Opportunità di investimento per il 2013
Introduzione Il 2012 si è dimostrato alla prova dei fatti un anno positivo per i mercati, ma per gli investitori il 2012 è stato anche particolarmente complesso da interpretare
di Redazione Soldionline 27 dic 2012 ore 10:53Articolo a cura di Fidelity Worldwide Investment
Introduzione Il 2012 si è dimostrato alla prova dei fatti un anno positivo per i mercati, ma per gli investitori il 2012 è stato anche particolarmente complesso da interpretare. Si sono registrati, infatti, numerosi momenti di incertezza, accompagnati da un’elevata volatilità che non ha risparmiato nessuna classe di attivi.
Il bilancio positivo registrato sull’obbligazionario, nonostante le particolari tensioni registrate sul debito governativo europeo, è il risultato della provata efficacia dei fondi obbligazionari globali ad ampia delega sviluppati specificamente per stabilizzare i portafogli attraverso un approccio dinamico e flessibile. Inoltre, sempre in un’ottica difensiva, sono risultate efficaci le soluzioni di investimento globali maggiormente diversificate a livello geografico e valutario.
Guardando all’azionario, nonostante l’elevata volatilità, i rendimenti sono stati positivi sia a livello globale che regionale. In particolare la ricerca basata sui fondamentali e la selezione dei migliori titoli attraverso un approccio bottom up si sono dimostrati particolarmente efficaci. I migliori gestori attivi hanno saputo tramutare la volatilità in un’opportunità, identificando le società più solide con le migliori prospettive future e beneficiando della possibilità di acquistare a sconto proprio nei momenti di maggiore tensione sui mercati.
Outlook Azionario - Dominic Rossi, CIO Azionario di Fidelity Worldwide Investment
Nel 2013 assisteremo a un'espansione significativa e sincronizzata del bilancio delle banche centrali. Nell'era del quantitative easing ciò che, fino a pochi anni fa, veniva considerato non convenzionale è oggi divenuto prassi comune. I rendimenti sui titoli di Stato resteranno probabilmente bassi e cioè negativi al netto dell’inflazione, incoraggiando gli investitori a cercare rendimenti positivi puntando sugli asset con la capacità di generare reddito.
Vi sono, comunque, tre fattori di rischio da tenere in considerazione per il 2013: il primo è che senza una soluzione favorevole del fiscal cliff gli Stati Uniti andrebbero in recessione trascinando con sé anche l'economia globale. Il secondo riguarda la crisi in Europa, che sebbene abbia preso una direzione positiva grazie anche all’intervento della BCE, potrebbe subire ulteriori ondate d'instabilità se si radicalizzasse lo scontro politico nei Paesi periferici. Il terzo fattore da tenere in considerazione, infine, è l'evoluzione della situazione geopolitica in Medio Oriente, con particolare riguardo all’Iran.
In questo contesto, pur non esente da fattori di incertezza, una rivalutazione dell’azionario non è affatto da escludere, soprattutto se alcune delle questioni ancora irrisolte dovessero avvicinarsi a un esito favorevole. Di norma, un rialzo dei titoli azionari può essere determinato dalla crescita degli utili o dall'espansione dei multipli. L'ottimismo in tal senso viene, dunque, principalmente dalle valutazioni azionarie, contenute rispetto al dato storico. Negli ultimi anni il comparto azionario ha subito, infatti, importanti deflussi, tanto che la presenza di investitori istituzionali è attualmente ai minimi degli ultimi 30 anni; le azioni non hanno riscosso grandi favori ultimamente e, pertanto, c'è ampio margine per un'inversione di tendenza. La volatilità poi, seppur non ancora superata, si è ridotta. Infatti, dal 2008 la volatilità misurata dall'indice VIX è balzata spesso oltre la soglia del 20% ed è incoraggiante che dal mese di luglio 2012 il VIX sia invece sceso.
Per il 2013 vi sono possibilità concrete di una rivalutazione delle azioni. Se, come ci si aspetta, i rendimenti dei titoli di Stato si manterranno su livelli ridotti e inferiori all’inflazione, gli investitori alla ricerca di rendimenti reali positivi continueranno a prediligere asset più remunerativi con capacità di generare reddito. In un contesto del genere le azioni che distribuiscono dividendi rappresentano senza dubbio un'opportunità interessante in termini di rendimento complessivo.
