Mediaset-Vivendi: le tappe della vicenda Premium (e cosa potrebbe succedere ora)
La cronistoria del dis-accordo tra Mediaset e Vivendi su Mediaset Premium per meglio comprendere le posizioni delle due società sul futuro della pay tv italiana
di Mauro Introzzi 1 set 2016 ore 15:28Il futuro di Mediaset Premium è – in queste sedute d’agosto - il driver borsistico del gruppo del Biscione. La controllata attiva nel settore della pay tv, di cui Telefonica rilevò una quota dell’11,11% nell’estate di 2 anni fa per 100 milioni di euro, è al centro di una contesa tra Mediaset e Vivendi culminata in questi giorni con una citazione della prima nei confronti della seconda e una richiesta danni da parte di Fininvest (azionista di Mediaset) ai colosso transalpino. Ricostruiamo le tappe dell’intera vicenda e vediamo cosa potrebbe succedere ora.8 APRILE 2016: L’ACCORDO MEDIASET-VIVENDI SU PREMIUM
Nel mese di aprile Mediaset e Vivendi hanno annunciato un’alleanza per lo sviluppo di nuovi progetti industriali su scala internazionale e uno scambio paritetico di partecipazioni tra le capogruppo del 3,5%. L’accordo si articolava in 3 progetti:
- una major europea per la creazione di contenuti, su scala internazionale, valorizzati dalla distribuzione sulle reti tv dei due gruppi in Italia, Francia e Spagna;
- una prima piattaforma pan-europea di streaming di contenuti on demand;
- l’ingresso di Mediaset Premium in un grande network internazionale di pay tv.
Gli elementi economico-finanziari dell'intesa prevedevano la cessione da Mediaset a Vivendi, di un ammontare di azioni proprie Mediaset già esistenti pari al 3,5% del capitale sociale di Mediaset, a fronte della cessione da Vivendi a Mediaset di un ammontare di azioni proprie già esistenti o di nuova emissione pari allo 0,54% del capitale sociale di Vivendi. E contemporaneamente la cessione, da RTI (società di Mediaset a capo di Premium) a Vivendi, del 100% del capitale sociale di Mediaset Premium a fronte della cessione da Vivendi a RTI di un ammontare di azioni proprie già esistenti o di nuova emissione pari al 2,96% del capitale sociale di Vivendi.
Così, al completamento delle operazioni sopra descritte Mediaset e RTI sarebbero diventate titolari, complessivamente, del 3,5% del capitale sociale di Vivendi e il gruppo francese titolare del 100% di Mediaset Premium e del 3,5% del capitale sociale di Mediaset.25 LUGLIO: VIVENDI INFORMA MEDIASET CHE NON INTENDE RISPETTARE I TERMINI DEL CONTRATTO DI APRILE
Con un comunicato datato 26 luglio Vivendi ha informato che il giorno precedente, il 25 luglio, ha inviato a Mediaset una missiva proponendo una struttura alternativa all’accordo siglato nel mese di aprile che prevedeva lo scambio del 3,5% di Vivendi a Mediaset in cambio di:
- il 20% di Mediaset Premium;
- il 3,5% di Mediaset;
- un bond convertibile in azioni Mediaset per la restante cifra.
26 LUGLIO: MEDIASET RISPONDE A VIVENDI
Il giorno 26 Mediaset ha informato il mercato, con una nota ufficiale, di aver ricevuto da Vivendi uno schema alternativo dell'operazione. Schema che, secondo Mediaset “muta la valenza industriale alla base dell'accordo per incidere significativamente sull'assetto del capitale di Mediaset”. Il Biscione ha messo in evidenza che con la sua nuova proposta Vivendi arriverebbe – tramite il prestito obbligazionario convertibile - a detenere in 3 anni circa il 15% del capitale di Mediaset.
Sempre in quella sede Mediaset ha poi annunciato che il giorno precedente lo stesso amministratore delegato di Vivendi aveva verbalmente comunicato che il gruppo non avrebbe comunque onorato il contratto stipulato. E comunicato l’intenzione di far valere ogni proprio diritto in ogni sede
26 LUGLIO: VIVENDI PARLA DEI RISULTATI DI PREMIUM
In un comunicato fatato 26 luglio Vivendi ha comunicato al mercato che già il precedente 21 giugno il numero uno della società Arnaud de Puyfontaine, aveva informato il management di Mediaset di aver riscontrato significative differenze nelle analisi relative a risultati e prospettive reddituali di Mediaset Premium.26 LUGLIO: MEDIASET PUNTUALIZZA SULLA NOTA DI VIVENDI
Mediaset in risposta alla nota di Vivendi del 26 luglio, ha precisato che a quella data non esisteva alcuna negoziazione in corso con Vivendi, visto che era già avvenuta e conclusa con il contratto regolarmente firmato tra le parti l'8 aprile 2016. Sul tema dell’analisi dei risultati di Premium il gruppo del Biscione ha dichiarato che lo studio dei conti di Premium “è ovviamente avvenuta prima della firma, come accade prima di ogni assunzione di impegni”. Infine, quanto a lettere inviate da Vivendi , Mediaset ha confermato “di non aver mai ricevuto alcuna contestazione formale sulla validità o i contenuti del contratto”.
