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Piazza Affari, ha vinto l’incertezza: Mediaset superstar!

Anche oggi in corsa il gruppo del Biscione, favorito dal giudizio positivo di Berenberg. In altalena i bancari. Da segnalare il forte ribasso di Enel. Acquisti su Fiat.

di Edoardo Fagnani 18 gen 2013 ore 17:52

Piazza Affari e le principali borse europee senza direzione nell’ultima seduta della settimana, dopo le buone performance messe a segno ieri. Anche oggi in corsa Mediaset, favorita dal giudizio positivo di Berenberg. In altalena i bancari. Da segnalare il forte ribasso di Enel, in seguito alla decisione di UBS di peggiorare il rating sul titolo. Acquisti su Fiat.
Il FTSEMib ha registrato un ribasso dello 0,19% a 17.554 punti. Stessa variazione per il FTSE Italia All Share che si è attestato a 18.539 punti. In frazionale recupero, invece, il FTSE Italia Mid Cap (+0,48%) e il FTSE Italia Star (+0,36%). Oggi sono scadute le opzioni sugli indici e i titoli con termine a gennaio. Il valore di regolamento del FTSEMib è stato fissato a 17.715 punti. Nella seduta odierna il controvalore degli scambi è cresciuto a 2,65 miliardi di euro, rispetto ai 2,37 miliardi di ieri. Su 323 titoli trattati, 157 hanno terminato la giornata con un ribasso, lo stesso numero delle performance positive. Invariate le rimanenti nove azioni.
L’euro è sceso a 1,33 dollari. L’oro si mantiene a 1.690 dollari.

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Mediaset ha registrato un balzo del 5,77% a 2,018 euro, dopo uno stop per eccesso di rialzo in mattinata. Il gruppo del Biscione, in relazione al recente andamento delle quotazioni del titolo, ha precisato che la società non ha nuove informazioni da divulgare al mercato rispetto a quanto già comunicato. Intanto, gli esperti di Berenberg hanno alzato il prezzo obiettivo sul titolo, portandolo da 1,9 euro a 2,6 euro, in seguito alle prospettive di ripresa della redditività nei prossimi trimestri. Gli analisti hanno ribadito l’indicazione di acquisto delle azioni. Inoltre, dalle comunicazioni fornite dalla Consob si apprende che Highbridge Capital Management e Marshall Wace hanno incrementato la posizione “short” su Mediaset, portandola rispettivamente allo 0,7% e allo 0,88%. Le segnalazioni sono datate 17 gennaio.
Telecom Italia è salita dello 0,86% a 0,7645 euro. Il consiglio di amministrazione ha preso atto dell’avanzamento del processo di cessione delle attività media e degli elementi essenziali delle offerte pervenute, che riflettono il negativo trend economico-patrimoniale di Telecom Italia Media (+2,08%). Il CdA ha dato mandato al management a finalizzare le trattative, con l’obiettivo di ricevere offerte definitive e vincolanti. Secondo quanto riportato dalla stampa Cairo Communication (+1,04%), la società che gestisce la pubblicità di LA7, sarebbe in pole position per rilevare il controllo di Telecom Italia Media.

In altalena i bancari, dopo i rialzi registrati ieri.
Monte dei Paschi di Siena ha perso l’1,04% a 0,2954 euro. L’istituto ha comunicato che sono in corso approfondite analisi che riguardano alcune operazioni strutturate poste in essere in esercizi precedenti e ad oggi presenti nel portafoglio della banca. Intanto, l’agenzia DBRS ha fissato un rating “BBB” sulla solidità patrimoniale dell’istituto toscano. Le prospettive sul rating per i prossimi trimestri sono “stabili”.
UBI Banca ha ceduto lo 0,4% a 3,96 euro. Il numero uno della banca, Victor Massiah, è fiducioso di poter distribuire il dividendo relativo all’esercizio 2012, in quanto l’istituto non ha alcun problema di liquidità. Massiah ha aggiunto che UBI Banca non rimborserà alle prime opportunità disponibili le risorse finanziarie ottenute dalla BCE con le operazioni LTRO.
IntesaSanpaolo è salita dell’1,14% a 1,507 euro, mentre Unicredit ha messo a segno un progresso dell’1,84% a 4,42 euro.
Mediolanum ha ceduto lo 0,23% a 4,36 euro. Il numero uno della compagnia, Ennio Doris, ha anticipato che la raccolta di Banca Mediolanum nel 2013 è partita bene e prevede che gennaio si chiuderà con una raccolta record per il mese in esame.