A livello regionale i mercati emergenti presentano tassi di crescita superiori e valute a elevato rendimento, in grado di attirare afflussi significativi di capitale. Proprio il tema dell'apprezzamento valutario andrà crescendo d'importanza nei Paesi emergenti, dato che le banche centrali delle economie sviluppate stanno attuando un'espansione sincronizzata della propia politica monetaria. L'economia cinese, in particolare, ha tutte le carte in regola per mettere a segno un rimbalzo nel 2013: l'inflazione è sotto controllo e il cambio di leadership si è ormai conlcuso aprendo le porte a una politica più accomodante. Il mercato si attende tassi di crescita nell'ordine del 6-8% e il comparto azionario cinese dovrebbe beneficiare del fatto che le incertezze economiche e politiche sono state dissipate.
Per quanto riguarda i mercati sviluppati, in Europa sono prevedibili dividendi nell'ordine del 3-4% (fatta eccezione per il comparto finanziario dove la distribuzione dei dividendi è stata in molti casi sospesa). I bilanci sono solidi, i flussi di cassa sostenuti, mentre i payment ratio sono ridotti e, dunque vi è margine per un incremento. Abbinando i dividendi alla crescita stimata il rendimento complessivo può raggiungere l'interessante livello del 7-8%, che dovrebbe incoraggiare ulteriori afflussi verso i fondi equity income. Gli Stati Uniti, invece, possono rappresentare un investimento interessante in caso di risoluzione favorevole del fiscal cliff. Il mercato immobiliare residenziale è in fase di ripresa e anche la fiducia dei consumatori sta migliorando. Nel mercato dell'energia gli Stati Uniti potrebbero diventare i maggiori produttori di petrolio e di gas grazie alle riserve di scisti (shale), senza contare che il significativo calo dei prezzi alla produzione non potrà che favorire anche molti altri settori, dall'industria chimica all'ingegneria. A livello settoriale, infine, le posizioni dominanti dell'ultimo anno dovrebbero confermarsi tali. La qualità rimane un tema sensibile e i titoli con rendimenti elevati sul capitale investito continueranno a essere valutati a premio rispetto alle controparti. I titoli selezionati nel comparto sanitario, in quello tecnologico e, in particolare, in quello dei beni di consumo dovrebbero conseguire buone performance anche nel prossimo futuro. Sono presenti sul mercato titoli di buona qualità emessi da società che vantano una presenza consolidata nei propri settori e beneficiano di tendenze strutturali favorevoli, oltre a essere in grado di restituire valore agli azionisti sotto forma di dividendi.
Outlook Obbligazionario - Andrew Wells, CIO Obbligazionario di Fidelity Worldwide Investment
Le prospettive di crescita economica dipendono in larga misura dall’evoluzione della questione del fiscal cliff negli Stati Uniti. Sono comunque convinto che il Congresso, alla fine, riuscirà a evitare il peggio concordando una soluzione. In questo scenario il PIL statunitense dovrebbe registrare una crescita nell'ordine del 3-3,5%, superiore dunque al tasso stimato anche solo sei mesi fa. Buona parte di questa espansione è legata al miglioramento delle previsioni di crescita per il mercato immobiliare residenziale negli Stati Uniti: i prezzi delle abitazioni stanno salendo, la disponibilità di case in alcune zone non è molto alta e anche le compravendite stanno aumentando. Inoltre, l'occupazione sta dando segnali di miglioramento e i consumatori americani iniziano a spendere di più. Tutto questo favorisce la crescita economica, anche se a un ritmo contenuto. Guardando poi alla Cina la produzione industriale è prossima a un rimbalzo e si rafforzano le condizioni per un’accelerazione della crescita, con effetti positivi per l’intera regione asiatica. Prevedo che il quantitative easing continuerà a essere sostanzialmente praticato nel corso del 2013 su scala globale, con la Federal Reserve, la BCE, la Banca d'Inghilterra e la Banca del Giappone a fare da capofila. Circa le voci di una possibile bolla obbligazionaria, a mio parere un'inversione di tendenza sostanziale sui mercati potrebbe avere luogo solo qualora la fase attuale sfociasse in un periodo di crescita sostenuta, con tassi d'interesse in aumento e in un contesto nel quale i fondamentali che favoriscono l'investimento nel reddito fisso venissero meno. Tuttavia la probabilità di un simile scenario resta remota. Inoltre, i timori legati alla volatilità e alle incertezze macroeconomiche continueranno a portare flussi verso l’obbligazionario, un’asset class meno volatile che