28 LUGLIO: IL CDA DI MEDIASET SI ESPRIME SULLA VICENDA
Nel corso del board del 28 luglio, chiamato ad approvare i conti del primo semestre 2016, il consiglio di amministrazione di Mediaset è stato informato sulla vicenda Vivendi e ha esaminato un piano di azioni “a tutela della società”. I vertici aziendali hanno deliberato di respingere la proposta alternativa di Vivendi, “giudicata irricevibile perché incompatibile con il contratto vincolante già firmato”. In quella sede il board ha dato mandato agli amministratori di “adottare tutte le opportune azioni finalizzate ad ottenere l’adempimento del contratto e, in caso di inerzia di Vivendi, di agire in sede civile ed eventualmente anche penale a tutela degli interessi della società”.29 LUGLIO: L’ULTERIORE PRECISAZIONE DI VIVENDI
Il giorno successivo al board di Mediaset la reazione di Vivendi. Il gruppo francese ha espresso l’opinione che il business plan di Mediaset Premium, che prevede il pareggio a fine 2018, si basa su degli assunti “irrealistici”. Tesi che – sempre secondo Vivendi – sarebbe stata corroborata dai consulenti di Deloitte. Il colosso transalpino ha comunque confermato la sua apertura al dialogo con Mediaset per arrivare a un accordo tra le parti.
29 LUGLIO, LA CONTROREAZIONE DI MEDIASET
In risposta alle tesi di Vivendi Mediaset, lo stesso 29 luglio, ha puntualizzato che “la diffusione al mercato di considerazioni di carattere totalmente soggettivo e strumentale che possono alterare il normale corso di borsa del titolo Mediaset, in orario di contrattazione, sono contrarie alla normativa vigente”. Sulla base di tale assunto Mediaset ha dichiarato che “Vivendi dovrà rispondere in sede civile e penale anche di questi danni”. Sui contenuti Mediaset ha dichiarato che il business plan di cui parla Vivendi “era in possesso del gruppo francese fin da inizio marzo 2016, oltre un mese prima della firma dell’accordo vincolante”. E che l’analisi dei suoi contenuti “ha concorso in modo significativo alla definizione dei termini e delle condizioni del contratto firmato l’8 aprile”.
19 AGOSTO: MEDIASET CITA VIVENDI
Il gruppo del biscione, in data 19 luglio, ha depositato al Tribunale di Milano l’atto di citazione verso Vivendi a tutela dell’effettiva esecuzione del contratto vincolante concluso tra le parti l’8 aprile 2016. Con tale azione Mediaset punta a ottenere l’esecuzione coattiva del contratto per ordine del giudice e il risarcimento dei danni, che Mediaset stima in 50 milioni di euro per ogni mese di ritardo nell’adempimento da parte di Vivendi a partire dal 25 luglio 2016.
Nella nota che ha annunciato la citazione Mediaset specifica che la quantificazione del danno non riguarda quello complessivo che la risoluzione del contratto non onorato comporterebbe, che potrebbe essere stimato in una cifra non inferiore a un miliardo e mezzo di euro.23 AGOSTO: FININVEST CHIEDE I DANNI A VIVENDI
Il 23 agosto, in qualità di azionista di Mediaset, Fininvest ha depositato presso il Tribunale di Milano, per la notifica, un atto di citazione al fine di ottenere che a Vivendi venga ordinato di dare pieno adempimento al contratto firmato lo scorso 8 aprile. Nell'atto, Fininvest chiede in ogni caso il risarcimento dei gravi danni già subiti. Tali danni ammontano ad una cifra non inferiore a 570 milioni di euro, correlati fra l’altro alla diminuzione di valore delle azioni Mediaset in conseguenza dell’accaduto, al mancato apprezzamento delle stesse ove si fosse dato corso all’esecuzione del contratto, nonché all’evidentissimo danno di immagine.
