Mps-UniCredit, i tre nodi del braccio di ferro con il Mef (Il Sole24Ore)
di Redazione Lapenna del Web 21 ott 2021 ore 08:14 Le news sul tuo SmartphoneCapitale, esuberi e perimetro. Sono i tre nodi che Mps, Tesoro e UniCredit stanno cercando di sciogliere. L’obiettivo: “trovare un’intesa per la cessione di Siena entro la scadenza fissata del 27 ottobre”. Lo scrive Luca Davi su Il Sole24Ore.
A incoraggiare il buon esito della trattativa è arrivato il via libera al rinnovo agli incentivi sulle aggregazioni. Fino al giugno 2022, quindi, sarà efficace “la norma che consente di trasformare le Dta a bilancio in credito d’imposta”, scrive il giornalista. Nel caso di Mps-UniCredit si tratterebbe di 2,3 miliardi di dote fiscale.
“UniCredit ha ribadito la necessità di rispettare le condizioni già condivise, a partire dalla neutralità del deal sul capitale - si legge ancora sul quotidiano di Confindustria - per questo chiede un maxi-aumento, prodromico alla cessione di Siena, che si stima in 7 miliardi circa”. Lo scontro sugli esuberi si concentra tutto sui 7mila dipendenti che UniCredit vorrebbe fossero mandati a casa prima dell’acquisizione. Infine il perimetro: piazza Gae Aulenti non vuole Fiduciaria, Capital Services, Consorzio operativo e Leasing&Factoring.
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