offre un elevato livello di diversificazione. Nei mercati sviluppati i titoli di Stato ritenuti più sicuri appaiono sopravvalutati e offrono rendimenti ai minimi. Di conseguenza può essere opportuno prediligere i titoli con duration più corta. Il credito societario di elevata qualità ha invece fondamentali che continuano a essere buoni, grazie al fatto che le società hanno in gran parte bilanci solidi. Gli spread sono ancora interessanti, anche se c’è un potenziale di contrazione inferiore rispetto ad altre fasi. Circa il rischio che alcune società approfittino della convenienza dei finanziamenti per aumentare la leva sui bilanci, la ricerca e la selezione del credito in base all’analisi dei fondamentali consentono di evitare questa tipologia di aziende, maggiormente a rischio di riduzione dei rating. Il debito high yield ad alto rendimento a nostro avviso continua a offrire valore, ma all’interno di questa asset class prediligiamo il segmento di qualità più elevata. Prevediamo che le obbligazioni high yield possano continuare a offrire rendimenti interessanti, anche se difficilmente questi saranno ai livelli eccezionali registrati negli ultimi tre anni. Il debito dei mercati emergenti ha registrato buone performance nel corso dell'ultimo anno e continua a godere di ottime prospettive grazie all’attrattiva esercitata dalle valute locali con rendimento maggiore. Un eventuale rally del debito emergente coinvolgerebbe probabilmente in primo luogo le emissioni in valuta locale. Infine, non va dimenticato il possibile rialzo dell'inflazione. Sebbene le strategie con protezione dell'inflazione esercitino un certo richiamo, questo tipo di obbligazioni registra performance migliori in contesti di crescita sostenuta. Pertanto risulta maggiormente efficace, al fine di proteggere i portafogli, una strategia che privilegi le obbligazioni indicizzate dei mercati emergenti, che possono contare su tassi di crescita economica più elevati. Data l'ampia gamma di opportunità nel reddito fisso, nel 2013 l'approccio strategico all'investimento in questa asset class continuerà a riscuotere successo. I fondi obbligazionari con la flessibilità necessaria per fare allocazioni su segmenti diversi e orientarsi tatticamente verso le aree più interessanti sono nelle condizioni di fornire un buon rendimento ponderato per il rischio nell'attuale contesto, caratterizzato da elementi di incertezza economica.
Alcune riflessioni sulle opportunità di investimento per il 2013 Paolo Federici, Country Head per l’Italia di Fidelity Worldwide Investment
Riteniamo che vi siano le premesse perché anche il 2013 risulti positivo per gli investitori, nonostante il probabile permanere di un certo livello di volatilità e - elemento non secondario - le maggiori aspettative da parte dei clienti in seguito ai successi del 2012, che si confronteranno però con un mercato in cui può essere meno semplice dell’anno passato individuare fonti di valore. Sarà dunque quanto mai importante in questa fase l’adozione di strategie di investimento che tengano conto del contesto specifico che si prospetta e che identifichino i migliori strumenti per raggiungere i principali obiettivi di investimento: la stabilizzazione dei portafogli, l’ottenimento di flussi di reddito supplementare e, laddove possibile, la crescita del capitale. Le manovre delle banche centrali per lo stimolo della crescita economica hanno portato all’immissione di elevate quantità di liquidità nel mercato, e sono in molti a ritenere che un rialzo dell’inflazione sia nel medio termine estremamente probabile. Alla luce di ciò potranno risultare favorite le società capaci di un forte controllo sui prezzi nei settori di riferimento o che operano in comparti legati ad asset reali, i quali solitamente beneficiano dell’aumento delle pressioni inflattive anziché esserne penalizzati. Guardando poi alle diverse aree geografiche, nell’azionario europeo sono presenti numerose aziende che pur essendo valutate a sconto sono in realtà caratterizzate da bilanci solidi e prospettive di crescita positive. Queste aziende sono spesso grandi società, proprietarie di marchi globali, con un’esposizione in termini di ricavi alle aree che presentano i migliori ritmi di crescita. Questi titoli sono particolarmente favoriti in questo momento, grazie alle basse valutazioni che caratterizzano il mercato azionario europeo nel suo complesso. Anche i Paesi emergenti restano interessanti, grazie ai contenuti livelli di indebitamento e a ritmi di crescita nettamente superiori a quelli