le performance positive sono state 181. Invariate le restanti 21 azioni.
L’euro è balzato a 1,38 dollari. L’oro si è riportato a 1.325 dollari.

CONSULTA le quotazioni dei titoli del FTSE MIB

Bancari protagonisti di giornata.
Il Banco Popolare ha registrato un balzo del 4,8% a 1,595 euro. L’istituto ha chiuso il 2013 con una perdita netta di 606 milioni di euro, confermando le anticipazioni già fornite al mercato. Il Banco Popolare aveva terminato il 2012 con una perdita di 944,5 milioni di euro. I ratio patrimoniali al 31 dicembre 2013 vedevano il Core Tier 1 Ratio pari al 9,7%, il Tier 1 Capital Ratio pari al 10,6% e il Total Capital Ratio pari al 13,3%. L’istituto ha diffuso anche i dettagli del piano industriale per il periodo 2014/2018, predisposto in vista del lancio dell’aumento di capitale. L’istituto stima un utile netto di 609 milioni nel 2016 e di 787 milioni nel 2018. Nel corso della conference call a commento dei risultati del 2013 e del piano industriale l'amministratore delegato del Banco Popolare, Pier Francesco Saviotti, ha dichiarato che l'aumento di capitale da 1,5 miliardi di euro permetterà all'istituto di valutare anche l'opportunità di partecipare a possibili operazioni di consolidamento del settore. Intanto, dalle comunicazioni giornaliere fornite dalla Consob si apprende che Marshall Wace ha ridotto la posizione corta sul Banco Popolare, portandola dal 2,03% all’1,97%. La stessa società di investimento ha ridotto lo “short” sulla Popolare di Milano (+4,55%), portandolo dallo 0,63% allo 0,46%.
A due velocità Unicredit (-0,77% a 5,765 euro) e IntesaSanpaolo (+1,35% a 2,246 euro). Gli analisti di Berenberg hanno alzato il prezzo obiettivo sui due istituti, portandolo rispettivamente a 3,1 euro e a 1,4 euro, in seguito alla revisione dei parametri di valutazione delle due banche. Tuttavia, gli esperti hanno ribadito l’indicazione di vendita sia su Unicredit che su IntesaSanpaolo.
In rosso il Monte dei Paschi di Siena. Il titolo della banca toscana ha lasciato sul terreno lo 0,81% a 0,1839 euro.

Telecom Italia ha recuperato l’1,23% a 0,8235 euro, dopo aver lasciato sul terreno oltre il 4% nella seduta di ieri. Il consiglio di amministrazione della compagnia telefonica ha approvato all’unanimità il testo della relazione all’assemblea degli azionisti in materia di nomina del nuovo consiglio.

Snam ha registrato un frazionale progresso dello 0,78% a 4,124 euro. La società ha chiuso il 2013 con ricavi per 3,85 miliardi di euro, in flessione del 2,5% rispetto ai 3,95 miliardi realizzati nell’esercizio precedente. In forte aumento, invece, l’utile netto, passato da 779 milioni a 917 milioni di euro (+17,7%), grazie alla forte riduzione degli oneri finanziari. L’utile netto adjusted, invece, è sceso del 5,8% a 934 milioni di euro. Il management della società ha proposto la distribuzione di un dividendo di 0,25 euro per azione, da cui vanno detratti gli 0,1 euro assegnati a ottobre 2013 a titolo di acconto. Agli attuali livelli il dividendo totale garantisce un rendimento del 6,1%. Nel corso della conference call a commento dei risultati del 2013 il numero uno della società, Carlo Malacarne, ha dichiarato che potrebbe valutare la possibilità di procedere con un aumento di capitale riservato alla Cassa Depositi e Prestiti. L’operazione servirà a raccogliere le risorse per rilevare il controllo del gasdotto TAG, che attualmente fa capo per l’89% alla stessa CDP.

Luxottica ha limitato i danni (-0,02% a 40,19 euro). La società ha terminato il 2013 con ricavi per 7,31 miliardi di euro, in aumento del 3,2% rispetto ai 7,09 miliardi ottenuti nell’esercizio precedente. Luxottica ha chiuso lo scorso anno con un utile netto di 544,7 milioni di euro, l’1,9% in più rispetto ai 534,38 milioni del 2012. Il management di Luxottica ha proposto la distribuzione di un dividendo di 0,65 euro per azione (50% dell’utile netto consolidato adjusted), che agli attuali livelli di prezzo garantisce un rendimento dell’1,6%. Nel corso di un'intervista rilasciata all'agenzia Reuters, l'amministratore delegato di Luxottica, Andrea Guerra, ha dichiarato che l'ambizione dell'azienda è quella di raggiungere un fatturato di 10 miliardi di euro nell'arco dei prossimi tre-quattro anni. Il manager ha aggiunto che nell'esercizio in corso Luxottica punterà a rafforzare il portafoglio licenze con l'acquisizione di un nuovo marchio e non ha escluso la possibilità di procedere con acquisizioni. Non si sono fatti attendere i giudizi degli analisti. Kepler Cheuvreux ha limato le stime sull’utile per azione di Luxottica per il biennio 2014/2015. Tuttavia, gli esperti hanno confermato il prezzo obiettivo di 44,5 euro e l’indicazione di acquisto delle azioni.

Fiat Chrysler è scesa dello 0,52% a 7,585 euro. Secondo quanto scritto su MF, l'amministratore delegato del gruppo Sergio Marchionne avrebbe deciso di lanciare un bond convertendo da 1,5 miliardi di euro con l'obiettivo di rafforzare patrimonialmente la società dopo la scalata al 100% di Chrysler.

Pirelli ha registrato una flessione dello 0,55% a 12,6 euro. Il gruppo della Bicocca ha ceduto a Bekaert il 100% delle attività steelcord per un valore complessivo di circa 255 milioni di euro.

Prysmian ha registrato un progresso dell’1,08% a 18,74 euro. Gli analisti di Barclays hanno tagliato il prezzo obiettivo sulla società, portandolo da 22,5 euro a 21,5 euro, in seguito alla riduzione delle stime sulla redditività per il biennio 2014/2015. Tuttavia, gli esperti hanno confermato il giudizio “Overweight” (sovrappesare). Goldman Sachs ha tagliato da 21 euro a 18,5 euro il target price su Prysmian. Il giudizio è “Neutrale”.

In decisa flessione Seat Pagine Gialle (-5,56% a 0,0017 euro). Secondo quanto riportato da alcune agenzie stampa, qualora il 4 marzo mancasse il quorum nell'assemblea degli azionisti, il consiglio di amministrazione della società editoriale potrebbe emettere nuove azioni non quotate e cancellare quelle esistenti. Di conseguenza, la società sarà deslitata da Piazza Affari.
Intanto, a fine gennaio l'indebitamento netto del gruppo editoriale ha sfiorato gli 1,48 miliardi di euro, rispetto ai quasi 1,46 miliardi di dicembre.
Questo scritto è redatto a solo scopo informativo, può essere modificato in qualsiasi momento e NON può essere considerato sollecitazione al pubblico risparmio. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità in merito all’uso delle informazioni ivi riportate.