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NPL, le previsioni di Banca Ifis per il 2021. Dati in crescita, ma il sistema creditizio saprà affrontarli

Covid-19 porterà nel 2021 una nuova ondata di crediti deteriorati, ma secondo Banca Ifis non sarà una tempesta come nella crisi dei mutui subprime del 2011. Ecco il perché

di Redazione Soldionline 6 ott 2020 ore 07:23

luciano-colombini-ad-banca-ifis_1Covid-19 porterà nel 2021 una nuova ondata di crediti deteriorati, ma non sarà una tempesta come nella crisi dei mutui subprime del 2011. E’ il pronostico che l'amministratore delegato di Banca Ifis, Luciano Colombini, ha formulato nel corso di “The New Wave”: la nona edizione dell’Npl Meeting di Banca Ifis, l’evento italiano di riferimento per il mercato dei non performing loans e il bank restructuring. Svoltosi a Villa Erba a Cernobbio (Como) alla presenza di circa 300 ospiti, nel rispetto di protocolli e direttive Covid-19, con oltre 1.000 in collegamento streaming, l’evento ha visto al centro della main conference i nuovi flussi di Npl, la gestione dell’industry durante la pandemia, l’opportunità di creare una bad bank nazionale, le Gacs, nonché lo scenario macroeconomico, il mercato italiano del debito, il vincolo del calendar provisionig, il valore degli immobili a garanzia e l’effetto moratorie sui bilanci delle banche.

Nell’ipotesi di consolidamento della ripresa macroeconomica nel 2021, con la fine delle moratorie – ha osservato Colombini - il tasso di default, cioè i crediti performing che passano a non performing, dovrebbe attestarsi al 2,8% rispetto all’1,3% del 2019. Lo stock complessivo, sommando le sofferenze (Npl) e le inadempienze probabili (Utp) ancora presenti a bilancio bancario e quelle già cedute, si stima raggiungerà nel 2020 quota 338 miliardi di euro (+5% sul 2019) mentre nel 2021 le esposizioni deteriorate potrebbero salire fino a 385 miliardi di euro e subire un ulteriore incremento nel 2022. Il mercato delle transazioni Npl, con 34 miliardi di euro di vendite previste nel 2020 e una stima di ulteriori 34 miliardi per l’anno 2021, si confermerà più che dinamico, diversamente dalle timide aspettative di qualche anno fa.

Questa la prognosi testuale dell’amministratore delegato di Banca Ifis: «Come per gli altri mercati anche quello dei crediti non performanti entrerà in un nuovo ciclo economico: stimiamo una crescita delle esposizioni deteriorate nei bilanci delle banche. Nel 2021, con la fine delle moratorie, il tasso di default dovrebbe attestarsi al 2,8%, il doppio di quello registrato nel 2018-2019, ma comunque inferiore a quello della precedente crisi che aveva raggiunto il 4,5%. Da quanto emerge da una nostra analisi di sensitivity, basata su ipotesi macroeconomiche meno favorevoli ma sempre senza un secondo lockdown totale, il default rate 2021 potrebbe arrivare anche al 3,4%». A fronte di queste prospettive, Colombini ha anche sottolineato però che il sistema creditizio è pronto a reggere l’urto. «Il sistema finanziario – ha detto - è tuttavia ben posizionato rispetto alla precedente crisi perché le banche hanno implementato sistemi di rilevazione/monitoraggio e modalità attive di gestione dei crediti Npe nei diversi stadi di deterioramento. Gli operatori Npl sono infatti una vera e propria industria con circa 8.000 addetti e 230 miliardi di euro di Npe in gestione, capaci di intervenire nelle varie fasi del processo del credito per contenerne il deterioramento e massimizzare i recuperi degli Npl. Per i mesi a venire vogliamo essere ottimisti e guardare con fiducia ai segnali di ripresa in grado di azionare nuovi circoli virtuosi per la nostra economia».