dei Paesi sviluppati. Gli attuali livelli delle valutazioni, lontani dai massimi storici, possono rappresentare una buona opportunità di ingresso per il 2013. Nello specifico l’aumento dei consumi è un tema di investimento da privilegiare rispetto a settori più esposti all’economia globale. Vi sono, infatti, molti Paesi nei quali trend politici, demografici ed economici concorrono a supportare l’aumento dei consumi interni, a beneficio delle società meglio posizionate. Investire sulle aziende legate ai consumi può risultare una scelta vincente anche a livello globale, alla luce della centralità del tema relativamente anche al PIL di molti Paesi sviluppati, le politiche di incentivo in atto e, non da ultimo, la capacità difensiva di questo settore rispetto alle oscillazioni dei mercati. Per quanto concerne il reddito fisso, le obbligazioni societarie europee, sia di elevata qualità (investment grade) che ad alto rendimento (high yield), possono risultare interessanti in quanto utile fonte di reddito, anche mensile, per gli investitori. Inoltre, in considerazione delle pressioni inflattive che derivano dalla massiccia immissione di liquidità da parte delle banche centrali, godono di buone prospettive le obbligazioni indicizzate all'inflazione, specialmente quelle dei Paesi emergenti in valuta locale, dove le pressioni sui prezzi e il potenziale di apprezzamento valutario tendono a essere più elevate. Il tema della diversificazione valutaria all’interno dei portafogli si dimostrerà un fattore chiave anche nel 2013, considerate anche le pressioni ribassiste sul dollaro e l’incertezza che ancora permane sull’area euro. Infine, vista la fase di perdurante incertezza, riteniamo che possano risultare particolarmente utili in ogni portafoglio fondi obbligazionari globali ad ampia delega disegnati per affrontare al meglio periodi come quello attuale. Queste soluzioni dovranno adottare strategie fortemente flessibili che consentano di coniugare stabilità e rendimenti andando a cogliere le migliori opportunità a livello mondiale.
Commenti dei Gestori
Reddito fisso
Andy Weir, Gestore FF Global Strategic Bond Fund e FF Emerging Markets Inflation-linked Bond Fund
Nella fase attuale i titoli di Stato, e in particolare quelli dei Paesi più solidi, rendono molto meno rispetto alle medie storiche e ad altre tipologie di obbligazioni. Non prevedo, però, un rimbalzo dei rendimenti nell'immediato futuro e dunque l'asset class del debito governativo non è ancora destinata a sottoperformare. La Federal Reserve ha, infatti, dichiarato che manterrà la propria politica monetaria invariata per almeno 2 anni e sembra ormai certo che il quantitative easing proseguirà ancora per qualche tempo. All’interno del reddito fisso il credito societario è il segmento più promettente poiché i fondamentali delle aziende sono solidi, i livelli di indebitamento sono relativamente bassi ed è probabile che vi sia una diminuzione delle nuove emissioni. Fino a quando verrà attutato il QE ,persisteranno anche i timori per l'andamento dell'inflazione. Sono quindi convinto che le obbligazioni indicizzate, in particolare quelle dei Paesi emergenti, più sensibili alle pressioni sui prezzi, abbiano il potenziale per generare rendimenti particolarmente interessanti. David Simner, Gestore FF Euro Bond Fund e FF Euro Corporate Bond Fund È probabile che il 2013 segni un punto di svolta per l'Eurozona, dove le autorità sono ancora alle prese con i molteplici problemi del debito sovrano e di quello bancario, che hanno penalizzato la regione. Le misure di austerità che gravano sugli Stati coinvolti danneggiano inevitabilmente la crescita e, considerando la riluttanza di altri Paesi dell'Eurozona ad allentare la propria politica fiscale, è facile prevedere che la recessione potrà continuare spingendo probabilmente la BCE a un ulteriore allentamento della propria politica monetaria. Prevedo che i mercati continuino a scontare un considerevole premio al rischio nei rendimenti dei titoli di stato dei Paesi con i conti pubblici più in difficoltà. La debolezza della congiuntura macroeconomica dovrebbe agire da freno sull'inflazione, mentre la politica accomodante della Banca Centrale Europea dovrebbe continuare a sostenere i mercati obbligazionari creando un contesto relativamente favorevole affinché le grandi imprese possano continuare a finanziarsi. Date queste premesse, gli emittenti corporate di qualità e con buoni flussi di cassa dovrebbero offrire valore e soddisfare gli investitori che cercano un reddito stabile.
