Milano la migliore con Unicredit
Nel fine settimana la Grecia e i creditori dello stato ellenico non sono riusciti a trovare un accordo sul debito. Tuttavia, c’è ottimismo per una conclusione positiva delle trattative
di Edoardo Fagnani 23 gen 2012 ore 16:44
Piazza Affari e le borse europee iniziano la settimana con gli indici in rialzo. Borsa Italiana registra la migliore perfomance in Europa. Nel fine settimana la Grecia e i creditori dello stato ellenico non sono riusciti a trovare un accordo sul debito. Tuttavia, c’è ottimismo per una conclusione positiva delle trattative.
Il FTSEMib guadagna l’1,64%, mentre il FTSE Italia All Share registra un progresso dell’1,78%. Segno più anche per il FTSE Italia Mid Cap (+1,68%) e il FTSE Italia Star (+0,82%).
Unicredit in forte rialzo. Il titolo dell’istituto registra un balzo del 10,2% a 3,652 euro. Molto bene anche le azioni di risparmio (+9,25% a 8,5 euro). Secondo quanto riportato da Il Sole24Ore di domenica, alcuni soci privato non avrebbero sottoscritto interamente la quota a disposizione dell’aumento di capitale. In particolare, la famiglia Pesenti, tramite la holding Italmobiliare, avrebbe esercitato solamente il 30% dei diritti assegnati. Di conseguenza, la quota di Italmobiliare dovrebbe ridursi dallo 0,5% allo 0,3%. Al contrario, Leonardo Del Vecchio, accreditato dello 0,5% di Unicredit, dovrebbe esercitare interamente i diritti a disposizione. Inoltre, al termine della quotazione dei diritti, le prime indiscrezioni segnalano una forte adesione all’aumento da parte dei piccoli azionisti. Intanto, dalle comunicazioni di Internal Dealing si apprende che il 20 gennaio il direttore generale di Unicredit, Roberto Nicastro, ha 12.000 azioni relative all’aumento di capitale della banca.
Eni registra un progresso dello 0,41% a 17,24 euro. Il numero uno del Cane a sei zampe, Paolo Scaroni, ha ribadito che il gruppo è pronto a cedere la quota detenuta in Snam (-1,84% a 3,204 euro), pari al 52,5% del capitale. Nell’operazione potrebbe intervenire la Cassa Depositi e Prestiti. Con questa operazione Eni dimezzerebbe i debiti e potrebbe staccare un extra dividendo. Lo stesso Scaroni ha segnalato che la produzione di petrolio in Libia è tornata ai livelli precedenti l’inizio della rivoluzione civile nel paese. Gli analisti di Intermonte apprezzano questa ipotesi e hanno deciso di alzare da 21 uro a 22 euro il prezzo obiettivo su Eni. Gli esperti hanno confermato il giudizio “Outperform” (farà meglio del mercato). Al contrario, la banca d’affari ha tagliato da 3,8 euro a 3,5 euro il prezzo obiettivo su Snam e ha peggiorato da “Outperform” a “Neutrale” il giudizio.
Cell Therapeutics registra un rialzo del 23,4% a 1,128 euro, dopo uno stop per eccesso di rialzo in avvio di giornata.
Il FTSEMib guadagna l’1,64%, mentre il FTSE Italia All Share registra un progresso dell’1,78%. Segno più anche per il FTSE Italia Mid Cap (+1,68%) e il FTSE Italia Star (+0,82%).
Unicredit in forte rialzo. Il titolo dell’istituto registra un balzo del 10,2% a 3,652 euro. Molto bene anche le azioni di risparmio (+9,25% a 8,5 euro). Secondo quanto riportato da Il Sole24Ore di domenica, alcuni soci privato non avrebbero sottoscritto interamente la quota a disposizione dell’aumento di capitale. In particolare, la famiglia Pesenti, tramite la holding Italmobiliare, avrebbe esercitato solamente il 30% dei diritti assegnati. Di conseguenza, la quota di Italmobiliare dovrebbe ridursi dallo 0,5% allo 0,3%. Al contrario, Leonardo Del Vecchio, accreditato dello 0,5% di Unicredit, dovrebbe esercitare interamente i diritti a disposizione. Inoltre, al termine della quotazione dei diritti, le prime indiscrezioni segnalano una forte adesione all’aumento da parte dei piccoli azionisti. Intanto, dalle comunicazioni di Internal Dealing si apprende che il 20 gennaio il direttore generale di Unicredit, Roberto Nicastro, ha 12.000 azioni relative all’aumento di capitale della banca.
Eni registra un progresso dello 0,41% a 17,24 euro. Il numero uno del Cane a sei zampe, Paolo Scaroni, ha ribadito che il gruppo è pronto a cedere la quota detenuta in Snam (-1,84% a 3,204 euro), pari al 52,5% del capitale. Nell’operazione potrebbe intervenire la Cassa Depositi e Prestiti. Con questa operazione Eni dimezzerebbe i debiti e potrebbe staccare un extra dividendo. Lo stesso Scaroni ha segnalato che la produzione di petrolio in Libia è tornata ai livelli precedenti l’inizio della rivoluzione civile nel paese. Gli analisti di Intermonte apprezzano questa ipotesi e hanno deciso di alzare da 21 uro a 22 euro il prezzo obiettivo su Eni. Gli esperti hanno confermato il giudizio “Outperform” (farà meglio del mercato). Al contrario, la banca d’affari ha tagliato da 3,8 euro a 3,5 euro il prezzo obiettivo su Snam e ha peggiorato da “Outperform” a “Neutrale” il giudizio.
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