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MPS, i target del Piano strategico 2021-2025

L'istituto senese ha risposto alle richieste della Consob e ha messo a disposizione il documento di Piano strategico per il periodo 2021-2025

di Edoardo Fagnani 18 gen 2021 ore 09:52

palazzo-salimbeni-mpsIl Monte dei Paschi di Siena ha risposto alle richieste della Consob e ha messo a disposizione il documento di Piano strategico per il periodo 2021-2025 approvato in via preliminare lo scorso 17 dicembre 2020.

 

Il management dell’istituto senese ha puntualizzato che il piano è stato predisposto avendo presenti gli impegni assunti dal Governo Italiano nel 2017 nella figura del Ministero dell’economia e delle finanze con riferimento al Piano di Ristrutturazione 2017-2021, recentemente ribaditi in un DPCM (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri) del 16 ottobre 2020, il quale prevede di “avviare un processo di dismissione della partecipazione detenuta dal ministero nel capitale della banca, da realizzare con modalità di mercato e anche attraverso operazioni finalizzate al consolidamento del sistema bancario”.

Di conseguenza, il Monte dei Paschi di Siena ha precisato che il piano strategico non ipotizza una trasformazione radicale del modello operativo e dell’infrastruttura tecnologica della banca che comporterebbe significativi investimenti, assorbimento di capacità di implementazione ed elevati rischi di esecuzione a fronte di benefici che si manifesterebbero solo in esercizi successivi. Nel piano si è invece data la priorità alle iniziative in grado creare valore già dal 2021 e di minimizzare i rischi di esecuzione compatibilmente con gli attuali vincoli. Secondo i vertici del Monte dei Paschi di Siena queste manovre permettono di abilitare una crescita dei ricavi e dei costi sostanzialmente in linea con le previsioni degli analisti.

Inoltre, il piano presuppone il necessario confronto con DG-Comp (department for competition della Commissione Europea) con riferimento agli impegni assunti nel 2017 (che richiede l’interlocuzione dello Stato italiano e culminerà in un provvedimento autorizzativo di cui non sono prevedibili la tempistica e l’esito) e con la BCE, anche ai fini dell’approvazione delle ipotesi di rafforzamento di capitale previste nel piano.

 

La dinamica patrimoniale ipotizza un rafforzamento del capitale necessario a sostenere gli oneri di ristrutturazione e a ripristinare la solidità della banca attraverso l’immissione di nuovi fondi per un importo compreso tra i 2 e i 2,5 miliardi di euro che saranno definiti all’interno del Capital Plan che verrà predisposto a gennaio 2021.

Inoltre, il ritorno all’autofinanziamento, previsto a partire dal 2022, permetterà la creazione di un buffer di capitale addizionale pari a circa 1,3 miliardi di euro (di cui circa un miliardo nel biennio 2024-25) disponibile per investimenti o copertura di eventuali perdite inattese, incluso l’utilizzo di DTA (imposte differite attive) oggi in bilancio per un totale limitato a 0,5 miliardi di euro nell’arco del piano.

Il piano strategico prevede la liberazione di circa 400 milioni di euro di capitale attraverso azioni di capital relief. In questo contesto è previsto una possibile monetizzazione del rapporto con Anima, la cessione di azioni proprie in portafoglio e lo smobilizzo di titoli al costo ammortizzato in plusvalenza nel 2021 e 2022.

Il totale investimenti nel periodo in esame è di 900 milioni di euro, di cui circa la metà destinati a supporto delle iniziative trasformazionali del piano.

Per le risorse finanziarie il piano prevede di mantenere gli indicatori di capitale e liquidità ampiamente al di sopra delle indicazioni del supervisore in ogni anno, nonostante le previsioni macroeconomiche conservative. Secondo il management, anche in uno scenario avverso nel quale la banca simula un rallentamento delle iniziative di rilancio industriale e un incremento dei flussi di default per circa 300 milioni di euro rispetto alle attese il capitale sarebbe sufficiente a rispettare i requisiti minimi.

 

A livello finanziario il piano strategico prevede che il Monte dei Paschi di Siena possa arrivare al 2025 con un margine di intermediazione di 3,21 miliardi di euro, pari a un tasso di crescita medio annuo del 2%. Il risultato operativo è stimato a 1,24 miliardi euro, mentre l’utile netto dovrebbe raggiungere i 559 milioni.

A fine piano l’NPL lordo è stimato al 7,4%, mentre il CET1 ratio phased-in dovrebbe salire al 13,8%, ipotizzando un rafforzamento patrimoniale di 2 miliardi di euro. Il Monte dei Paschi di Siena ha puntualizzato che un rafforzamento di 2,5 miliardi di euro comporterebbe un ulteriore beneficio sul CET1% di 90-100 punti base (500 milioni di euro in valore assoluto).

 

Il Monte dei Paschi di Siena ha fornito anche i target finanziari per il 2021.

La banca senese prevede di chiudere l’esercizio in corso con un margine di intermediazione di 2,9 miliardi di euro, un risultato operativo di 739 milioni e una perdita netta di 562 milioni di euro. L’istituto senese dovrebbe ritrovare l’utile nel 2022, esercizio che dovrebbe chiudersi con un risultato positivo di 41 milioni. Tuttavia, in caso di scenario avverso, il Monte dei Paschi di Siena dovrebbe trovare l’utile solo nel 2023.

A fine 2021 l’NPL lordo è stimato al 6%, mentre il CET1 ratio phased-in dovrebbe salire al 12,1%, rispetto all’11,8% indicato per il 2020.

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