Bryan Collins, Gestore FF China RMB Bond Fund
Guardando al 2013 ci attendiamo che il mercato obbligazionario asiatico, e in particolare quello cinese, continuino a beneficiare della solidità dei fondamentali delle aziende della regione. Il mercato obbligazionario offshore in RMB è cresciuto in maniera esponenziale, diventando contestualmente più attrattivo, e attualmente le obbligazioni Dim Sum offrono interessanti opportunità. Inoltre, la moneta cinese è supportata da specifici driver di apprezzamento, fra cui il più importante è il processo di internazionalizzazione di questa valuta, fortemente voluto dal Governo di Pechino. Rick Patel, Gestore FF US Dollar Bond Fund e FF Global High Grade Income Fund Riteniamo probabile un accordo sul fiscal cliff con un'accelerazione graduale della crescita economica negli USA durante il prossimo anno e un tasso di espansione del PIL nell'ordine del 3-3,5%. Nonostante un possibile declassamento del rating degli Stati Uniti nel corso del 2013, risulta positiva la politica della Fed, che ha messo in campo un quantitative easing mirato al settore privato con l'impegno di mantenerlo attivo finché il mercato del lavoro non sarà migliorato e dunque per un periodo prolungato. Prevediamo in particolare un buon andamento per il settore corporate, dove il basso livello delle scorte contribuirà positivamente alla crescita nel 2013. Il mercato immobiliare residenziale ha manifestato segnali di rafforzamento e vista la scarsa disponibilità di immobili, la stabilità dei prezzi e la formazione di nuove famiglie, il comparto immobiliare, considerato un freno per la crescita sino a poco tempo fa, potrebbe dare un contributo all'espansione del PIL nel 2013.
Asset Allocation
Trevor Greetham, Gestore FF Multi Asset Strategic Fund e FF Multi Asset Strategic Defensive Fund
Nell’attuale contesto, caratterizzato da un’elevata volatilità, chi investe in fondi multi-asset può beneficiare di un livello di correlazione scarso, se non addirittura negativo tra asset rischiosi e investimenti ritenuti più sicuri. In questa fase dunque la diversificazione risulta particolarmente premiante. Guardando in particolare al 2013, questo sarà dominato dagli effetti del QE3, un programma di iniezione di liquidità nel sistema a tempo indeterminato, che prevede la conferma di un allentamento della politica monetaria fino alla ripresa economica, anche a costo di assistere a uno sforamento per alcuni anni del target d'inflazione. Proprio l’inflazione, peraltro, può aiutare i Governi più indebitati. A livello di investimenti, un contesto inflattivo sarebbe nettamente favorevole ai titoli azionari e, considerati gli indicatori anticipatori, i robusti indicatori economici di Stati Uniti e Cina e la politica monetaria accomandante posta in essere dalla Federal Reserve, non possiamo che iniziare il 2013 con ottimismo. Tra le conseguenze più probabili intravediamo un aumento dei prezzi delle materie prime, un rialzo del rating dei titoli azionari rispetto alle obbligazioni e una sovraperformance dell’azionario.