24 AGOSTO, E ADESSO?
Alcuni osservatori evidenziano come l’impasse che ha creato questa situazione non faccia bene a nessuna delle parti. È quindi ipotizzabile che la questione possa sbloccarsi a breve con un accordo tra le società. Secondo alcune indiscrezioni di stampa, invece, Vivendi potrebbe non essere l’unica alternativa per Mediaset Premium. La rosa dei papabili l’ha riportata MF nella sua edizione odierna. Secondo il quotidiano tra i nomi di altri possibili interessati potrebbe esserci quello di Sky Italia, nei mesi scorsi più volte data per interessata alla pay tv di Cologno Monzese, o quelli di alcuni big americani, come Liberty Media o Discovery. Non è nemmeno escluso che l’asset possa interessare ad oriente: il dossier potrebbe infatti interessare anche i broadcaster cinesi Phoenix (una televisione satellitare di Hong Kong) e LeTV, una piattaforma di streaming.
25 AGOSTO, IL CDA DI VIVENDI
Durante il consiglio di amministrazione chiamato ad approvare i conti dei primi 6 mesi del 2016 i vertici di Vivendi hanno specificato nuovamente la loro posizione sulla vicenda. Il gruppo francese, in una nota ufficiale, ha detto che l'accordo firmato l'8 aprile è stato successivamente oggetto di una revisione di due diligence effettuata dalla società di revisione Deloitte. Da questa analisi sarebbe emerso "che le cifre fornite prima della firma non erano realistiche". Su questo Vivendi ha rincarato la dose, definendo le assumption "fondate su basi artificialmente gonfiate". Nel comunicato si legge poi che dal mese di giugno Mediaset e Fininvest avrebbero "improvvisamente proceduto a lanciare attacchi sui media lesivi degli interessi e dell'immagine di Vivendi".
Vivendi ne fa poi una questione di tempistica, indicando che il parere della Commissione Europea all'operazione potrebbe non arrivare comunque entro il 30 settembre, data in cui il contratto decadrebbe. Infine il gruppo, nella nota, ha scritto che la prima udienza processuale nell'ambito della causa intentata da Mediaset non si terrà prima del 27 febbraio 2017.25 AGOSTO: PER MEDIASET LE DICHIARAZIONI DI VIVENDI SONO PRIVE DI FONDAMENTO
Immediata la controreplica di Mediaset alle dichiarazioni di Vivendi del 25 agosto. Con un'altra nota ufficiale il gruppo del Biscione ha dichiarato che il comunicato stampa diffuso da Vivendi contiene informazioni prive di fondamento, giuridico e commerciale. I toni del gruppo sono perentori ed evidenziano come il contratto concluso l'8 aprile non sia un preliminare, "come vorrebbero far credere le argomentazioni improvvisate da Vivendi, ma un testo definitivo e irrevocabile firmato dall'amministratore delegato Arnaud De Puyfontaine". Il contratto, evidenzia Mediaset, "prevede esplicitamente l'impossibilità di modificare i termini e le condizioni dell'accordo a seguito dell'attività di due diligence".
Secondo Mediaset i dati consegnati a Vivendi oltre un mese prima della firma "sono veri, realistici e inconfutabili". Alla data del 25 luglio, giornata in cui Mediaset ha ricevuto la lettera di Vivendi "tutto era stato già discusso, altrimenti non avrebbe avuto senso firmare un contratto finale e vincolante". E le prese di posizioni mediatiche di Mediaset e Fininvest "sono successive alla lettera del 25 luglio, lettera dai contenuti gravissimi di cui è stato obbligatorio informare il mercato".
Sulla procedura antitrust, Mediaset dice che "è stata gestita da Vivendi senza condividere con Mediaset le informazioni fornite alla Commissione, in palese violazione di quanto previsto dal contratto. Il termine del 30 settembre è prorogabile nei casi espressamente previsti dal contratto".
Infine, "per quanto riguarda la prima udienza della causa intentata da Mediaset il termine del 27 febbraio 2017 si riferisce ai termini minimi previsti dalla legge. Mediaset si riserva di adottare ogni mezzo previsto dal codice per accelerare la discussione e la decisione della vertenza".
28 AGOSTO: INTERESSE DEI FONDI DI ABU DHABI?
Secondo quanto riportato da La Repubblica i fondi di investimento sovrano di Abu Dhabi sarebbero interessati a rilevare una quota del 20-25% del capitale di Mediaset Premium.
1° SETTEMBRE: ENTRERA' UNA TELCO?
Secondo quanto ha riportato il quotidiano MF i tempi lunghi della giustizia starebbero spingendo Vivendi e Mediaset a trovare un accordo ma siccome nessuna delle 2 società intende arrivare ad avere la maggioranza di Premium l’opzione più gettonata sarebbe quella di trovare un alleato. Che - sempre secondo il quotidiano - sarebbe possibilmente di natura industriale. Tra i nomi più gettonati quelli di Telecom Italia e della transalpina Iliad.