Generali ha perso lo 0,5% a 14,01 euro. Il numero uno della compagnia triestina, Mario Greco, ha confermato che di aver ricevuto alcune offerte non vincolanti per BSI e per le attività del gruppo negli Stati Uniti. Il manager non ha fornito indicazioni sui possibili acquirenti, manifestando la volontà di chiudere la vendita nel giro di qualche mese. Intanto, Morgan Stanley ha migliorato il prezzo obiettivo sulla compagnia triestina, portandolo da 12 euro a 12,8 euro, sulle prospettive di miglioramento dell’area danni. Tuttavia, gli analisti hanno confermato il rating “Underweight” (sottopesare).


Hanno prevalso le vendite sui petroliferi.
Eni ha lasciato sul terreno lo 0,98% a 19,29 euro. Andamento opposto per Saipem (+0,86% a 31,7 euro) e Tenaris (-0,32% a 15,39 euro). In leggera flessione Saras (-0,1% a 1,009 euro) ed Erg (-0,27% a 7,49 euro).
Enel ha ceduto il 2,68% a 3,118 euro. Gli analisti di UBS hanno peggiorato il giudizio sul colosso elettrico e ora consigliano la vendita delle azioni. Gli esperti della banca svizzera hanno confermato il prezzo obiettivo di 2,9 euro.

Buzzi Unicem è balzata del 4,14% a 11,06 euro. Gli analisti di Exane hanno alzato da 10,4 euro a 14,5 euro per azione la valutazione sulla società, in seguito all’incremento delle stime sulla redditività per il biennio 2013/2014. Gli esperti hanno anche migliorato ad “Outperform” (farà meglio del mercato) il rating.
Italcementi è salita dell’1,89% a 4,846 euro. Gli stessi analisti di Exane hanno peggiorato il giudizio sulla società bergamasca, portandolo da “Neutrale” ad “Underperform” (farà peggio del mercato). Gli esperti hanno anche tagliato da 5,5 euro a 5,2 euro il prezzo obiettivo.

Tra le altre società a maggiore capitalizzazione, in evidenza Fiat che ha registrato un progresso dell’1,02% a 4,546 euro. Il gruppo del Lingotto e Mazda Motor Corporation hanno annunciato la firma dell’accordo definitivo in base al quale Mazda produrrà una spider a due posti per Alfa Romeo. Intanto, secondo quanto scritto su MF, si è concluso il braccio di ferro tra Fiat e Consob sulla reale consistenza della liquidità della cassa del gruppo guidato da Sergio Marchionne. L'indagine dell'organo di controllo dei mercati ha evidenziato che il Lingotto avrebbe effettivamente 20 miliardi di euro di liquidità.
Atlantia ha perso lo 0,59% a 13,4 euro. Il consiglio di amministrazione della concessionaria autostradale ha confermato l’interesse a proseguire le attività di analisi per una eventuale operazione di integrazione con Gemina (+0,16%). Intanto, gli analisti di UBS hanno alzato il prezzo obiettivo su Atlantia, portandolo da 13,5 euro a 16,5 euro. Gli esperti della banca svizzera hanno ribadito l’indicazione di acquisto delle azioni.
Finmeccanica ha ceduto lo 0,12% a 4,96 euro. Secondo quanto riportato da alcune agenzie stampa, il gruppo aeronautico si attende che entro il 23 gennaio siano formulate le offerte vincolanti per rilevare il controllo di Ansaldo Energia.
Ansaldo-STS ha guadagnato l’1,61% a 7,265 euro. Goldman Sachs ha migliorato il rating sulla società, portandolo da “Sell” (vendere) a “Neutrale”. Gli esperti hanno anche incrementato da 6,1 euro a 8,2 euro il target price, sulla possibilità di procedere con acquisizioni. Sulla stessa lunghezza d’onda Exane, che ha alzato a 9 euro il prezzo obiettivo su Ansaldo-STS. Gli esperti hanno confermato il giudizio “Outperform” (farà meglio del mercato).

Indesit ha recuperato l’1,2% a 6,34 euro. Gli analisti di Cheuvreux hanno peggiorato da “Outperform” ad “Underperform” il giudizio sulla società, in seguito alla smentita di una possibile cessione del controllo del gruppo. Gli esperti hanno anche ridotto da 7 euro a 5,5 euro il prezzo obiettivo.

MeridianaFly ancora protagonista, dopo i forti rialzi registrati nelle ultime due sedute. Il titolo della compagnia aerea è sceso del 15,8% a 1,011 euro, dopo alcune sospensioni per eccesso di ribasso.
Cdc ha ceduto il 13,8% a 0,53 euro. La società ha comunicato che ad oggi sono ancora in corso le trattative con le banche creditrici per un'ipotesi di concordato in continuità. In alternativa, l’azienda valuterà la presentazione di un piano di concordato liquidatorio. In entrambi i casi, la Cdc verrebbe posta in liquidazione, con perdita integrale del capitale. Per evitare questo scenario, sarebbe necessaria una ricapitalizzazione. Tuttavia, al momento non sono state registrate concrete manifestazioni di interesse in tal senso.

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