Azionario
Daniel Roberts, Gestore FF Global Dividend Fund
Il 2013 sarà caratterizzato da fasi di volatilità, dato il perdurare della crisi dell’Eurozona, dei timori sul fiscal cliff negli Stati Uniti e del processo per il ribilanciamento dell’economia cinese. Non di rado situazioni di debolezza possono però offrire buone opportunità di investimento. In questa ottica, analizzo attentamente le valutazioni azionarie per prevederne il rendimento potenziale. Mi focalizzo in particolare sulle società che godono di una redditività sostenibile, poiché questo fattore è essenziale per poter distribuire un reddito sostenuto e regolare sotto forma di dividendi. Prediligo le imprese con flussi di cassa prevedibili e consistenti, modelli di business trasparenti e livelli di debito in bilancio pari o prossimi allo zero. I titoli azionari più solidi e capaci di distribuire reddito offrono infatti le migliori prospettive di ottenere buoni rendimenti a lungo termine e ciò risulta ancor più vero durante le fasi di volatilità, quando gli investitori tendono a privilegiare questa tipologia di aziende. Nicola Stafford, Gestore FF Global Consumer Industries Fund Da tempo i settori legati ai beni di consumo stanno sovraperformando il mercato nel suo complesso, favoriti dalla predilezione degli investitori per le imprese "di qualità" con flussi di cassa stabili e dividendi in aumento, una caratteristica che si ritrova in molti titoli di aziende che producono beni di consumo di base. C'è molto interesse anche per i beni di consumo discrezionali, settore in cui la crescita degli utili è trainata direttamente o indirettamente dall'ascesa di una nuova classe media nei Paesi emergenti. Le azioni appaiono ovunque convenienti su base storica. La persistente incertezza causata dalla crisi dell'Eurozona e la mancanza di chiarezza politica negli Stati Uniti potrebbero dar vita a fasi di volatilità, ma i mercati emergenti - che hanno attraversato una fase di "soft patch" - potrebbero invece costituire una fonte di crescita particolarmente interessante. In questo contesto continuerò a prediligere le società capaci di aumentare gli utili oltre le aspettative del settore,o che presentano valutazioni interessanti rispetto alla propria media storica.
Amit Lodha, Gestore FF Global Real Asset Securities Fund
La Federal Reserve è al terzo intervento di quantitative easing e anche la Banca Centrale Europea ha lanciato un programma analogo per proteggere l'euro. Con un’iniezione di liquidità di tale entità, un rialzo dell'inflazione è particolarmente probabile, nonostante non sia semplice prevederne i tempi. In un contesto nel quale l'inflazione è una possibile soluzione auspicata dai Governi, i titoli azionari continuano ad apparire interessanti rispetto alla maggior parte delle altre asset class, a maggior ragione nel caso siano supportati da asset reali che non possono essere riprodotti con facilità. Dal punto di vista degli investitori, la protezione della ricchezza e la sua creazione dipenderanno, quindi, dalla capacità di individuare, a prescindere dal Paese emergente o sviluppato in cui sono quotate, le società dotate di un solido controllo sui prezzi o di beni esclusivi grazie ai quali incrementare gli utili, i flussi di cassa e i dividendi. Le aziende che possono contare su bilanci solidi avranno maggiori probabilità di conseguire tali obiettivi. Guardando, poi, alle prospettive di crescita a lungo termine, vi sono trend particolarmente interessanti quali l'urbanizzazione e l'industrializzazione dei mercati emergenti. Inoltre, fra le tendenze strutturali che offrono un interessante potenziale di crescita, vi sono l'espansione dell'e-commerce e i cambiamenti demografici, che creano opportunità di crescita particolarmente promettenti. Alexandra Hartmann, Gestore FF Euro Blue Chip Fund In Europa, l’intervento della BCE ha risollevato le sorti dei mercati. Tuttavia, restano ancora numerosi problemi strutturali da risolvere. Le riforme interne ai paesi periferici dell'Eurozona stanno procedendo nella giusta direzione tanto che i costi unitari della manodopera cominciano a registrare una flessione, mentre i deficit delle partite correnti si apprestano a diventare surplus. Vi sono, inoltre, alcuni segnali positivi provenienti dagli indicatori anticipatori. Nonostante ciò, non possiamo ancora dire che l'Europa si sia ripresa, in quanto permane la possibilità che le condizioni economiche e commerciali peggiorino e, in questo senso, non è di aiuto il processo di riduzione del debito che proseguirà ancora per un certo periodo. Prevedo, quindi, che i mercati restino volatili e per quanto mi riguarda continuo a prediligere le società capaci di crescere soprattutto grazie a fattori interni, ossia in modo relativamente autonomo rispetto al contesto macroeconomico.
