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Enel: la strategia che piace alla borsa parte da lontano

Il 2019 è stato un anno decisamente positivo per il titolo Enel. Calcolando i dividendi l'azione ha guadagnato più del 45%. Ma cosa c'è alla base dei progressi borsistici della società?

di Redazione Soldionline 24 gen 2020 ore 11:05

Il 2019 è stato un anno da ricordare, a Piazza Affari, per Enel. Con un valore di oltre 75 miliardi di euro è la prima società in Italia, e la prima utility in Europa, per capitalizzazione.

 

Enel in borsa, nel 2019

La performance in borsa del titolo del colosso energetico nazionale ha superato nei 12 mesi dell’anno scorso il 40%: il primo prezzo del primo gennaio, 5,044 euro, è diventato 7,072 euro a fine anno. Un rialzo cui vanno aggiunti i dividendi staccati nei 12 mesi in oggetto: gli 0,14 euro di gennaio e gli altrettanti 0,14 euro di luglio, rispettivamente anticipo e saldo della cedola a valere sui conti 2018. Un rendimento aggiuntivo che, calcolato rispetto ai prezzi di inizio 2019, è pari al 5,5% circa. In altre parole chi avesse tenuto il titolo per tutti i 365 giorni dell’anno 2019 avrebbe guadagnato più del 45%.

La crescita del titolo, nell’anno, è stata inesorabile. E se si eccettua il mese tra la metà di luglio e la metà di agosto, che ha visto una decisa correzione di tutto il mercato italiano e Enel passare da 6,5 a 6 euro circa, senza grossi patemi.

 

Cosa c’è alla base dei rialzi di Enel

enel-eolico-cile-talinayMa cosa c’è alla base del periodo decisamente favorevole di Enel, che incontra anche i favori degli analisti con (dati direttamente dal sito istituzionale) raccomandazioni positive nel 73% dei casi e neutrali nel restante 27%? I mercati hanno riconosciuto al gruppo di Francesco Starace il suo impegno nel campo delle rinnovabili e della sostenibilità. Due tematiche che, finalmente, iniziano a raccogliere – in modo crescente - l’attenzione non solo da parte degli risparmiatori domestici ma anche dei grandi investitori internazionali.

Non è un caso, infatti, che Enel è il primo distributore privato al mondo, con 73 milioni di utenti finali, il primo operatore mondiale nel campo delle energie rinnovabili (con circa 46 GW di capacità) e il principale player mondiale per clientela retail (con 71 milioni di clienti).

 

Il piano Enel 2015-2019

enel-solare-australia-bungalaLe basi per i recenti successi partono da lontano: dal piano industriale 2015, che ha cambiato profondamente la pelle della società attraverso l’adozione di un modello di business sostenibile. Un modello basato su investimenti in progetti e impianti rinnovabili più piccoli e più flessibili (e con ritorni più rapidi) e su un’espansione della rete con contestuale aumento dell’impiego della digitalizzazione; una strategia sostenuta e perseguita anche nell’ultimo piano strategico presentato per il 2020-2022, con investimenti organici pari a 28,7 miliardi di euro.

L’energia prodotta da fonti rinnovabili ha così raggiunto nel 2019 un punto di svolta con una quota pari a circa il 50%, in netta crescita rispetto al 36% del 2015. Nel periodo la società ha portato la capacità costruita agli attuali 3 gigawatt all’anno, da un gigawatt di 4 anni prima.

La società ha così battuto tutte le stime reddituali che si era prefissa nel 2015: il margine operativo previsto per l’intero 2019 è di 17,8 miliardi di euro dai 15 miliardi di euro del 2015. Si tratta di una cifra di 800 milioni di euro più alta di quanto fissato nel 2015 dalla stessa azienda per il 2019. Balzo della remunerazione per gli azionisti, con un dividendo che nel periodo 2015-2019 è raddoppiato.

 

Insomma, una via che sta portando benefici non solo agli azionisti, ma anche alla collettività, grazie alla costante attenzione alla riduzione delle emissioni di CO2 e quindi una certa sensibilità verso il contrasto al cambiamento climatico.

 

Contenuto sponsorizzato da Enel

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