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Per fortuna, le nostre banche centrali tengono gli occhi aperti!

Pur non essendo particolarmente "primaverile", questo mese ha riservato alcune novità rilevanti e ci sono buone ragioni per scommettere che gli effetti non si siano ancora totalmente manifestati sul mercato!

di Redazione Soldionline 14 mag 2013 ore 10:52
Articolo a cura di La Francaise AM

Pur non essendo particolarmente "primaverile", questo mese ha riservato alcune novità rilevanti e ci sono buone ragioni per scommettere che gli effetti non si siano ancora totalmente manifestati sul mercato! Dal punto di vista macroeconomico siamo di fronte ad un flusso costante di statistiche deludenti provenienti da tutte le parti del mondo, fattore piuttosto insolito per gli Stati Uniti, dove gli indici ISM e l'occupazione mostrano in effetti un certo affanno. In Cina l'indice PMI, il PIL e l'inflazione confermano il rallentamento in corso e sebbene questa particolare fase non ci preoccupi allo stato attuale, gli investitori sono tornati a interrogarsi sul momentum della crescita mondiale.

Prevedibilmente, l'Europa continua a pesare in maniera sostanziale, ma è soprattutto il quadro politico ad animare i mercati, con un'attenzione particolare all'Italia dopo la difficile elezione del Presidente Napolitano e l'incarico a Enrico Letta alla guida di un governo di coalizione. Il Portogallo, invece, è costretto a rivedere le misure di austerità adottate per correggerne l'incostituzionalità, ma tutto ciò non ha impedito all'Eurogruppo di concedere, come già accaduto per l'Irlanda, un'ampia proroga alle scadenze dei prestiti. La Spagna, in fase recessiva, ha ottenuto altri due anni di tolleranza per raggiungere un rapporto deficit/PIL più sostenibile, mentre  nell'Eurozona e in particolare in Francia, cresce il preoccupante dibattito sulla convergenza fiscale che non potrà che aumentare le tensione nel rapporto franco-tedesco…

Ma, per fortuna, le nostre banche centrali tengono gli occhi aperti! La BoJ ha proposto una serie di misure quantitative ben superiori alle attese , che mirano, oltre agli obiettivi ufficialmente dichiarati, a supportare ad ogni costo l'economia giapponese. Oltre Atlantico i verbali delle riunioni del FOMC e il Beige Book rassicurano sull'imminenza di una stretta creditizia e la stessa BCE ha ammorbidito la propria posizione lasciando presagire un allentamento ulteriore in risposta al peggioramento delle condizioni economiche. Cosa chiedere di più?! Quindi, mai come ora i mercati obbligazionari sono caratterizzati da una considerevole liquidità e da una certa aspettativa sui rendimenti, il che ha portato ad un mese eccellente in termini di performance. La palma dei migliori spetta ... ai titoli di Stato, paesi periferici in testa, che hanno registrato rendimenti assestati sui loro livelli minimi e vicini al 4%, ad esempio in Italia e Spagna.

Ma le obbligazioni "core" non sono state da meno, con il tasso decennale all'1,20% in Germania, all'1,65% negli Stati Uniti e allo 0,60% in Giappone. L’indice EuroMTS 7/10 anni ha guadagnato il 2,50% nel mese, mettendo a segno un risultato migliore rispetto alla maggioranza degli indici di credito e azionari, ad esclusione del Giappone. Qualcuno ha parlato di "bolla obbligazionaria"? Senza dubbio questa bolla esiste, giacché le valutazioni sono nettamente superiori a quello che suggeriscono i fondamentali, dunque è necessario rimanere vigili anche se oggi sarebbe inutile scontrarsi con le banche centrali. E le borse? Sembrano più esitanti, ma continuano ad espandersi in ordine sparso, secondo le zone, i settori e i titoli. Il Giappone ha nuovamente staccato tutti in aprile con una progressione ulteriore attorno al 12%, mentre l'Europa sopravanza di poco gli Stati Uniti, ma ciò che colpisce, analizzando in dettaglio la performance YTD dello S&P500 (+11%), è il contributo preponderante dei settori difensivi (Sanità +21%, Utility e Telecomunicazioni +18%) e dei titoli value… come se per gli investitori si trattasse di una scelta scontata!

Questa visione alquanto circospetta, in una zona comunque solida, è suffragata dall'analisi dei risultati del 1° trimestre: poco più della metà delle società incluse nello S&P500 ha registrato, con evidenti sorprese, utili medi in crescita annualizzata pari al 4%, utili ampiamente trainati dai finanziari e dai servizi alla collettività. La tendenza del fatturato, di contro, preoccupa in quanto è appena positiva, con i settori tecnologici e industriali particolarmente deludenti. Considerando che una crescita costante si fa attendere, che il momentum delle performance borsistiche dovrebbe continuare nel suo percorso di assestamento e che le banche centrali ci concedono del tempo, resteremo particolarmente attenti alle statistiche delle prossime settimane. (…)
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