Alberto Chiandetti, Gestore FF Italy Fund
Guardando all’economia globale vi sono, a mio avviso, motivi di ottimismo. E’ molto probabile, infatti, l’imminente normalizzazione della crescita in Cina, con il Governo appena insediato che si appresta ad avviare un nuovo ciclo di investimenti e a intervenire con nuove misure a supporto dei consumi interni. Guardando invece agli Stati Uniti, vi sono numerosi segnali di un possibile rimbalzo nel settore privato e il raggiungimento di un accordo per risolvere il fiscal cliff è da ritenersi, seppur non certo, probabile. In Europa l'indebolimento macroeconomico dovrebbe quantomeno arrestarsi e ciò sarebbe già di per sé una notizia positiva per i mercati. Sul fronte delle valutazioni i mercati azionari europei restano su livelli decisamente inferiori ai P/E storici medi. La tenuta delle azioni, nonostante i risultati societari deludenti del terzo trimestre, dimostra che l'intervento della BCE per arginare la crisi europea sta generando effetti positivi. Gli indici PMI e il miglioramento dell'Economic Surprise Index suggeriscono che il ciclo potrebbe essere giunto al suo minimo e, dunque, essere pronto a ripartire. Infine, per quanto concerne il mercato italiano, i due principali passaggi obbligati perché il sentiment degli investitori possa migliorare e si apra una solida fase di recupero sono la soluzione del fiscal cliff negli Stati Uniti e il buon esito delle elezioni politiche in Italia, con un Governo che confermi la priorità alla riduzione del debito, stimolando al contempo la crescita economica attraverso riforme e liberalizzazioni. Lo scenario che prevedo per i prossimi 3-6 mesi, quindi, è quello di un graduale miglioramento delle condizioni macroeconomiche e ritengo molto probabile che la volatilità sostenuta mi consentirà di trovare opportunità interessanti per acquistare a sconto società solide, il cui business sia poco influenzato dal non semplice contesto attuale. A tendere, nel corso del 2013, sarà inoltre probabile una stabilizzazione del quadro economico italiano, che favorirà maggiormente i titoli ciclici.
Christian von Engelbrechten, Gestore FF Germany Fund
A dispetto delle tante difficoltà e degli scenari preoccupanti di cui si è ampiamente discusso nel corso del 2012, il mercato azionario tedesco è cresciuto decisamente. Resto convinto, quindi, che il positivo andamento delle imprese e l'azione politica del Governo sosterranno la ripresa. I titoli azionari tedeschi si confermano un ottimo acquisto e i fondamentali delle imprese sono migliorati, mentre le valutazioni rimangono inferiori alla media di lungo periodo del 30-40%, più convenienti, quindi, rispetto alla maggior parte delle alternative internazionali. Inoltre, i dividend yield si mantengono interessanti, intorno al 3,5- 4% in media, e il mercato sconta uno scenario pessimistico che, a mio avviso, non è giustificato nel caso delle società tedesche. In particolare, ravviso opportunità interessanti nelle small cap tedesche, che hanno faticato durante il recente rialzo di mercato, ma che potrebbero riservare sorprese in positivo quando le società renderanno noti i dati sull'andamento degli utili.
Adrian Brass, Gestore FF America Fund
Nella mia visione del futuro è la prudenza a prevalere, a causa dell’incertezza che ancora caratterizza la soluzione della fiscal cliff: una combinazione tra aumenti delle imposte e tagli alla spesa federale. Tuttavia, al di là di questa particolare circostanza il problema del debito pubblico negli Stati Uniti continua a riproporsi, per cui è probabile che la necessità di aumentare la tasse e tagliare la spesa rallenterà la crescita economica negli anni a venire. Ciò nonostante, alcuni settori sono in fase di espansione e di ripresa, a partire dal comparto immobiliare. Le valutazioni non sono a sconto, ma proprio la volatilità finisce spesso per consentire ai gestori attivi, che selezionano in maniera mirata le società più solide e promettenti, di individuare opportunità di investimento particolarmente interessanti. Nick Price, Gestore FF Emerging Markets Fund e FF Emerging Europe, Middle East and Africa Fund Nel contesto di crescita globale lenta in cui ci troviamo, osserviamo che, se da un lato il rallentamento ha inevitabilmente coinvolto il mondo intero, dall’altro risulta oggi ancor più marcato il divario fra lo stato di salute dei Paesi più sviluppati e di quelli emergenti, con questi ultimi caratterizzati da superiori ritmi di crescita, minore indebitamento e abbondanza di materie prime. Vi sono numerosi driver di crescita all’interno del variegato universo dei Paesi emergenti. Un trend particolarmente interessante è quello della graduale uscita dalla povertà della popolazione dei Paesi meno sviluppati e della nascita di una nuova classe di consumatori. Infatti, la fase di rallentamento economico ha reso ancor più importante per i mercati emergenti la capacità di reindirizzare in misura sempre maggiore le loro economie verso la domanda regionale e nazionale, riducendo così la propria vulnerabilità agli shock della domanda esterna. Nell'attuale congiuntura globale continuiamo a ricercare società che siano capaci di mantenere un ottimo posizionamento rispetto alla concorrenza sui rispettivi mercati locali e che traggano vantaggio dalle tendenze strutturali favorevoli come la crescita demografica, l'aumento dei redditi disponibili e le esigenze sempre più sofisticate dei consumatori che aspirano a entrare nella classe media.