Per completare la panoramica sul mondo creditizio, moderati dal giornalista Andrea Cabrini si sono svolti numerosi panel. Corrado Passera, ceo di Illimity, Mark Knothe, Ceo Intrum, Riccardo Serrini ceo di Prelios e Andrea Mangoni, ceo di DoValue hanno discusso delle modalità con le quali i principali operatori hanno affrontato e stanno tuttora gestendo la grande sfida del Covid-19, ovvero come l’industria del servicing si sta oggi preparando ai nuovi flussi di Npl. A seguire la voce settore banking sul capitale e l’effetto moratorie sui bilanci dei nostri istituti è stata affidata a Biagio Giacalone, Head of Active Credit Portfolio Steering di Intesa Sanpaolo, Josè Brena, Head off Non-Core Asset Management Unicredit, Pietro Modiano ex commissario Carige, e alla visione “trasversale” di Carlo Vanini, Head of Capital Markets Italy Cushman & Wakefield sul mercato immobiliare. A concludere Yves Mersch membro dell’Executive Board della Banca centrale europea, Gianfranco Torriero, vicedirettore Generale di Abi e Stefano Cappiello, presidente di Amco e direttore della Direzione Sistema Bancario e Finanziario del Ministero dell’Economia e Finanze hanno animato un dibattito sul progetto di una bad bank nazionale e le linee guida del calendar provisioning parlando degli impatti e le possibili soluzioni tra vecchie regole e nuove risposte della autorità alla crisi. Come ospite d’eccezione è intervenuto anche il Premio Nobel per l’Economia Michel Spence.

luciano-colombini-amministratore-delegato-banca-ifisCome a suggellare quanto illlustrato da Banca Ifis, infine, l’evento è stata l’occasione per la diffusione della dodicesima edizione del report Market Watch NPL a cura dell’Ufficio Studi della stessa banca.

Questi, in pillole, i punti principali:

  • Il credito deteriorato nelle banche italiane: nel 2021 si prevede un sensibile incremento dei flussi di nuovo deteriorato a bilancio delle banche che porterà l’NPE ratio al 7,3% in crescita rispetto il 6,2% di questo 2020 (target UE: max 5%). Il segmento imprese, si stima, inciderà più del comparto famiglie.
  • Transazioni NPL: nel 2020 i portafogli unsecured saranno la tipologia con maggiore incidenza nelle vendite di deteriorati, per una quota pari al 31% del totale. Il mercato secondario contribuirà in modo significativo al totale delle transazioni: 29% l’incidenza attesa nel 2020, 30% nel 2021. Dal 2015 al 2020, circa il 44% degli NPE ceduti, pari a 109 miliardi di euro, è stato rilevato da 6 investitori big. In ordine, per volumi: Amco, Quaestio Capital Management, Banca Ifis, Fortress/PIMCO, Intrum e Credito Fondiario/Elliott.
  • Il mercato degli UTP: nel biennio 2020-2021 si consolida anche il mercato delle transazioni UTP (Unlikely to pay) con 27 miliardi di euro di dimissioni complessive attese (16 miliardi solo nel 2020). Si tratta soprattutto di grandi operazioni, come i 3 miliardi di euro originati da MPS nel 2020 e 6,5 miliardi di euro di UTP in pipeline nel 2021 da parte di Unicredit.
  • L’industria del servicing: Il 44% dei volumi del totale deteriorato Italia (quota percentuale relativa a quanto già ceduto dal 2015 a oggi, pipeline inclusa) è concentrato nelle “mani” di soli sei servicer che sono: DoValue (13%), Amco (9%), Prelios (7%), Cerved (7%), Banca Ifis (5%) e Credito Fondiario (3%). Negli ultimi sei anni il settore del servicing ha conseguito tassi annui medi di crescita a due cifre: +21% la variazione dei ricavi dal 2013, +8% l’Ebitda dell’intero settore.
  • Focus sulle Gacs: dal 2016 il mercato delle transazioni NPL conta 31 operazioni (6 quelle attese nel 2020) per oltre 77 miliardi di euro di GBV (gross book value). Dall’analisi dei portafogli assisti da Gacs condotta pre-Covid, risulta che, nel confronto con i business plan originari, almeno 10 operazioni su 15 con garanzia statale stanno sotto-performando. Ciò potrebbe indurre a nuove cessioni di parti dei portafogli Unsecured a servicer specializzati. I flussi andrebbero quindi ad alimentare ulteriormente un già dinamico secondo mercato.

 

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