Raymond Ma, Gestore FF China Consumer Fund
Così come avevo previsto a inizio 2012 l'economia cinese ha toccato il minimo nel terzo trimestre, grazie a una politica di allentamento monetario prolungato. Altri segnali recenti, come il rialzo degli indici PMI (direttori d'acquisto) e FAI (investimenti in immobilizzazioni) e la stabilizzazione del comparto immobiliare residenziale, indicano che l'economia cinese sta gradualmente migliorando ed è sulla strada giusta per una ripresa, seppur lieve, nel 2013. Nel prossimo futuro è probabile che la crescita dell'export acceleri, poiché l'economia USA sembra aver ripreso a marciare più spedita. La crescita del credito sul mercato interno è aumentata e ciò dovrebbe incentivare la ripresa degli investimenti, soprattutto nel settore delle infrastrutture che fungerebbe da stimolo per la produzione industriale. Il cambio di leadership in Cina avvierà presumibilmente una fase di riforme che trasformeranno il panorama economico del Paese. In particolare, la deregulation di numerosi settori come quello dei servizi finanziari, delle telecomunicazioni e dell'energia dovrebbero rompere il monopolio delle società statali e aprire la strada a una maggiore concorrenza che contribuirà a rivitalizzare il settore privato. Inoltre, aumenterà l'impegno da parte del Governo di Pechino per accelerare l'urbanizzazione e la redistribuzione della ricchezza. Dovrebbe, poi, instaurarsi una politica più favorevole ai consumi che stimolerà la domanda interna, con ricadute positive durature per i settori legati ai consumi.
Teera Chanpongsang, Gestore FF Emerging Asia Fund
Il 2013 ha tutte le carte in regola per essere un anno molto positivo per i Paesi emergenti asiatici. Sono numerosi i potenziali catalizzatori positivi nella regione e includono le politiche annunciate dalla nuova leadership cinese, l'impatto delle riforme in India e la maggiore integrazione tra i paesi ASEAN. A ciò si aggiungono le elezioni in Malesia, l'ulteriore apertura di mercati di frontiera come il Myanmar e le attività di ricostruzione in Thailandia dopo le alluvioni del 2012. Questa serie di fattori positivi di breve termine ha il potenziale per sostenere la crescita della regione anche nel lungo periodo. I timori per la crescita economica in Asia sono scesi ai minimi, soprattutto in Cina, e ritengo molto probabile che lo stato di salute di molte aziende continuerà a migliorare, sostenendo il sentiment degli investitori nei confronti della regione. Molti mercati emergenti asiatici hanno registrato una crescita superiore al 20% da inizio anno e penso che il 2013 riservi sorprese positive per molte delle società di questa regione.
Angel Ortiz, Gestore FF Latin America Fund
Le prospettive per l'America Latina sono variegate. In Brasile la disoccupazione e i consumi restano a livelli piuttosto buoni, ma il settore manifatturiero è depresso e i comparti legati alle materie prime saranno penalizzati dal calo della domanda. Il Messico gode di una situazione generale molto più solida. Il programma di riforme del governo appena insediatosi potrebbe favorire la crescita per gli anni a venire. I fondamentali macroeconomici sono robusti e il mercato è relativamente più difensivo nel suo complesso. In generale, per il comparto azionario dell'America Latina prevediamo un anno di alti e bassi, ma complessivamente positivo.